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Siria al bivio: ribelli a Damasco e il destino di Assad

Con i ribelli alle porte di Damasco e Assad in fuga, la Siria affronta un momento cruciale. Colloqui di pace a Ginevra e il ritiro degli alleati di regime aprono scenari incerti.

Siria al bivio: ribelli a Damasco e il destino di Assad.

La Siria, da quasi 14 anni devastata da una guerra civile che si è trasformata in un conflitto globale sul suo territorio, si trova ora in un momento cruciale. I ribelli guidati dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) hanno raggiunto Damasco, segnando una svolta epocale nella lotta contro il regime di Bashar al-Assad. Le forze ribelli dichiarano di aver preso il controllo del carcere di Sednaya e di altre strutture strategiche, mentre le truppe governative sembrano in ritirata.

La caduta del Regime: un Rais in fuga

Il presidente Assad, al potere da oltre 25 anni dopo aver ereditato la guida dal padre Hafez, è scomparso dalla scena pubblica. Diverse fonti internazionali lo localizzano a Teheran o persino a Mosca, mentre il suo ufficio smentisce le voci affermando che si troverebbe ancora nella capitale. Tuttavia, la sua assenza fisica e politica alimenta i sospetti di una fuga definitiva.

Un paese in fiamme: la marcia dei ribelli

La rapida avanzata dei ribelli è iniziata dalla regione di Idlib, al confine con la Turchia, e ha rapidamente travolto le difese governative ad Aleppo, Hama e Homs. La conquista di Homs, città crocevia del Paese, è stata definita “storica” dal leader di HTS, Ahmed al-Sharaa, noto anche come Abu Mohammed al-Jolani. Ora, i ribelli sono alle porte di Damasco e hanno preso il controllo delle prigioni politiche dove erano rinchiusi dissidenti e attivisti, molti dei quali scomparsi da decenni.

La ritirata degli alleati di Assad: Russia e Iran

L’indebolimento delle forze alleate di Assad, Mosca e Teheran, ha accelerato il crollo del regime. Entrambi i Paesi, fiaccati da crisi economiche interne, hanno ridotto il loro sostegno militare. La Russia, che aveva salvato Assad nel 2015 con un intervento decisivo, sembra ora riluttante a impegnarsi ulteriormente. Anche l’Iran ha evitato di inviare truppe di terra, limitandosi a un supporto strategico.

Il ruolo cruciale di Tartus e il rischio per Putin

La base navale di Tartus rappresenta l’unico punto di accesso russo al Mediterraneo e un pilastro della strategia militare di Mosca. La perdita di Tartus e del regime alawita di Assad segnerebbe una sconfitta geopolitica per la Russia, rafforzando al contempo la posizione dell’Arabia Saudita, grande rivale dell’Iran nella regione.

Verso ginevra: la prospettiva di colloqui di pace

Nel frattempo, a Doha, si è tenuta una riunione di emergenza tra i rappresentanti di Russia, Iran, Turchia e l’inviato speciale dell’ONU Geir Pedersen. Da questo incontro e da un successivo vertice tra potenze occidentali, è emersa la proposta di avviare colloqui di pace a Ginevra. L’obiettivo è favorire una transizione politica che coinvolga esponenti del regime siriano non collusi con Assad e rappresentanti dell’opposizione, compresi membri delle forze ribelli.

Nonostante HTS sia considerato un gruppo terroristico da diverse potenze occidentali, alcuni suoi alleati minori potrebbero essere ammessi al tavolo delle trattative per evitare ulteriori spargimenti di sangue e garantire una stabilità futura.

Un futuro incerto per la Siria

La Siria è a un bivio. La caduta di Assad sembra sempre più probabile, ma il Paese rischia di precipitare nel caos se non verrà raggiunto un accordo politico inclusivo. La comunità internazionale, divisa tra sostenitori e oppositori del regime, è chiamata a giocare un ruolo decisivo per evitare il collasso dello Stato e favorire una ricostruzione che tenga conto delle profonde divisioni etniche e religiose del Paese.

Mentre i ribelli consolidano le loro conquiste, la Siria entra in una nuova fase della sua storia, con il destino di milioni di persone ancora sospeso in un fragile equilibrio.

Siria al bivio: ribelli a Damasco e il destino di Assad

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