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Rio de Janeiro: 64 morti e 81 arresti in una maxi operazione anti Narcos

Maxi operazione antidroga nelle favelas di Rio: 2.500 agenti contro il Comando Vermelho. Bilancio di 64 morti, 81 arresti e oltre mezza tonnellata di droga sequestrata.

Rio de Janeiro: 64 morti e 81 arresti in una maxi operazione anti Narcos

Nelle ultime 48 ore Rio de Janeiro è diventata un campo di battaglia, trasformandosi nel teatro di una maxi operazione antidroga senza precedenti, condotta da 2.500 agenti armati nelle favelas del Complexo da Penha e del Complexo do Alemão, nella zona nord della metropoli, a pochi chilometri dall’aeroporto internazionale. L’obiettivo era la banda del Comando Vermelho, storica organizzazione criminale nata nel 1969 nel carcere di Cândido Mendes e oggi considerata il gruppo più potente del narcotraffico in Brasile.

Secondo le autorità, l’azione ha portato alla morte di almeno 64 persone, tra cui quattro agenti di polizia, e all’arresto di 81 individui. Si tratta, secondo il governatore dello Stato Claudio Castro, della più imponente operazione antidroga mai realizzata nella storia di Rio de Janeiro. L’intervento ha coinvolto unità speciali, reparti d’élite e mezzi pesanti: 32 blindati, 12 veicoli da demolizione e un supporto aereo costante da parte degli elicotteri della polizia militare.

I narcotrafficanti, colti di sorpresa dal blitz, hanno risposto con un fuoco intenso, lanciando droni carichi di esplosivi e costruendo barricate improvvisate per bloccare l’ingresso degli agenti nelle strette stradine delle favelas. Le operazioni sono proseguite per ore, con scontri a fuoco in diversi punti dei due complessi. Secondo la polizia, i morti appartenevano alle cellule del Comando Vermelho e hanno opposto resistenza, ma le organizzazioni per i diritti umani hanno già chiesto un’indagine indipendente, denunciando possibili abusi e un uso sproporzionato della forza.

Nel corso dei raid, le forze dell’ordine hanno sequestrato 93 fucili d’assalto, oltre mezza tonnellata di droga e un vasto arsenale di munizioni. “È stato un colpo durissimo al cuore del narcotraffico”, ha dichiarato Castro, “un messaggio chiaro a chi pensa di poter governare la città con la violenza e la paura”.

Ma nelle favelas, la paura resta. I residenti raccontano di ore di terrore, di colpi d’arma da fuoco continui e di famiglie costrette a nascondersi nelle proprie case. “Non sapevamo se i proiettili venissero dai poliziotti o dai banditi. Sentivamo solo esplosioni e urla”, ha riferito un abitante del Complexo do Alemão a un’emittente locale.

Il Comando Vermelho, nato come un’alleanza tra criminali comuni e oppositori politici durante la dittatura militare, controlla ancora oggi gran parte del traffico di droga e delle estorsioni a Rio. Da decenni la banda si contende il territorio con altre organizzazioni come il Terceiro Comando Puro e gli Amigos dos Amigos, in una guerra continua che lascia sul campo centinaia di vittime ogni anno.

L’operazione, pur accolta con favore da una parte della popolazione esasperata dalla criminalità, riaccende il dibattito sui limiti dell’intervento armato nelle aree più povere della città. “Non si può combattere la violenza con altra violenza”, ha commentato l’istituto Justiça Global, chiedendo un’inchiesta sulle modalità del blitz.

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