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Stop al gas russo: l’UE approva il divieto alle importazioni e accelera sull’indipendenza energetica

Il Parlamento europeo approva il divieto graduale alle importazioni di gas russo e prepara il terreno allo stop al petrolio per rafforzare la sicurezza energetica dell’UE.

Stop al gas russo: l’UE approva il divieto alle importazioni e accelera sull’indipendenza energetica.

L’Unione europea compie un passo decisivo verso l’affrancamento definitivo dalle forniture energetiche russe. Con un voto definito storico, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva una nuova normativa che introduce un divieto graduale alle importazioni di gas russo, sia tramite gasdotto sia sotto forma di gas naturale liquefatto (GNL), con l’obiettivo di impedire a Mosca di continuare a utilizzare l’energia come strumento di pressione geopolitica.

La legge, già concordata con il Consiglio, è stata adottata con 500 voti favorevoli, 120 contrari e 32 astensioni e mira a tutelare la sicurezza energetica dell’UE, riducendo le vulnerabilità emerse in modo drammatico dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022.

Il calendario del divieto: GNL dal 2026, gas via gasdotto entro il 2027

Una volta entrato in vigore il regolamento, all’inizio del 2026, scatterà il divieto per il gas naturale liquefatto russo sul mercato spot dell’Unione europea. Parallelamente, le importazioni di gas russo via gasdotto verranno progressivamente eliminate fino al 30 settembre 2027, segnando la fine di una dipendenza energetica che ha caratterizzato per decenni il rapporto tra UE e Russia.

La normativa introduce anche sanzioni obbligatorie che gli Stati membri dovranno applicare agli operatori economici in caso di violazione del divieto, rafforzando così l’efficacia del nuovo quadro regolatorio e riducendo il rischio di comportamenti elusivi.

Verso il divieto del petrolio russo

Durante i negoziati, il Parlamento europeo ha spinto per un approccio ancora più ambizioso, ottenendo dalla Commissione europea l’impegno a presentare, all’inizio del 2026, una proposta legislativa per vietare tutte le importazioni di petrolio russo. L’obiettivo è far entrare in vigore il divieto entro la fine del 2027, completando così il disaccoppiamento energetico da Mosca.

I deputati hanno inoltre chiesto condizioni più stringenti per l’eventuale sospensione temporanea del divieto in situazioni di emergenza legate alla sicurezza energetica, per evitare che deroghe troppo ampie possano svuotare di contenuto la norma.

Più controlli per evitare l’elusione delle sanzioni

Un altro elemento centrale della legge riguarda il contrasto alle pratiche di aggiramento del divieto. Gli operatori dovranno fornire alle autorità doganali informazioni più dettagliate sull’origine del gas, indicando chiaramente il paese di produzione prima dell’importazione o dello stoccaggio.

Questa misura punta a colmare le lacune emerse negli ultimi anni, quando parte delle forniture russe sarebbe arrivata sul mercato europeo attraverso rotte indirette o operazioni di re-etichettatura, indebolendo l’efficacia delle sanzioni.

“Un voto storico per l’Europa”

«Si tratta di un voto storico: l’UE compie passi da gigante verso una nuova era libera dal gas e dal petrolio russi», ha dichiarato Ville Niinistö (Verdi/ALE, Finlandia), relatore per la commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE). «La Russia non potrà mai più usare le esportazioni di combustibili fossili come un’arma contro l’Europa. Abbiamo accelerato i tempi, anticipato il divieto dei contratti di GNL a lungo termine e rafforzato le misure anti-elusione».

Sulla stessa linea Inese Vaidere (PPE, Lettonia), relatrice per la commissione Commercio internazionale: «Il voto invia un messaggio chiaro e forte: l’Europa non sarà mai più dipendente dal gas russo. È una svolta storica nella politica energetica europea, con sanzioni chiare e la fine anticipata dei contratti a lungo termine».

Le prossime tappe e il contesto geopolitico

La normativa dovrà ora essere formalmente adottata dal Consiglio e pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea prima di entrare in vigore. Nel frattempo, l’attenzione si sposta sull’attuazione concreta del regolamento e sulla futura proposta della Commissione in materia di petrolio.

Il provvedimento nasce come risposta alla strumentalizzazione sistematica delle forniture energetiche da parte della Russia, una pratica che si protrae da quasi vent’anni e che ha raggiunto il suo apice dopo l’invasione dell’Ucraina. La chiusura improvvisa dei gasdotti, il mancato riempimento degli stoccaggi europei da parte di Gazprom e la manipolazione dei mercati hanno provocato un aumento dei prezzi dell’energia fino a otto volte rispetto ai livelli pre-crisi.

Con questa legge, l’Unione europea punta non solo a rafforzare la propria sicurezza energetica, ma anche a ridefinire in modo strutturale la propria politica industriale ed energetica, accelerando la transizione verso fonti alternative, diversificazione delle forniture e autonomia strategica.

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