Sparatoria alla Brown University, terrore nel campus della Ivy League: due studenti uccisi, almeno nove feriti
Attacco armato nel campus della Ivy League a Providence: due studenti uccisi, almeno nove feriti e caccia all’uomo ancora in corso. Università in lockdown.
Sparatoria alla Brown University, terrore nel campus della Ivy League: due studenti uccisi, almeno nove feriti.
Nuovo, drammatico episodio di violenza armata negli Stati Uniti. Una sparatoria ha sconvolto la Brown University di Providence, nello Stato del Rhode Island, una delle università più prestigiose della Ivy League, provocando la morte di due studenti e il ferimento di almeno nove persone, di cui otto in condizioni critiche e una in modo lieve. Il campus è stato immediatamente posto in lockdown totale, mentre il presunto autore dell’attacco è ancora in fuga.
L’episodio si è verificato nel pomeriggio di sabato, in un momento particolarmente delicato per la vita universitaria: era infatti il secondo giorno degli esami finali del semestre autunnale, con un’elevata presenza di studenti e personale prima della pausa per le festività. Secondo alcune fonti mediatiche americane, il numero delle persone colpite potrebbe essere anche superiore, arrivando fino a 20 feriti, ma al momento le autorità confermano ufficialmente due vittime e nove feriti.

Il luogo dell’attacco: l’edificio Barus & Holley
La sparatoria è avvenuta nei pressi del Barus & Holley Building, un imponente edificio di sette piani che ospita la Facoltà di Ingegneria e il Dipartimento di Fisica. La struttura comprende 117 laboratori, 150 uffici, 15 aule e 29 sale riunioni, ed è uno dei centri nevralgici del campus.
I primi colpi di arma da fuoco sono stati uditi a metà pomeriggio, scatenando il panico tra gli studenti, molti dei quali si sono dati alla fuga o si sono barricati all’interno delle aule e degli uffici.
Il lockdown e il caos informativo
L’università ha diffuso immediatamente un’allerta di emergenza, invitando tutti a chiudere a chiave le porte, spegnere o silenziare i telefoni e rimanere nascosti fino a nuovo ordine. In un primo messaggio, l’ateneo aveva anche comunicato l’arresto di un sospetto, informazione poi rapidamente smentita, poiché si trattava di una persona estranea ai fatti.
La notizia errata ha generato confusione anche a livello nazionale. Donald Trump, attraverso il suo social Truth, aveva inizialmente annunciato l’arresto del responsabile, salvo poi correggere il messaggio. In un successivo post, l’ex presidente si è limitato a definire l’accaduto “una cosa terribile” e a invitare alla preghiera per le vittime e le loro famiglie, senza affrontare il tema più ampio della diffusione delle armi da fuoco negli Stati Uniti.
Il sospetto ancora in fuga
Secondo quanto riferito dagli investigatori, il sospetto autore della sparatoria sarebbe un uomo vestito di nero, la cui identità non è ancora stata accertata. La polizia di Providence ha diffuso sul proprio profilo X un breve video di sorveglianza che mostrerebbe l’uomo mentre lascia l’edificio e si dirige verso Hope Street.
Il video dell’autore degli spari in fuga
Il volto del sospettato non è chiaramente visibile nelle immagini, poiché inquadrato di spalle. Alcuni testimoni hanno riferito che l’uomo potrebbe aver indossato una maschera mimetica grigia, come confermato anche dal vice capo della polizia di Providence, Timothy O’Hara. Al momento sono impegnati nelle ricerche circa 400 agenti delle forze dell’ordine, in una massiccia operazione che coinvolge il campus e le aree circostanti.
Paura, testimonianze e appelli alla prudenza
Durante le ore di lockdown, molti studenti hanno contattato telefonicamente familiari e amici per rassicurarli sulle proprie condizioni, mentre altri hanno rilasciato testimonianze in diretta ai network televisivi statunitensi, raccontando momenti di paura, confusione e dolore.
Le autorità hanno invitato non solo chi si trova all’interno del campus, ma anche i residenti delle zone limitrofe, a rimanere chiusi in casa e adottare la massima prudenza, poiché il sospetto potrebbe essere ancora armato e rappresentare un pericolo imminente.
L’ennesima strage nei campus americani
La sparatoria alla Brown University si inserisce in una lunga e tragica sequenza di attacchi armati nei campus universitari statunitensi. Solo tre mesi fa, alla Utah Valley University, era stato ucciso l’attivista di destra Charles James Kirk, in un episodio che aveva già riacceso il dibattito sulla sicurezza e sul controllo delle armi.
Questa volta, il teatro del terrore è stato uno dei simboli dell’eccellenza accademica americana, frequentato da circa 10 mila studenti, trasformato in poche ore in uno scenario di emergenza e lutto. Un nuovo capitolo di una crisi che continua a interrogare l’opinione pubblica e la politica statunitense, mentre il bilancio delle vittime delle armi da fuoco nel Paese continua a crescere.
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