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Scontro aperto tra Israele e Hezbollah. Netanyahu: “Abbiamo agito per scongiurare un attacco”

Tensioni alle stelle tra Israele e Hezbollah dopo l'uccisione di un comandante militare, con conseguenti attacchi aerei e sforzi di tregua a Gaza. Netanyahu: "Abbiamo agito per scongiurare un attacco". Il leader Hezbollah Hassan Nasrallah: "Superate tutte le linee rosse".

Scontro aperto tra Israele e Hezbollah. Netanyahu: “Abbiamo agito per scongiurare un attacco”.

Il conflitto tra Israele e Hezbollah ha subito un’escalation significativa nelle ultime ore, con gravi conseguenze e reazioni internazionali. La tensione ha raggiunto un picco dopo che Hezbollah ha lanciato una rappresaglia contro Israele, rispondendo all’uccisione del suo comandante militare, Fuad Shukr.

Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha dichiarato che Israele ha “superato tutte le linee rosse” con l’aggressione contro la periferia sud di Beirut, che ha causato la morte di civili e del leader militare del gruppo. In risposta, Hezbollah ha avviato una serie di attacchi, anche se Nasrallah ha sottolineato che gli obiettivi dell’attacco non erano civili.

Durante questo periodo di intensi combattimenti, un soldato della marina israeliana è stato ucciso e altri due feriti dall’esplosione di schegge di un drone lanciato da Hezbollah. La reazione di Israele non si è fatta attendere; il primo ministro Benyamin Netanyahu ha avvertito che l’attacco di Hezbollah non rappresenta la fine della situazione e ha promesso ulteriori azioni per cambiare la situazione al nord di Israele. In risposta agli attacchi di Hezbollah, Israele ha lanciato raid aerei contro posizioni di Hezbollah nel sud del Libano e ha messo in atto misure di sicurezza straordinarie, come la chiusura dell’aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv e la restrizione agli assembramenti in alcune aree.

Parallelamente, si svolgono negoziati al Cairo per una possibile tregua di 72 ore a Gaza. Questi colloqui mirano a mettere fine al conflitto tra Israele e Hamas e a facilitare il rilascio degli ostaggi. Tuttavia, le discussioni sono complicate, e le trattative includono questioni come il corridoio Filadelfia e il valico di Rafah, oltre ai dettagli tecnici della proposta di tregua.

Hezbollah ha pubblicato un video che mostra i preparativi per un attacco su Israele, rivelando missili e piattaforme di lancio sotterranee. Al contempo, le preoccupazioni si estendono oltre il Libano, con la BBC che riporta che potrebbero esserci attacchi anche dallo Yemen, forse da parte degli Houthi, che non hanno ancora risposto all’attacco aereo israeliano al porto di Hodeida.

In risposta agli attacchi di Hezbollah, l’IDF ha dichiarato di aver colpito circa 40 siti di Hezbollah nel sud del Libano e di aver avviato raid su centinaia di obiettivi nel territorio libanese. Gli attacchi israeliani hanno causato anche vittime nel sud del Libano. Hezbollah, dal canto suo, afferma di aver lanciato oltre 320 razzi e droni verso il nord di Israele, prendendo di mira siti militari strategici.

L’ONU e l’Egitto hanno fatto appelli per il cessate il fuoco e la riduzione delle tensioni. L’ONU ha esortato tutte le parti a cessare le ostilità e a rispettare la risoluzione 1701, mentre l’Egitto ha chiesto uno sforzo concertato per evitare un’escalation ulteriore e preservare la stabilità regionale.

Il primo ministro libanese, Najib Mikati, ha convocato una riunione d’emergenza per fermare l’escalation e ha sottolineato l’importanza di applicare la risoluzione 1701 dell’ONU.

Sul fronte diplomatico, l’Egitto sta facendo pressione per una soluzione che includa un ritiro israeliano scaglionato dal corridoio Filadelfia e il controllo del valico di Rafah. Al contempo, l’IDF ha informato che gli Hezbollah erano pronti a lanciare 6.000 missili in un’ora e ha deciso di agire preventivamente per neutralizzare la minaccia.

Le autorità israeliane hanno dichiarato lo stato di emergenza per 48 ore e hanno avviato attacchi preventivi in Libano, mentre Hezbollah ha completato la sua operazione di attacco per oggi. Nonostante l’intensificazione del conflitto, i negoziatori israeliani si stanno dirigendo al Cairo per continuare i colloqui su Gaza e il rilascio degli ostaggi.

Le reazioni internazionali includono anche dichiarazioni dalla Cina, che sottolinea l’importanza di un cessate il fuoco permanente a Gaza e di un impegno verso la pace. Gli Stati Uniti, tramite il presidente Joe Biden, stanno monitorando attentamente la situazione e continuano a sostenere il diritto di Israele a difendersi.

La situazione è complessa e in continua evoluzione, con scontri intensi tra Israele e Hezbollah, negoziati per una tregua a Gaza e preoccupazioni internazionali per l’escalation della crisi. L’instabilità nella regione rimane elevata e le azioni delle parti coinvolte continueranno a influenzare gli sviluppi futuri del conflitto.

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