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Sentenza Usa, stop ai giudici: non si possono più bloccare gli ordini del presidente

La Corte Suprema degli Stati Uniti rafforza il potere esecutivo limitando l’intervento della magistratura contro gli ordini presidenziali, suscitando reazioni contrastanti

Sentenza Usa, stop ai giudici: non si possono più bloccare gli ordini del presidente

In un verdetto che ha subito fatto rumore, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso oggi di restringere in modo significativo il potere dei giudici statali di bloccare gli ordini esecutivi del presidente. Secondo la sentenza, i tribunali non potranno più fermare, con ordinanze cautelari o simili, le decisioni prese direttamente dall’ufficio presidenziale. Si tratta di un passo che rafforza sensibilmente il potere esecutivo a discapito del controllo giudiziario, con evidenti implicazioni per l’equilibrio tra i poteri negli Stati Uniti.

La decisione arriva in un momento delicato per la politica americana, dove la divisione tra istituzioni è al centro di dibattiti infuocati. Negli ultimi anni, i tribunali avevano spesso rappresentato un freno alle iniziative presidenziali, bloccando provvedimenti giudicati controversi o non conformi alla legge. Ora, però, la Corte Suprema ha stabilito che l’intervento dei giudici deve essere fortemente limitato quando si tratta di ordini emanati dal presidente.

Il caso che ha portato alla sentenza riguardava un ordine esecutivo messo in discussione da vari Stati, ma l’effetto della decisione sarà ampio e impatterà su molteplici ambiti, dalla politica migratoria alle regolamentazioni ambientali. La Corte ha motivato il proprio verdetto sottolineando la necessità di garantire rapidità e coerenza nelle decisioni dell’esecutivo, soprattutto in situazioni di emergenza o di sicurezza nazionale.

Le reazioni politiche sono state immediate e contrastanti: alcuni esponenti del partito al potere hanno parlato di una vittoria per la governabilità e l’efficacia del governo, mentre l’opposizione ha espresso preoccupazione per un possibile abuso di potere e per la limitazione del sistema di pesi e contrappesi che caratterizza la democrazia americana.

Anche gli esperti di diritto costituzionale si sono divisi: c’è chi sostiene che questa sentenza rispetti i limiti previsti dalla Costituzione, e chi invece teme che possa aprire la strada a un eccessivo accentramento di potere nell’esecutivo.

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