Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo riconoscono lo Stato di Palestina. Nethanyau commenta: “Non verrà istituito uno stato palestinese a ovest del Giordano”
Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo riconoscono ufficialmente lo Stato di Palestina in vista dell’Assemblea Generale ONU, suscitando la dura reazione di Netanyahu e dei leader israeliani.
Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo riconoscono lo Stato di Palestina. Nethanyau commenta: “Non verrà istituito uno stato palestinese a ovest del Giordano”
Nel pomeriggio di domenica 21 settembre, Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo hanno riconosciuto lo Stato di Palestina in vista dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Il gesto vuole contrassegnare il dissenso degli stati del G7, Canada, Regno Unito e Australia verso l’offensiva israeliana a Gaza e sostenere un messaggio di pace e speranza.
Keir Starmer riconosce la Palestina per sostenere la creazione di due stati
Il primo ministro Laburista della Gran Bretagna, Keir Starmer, ha annunciato di aver formalmente riconosciuto lo stato palestinese, affermando di aver preso la decisione per “ravvivare la speranza della pace e della creazione di due stati”, e non per ricompensare Hamas, che, come affermato da Starmer: “non potrà aver alcun ruolo nel futuro”.
Il premier ha anche condannato i crimini di Israele, dichiarando: “Nelle ultime settimane, con l’offensiva e i bombardamenti su Gaza, la fame e la devastazione sono diventati intollerabili“.
L’identificazione dello stato di Palestina da parte del Regno Unito vuole rappresentare un segnale per Netanyahu, che non ha mostrato segni di voler trovare un accordo di cessate il fuoco. Questo è il motivo che ha spinto anche Canada e Australia. Il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen ha dichiarato in merito: “Un passo importante per una pace giusta e duratura”, mentre Hamas ha commentato: “Una vittoria per i diritti dei palestinesi”.
La risposta del primo ministro israeliano: “Non ci sarà nessuno stato palestinese”
In seguito alle proclamazioni britanniche e del governo canadese e australiano, Netanyahu ha dichiarato: “State offrendo un’enorme ricompensa al terrorismo”, aggiungendo poi: “Non verrà istituito uno stato palestinese a ovest del Giordano”, sostenendo poi che sotto il suo governo “ha raddoppiato gli insediamenti ebraici in Giudea e Samaria”. Il politico israeliano di estrema destra Ben Gvir ha inoltre annunciato l’intenzione di annettere l’intera Cisgiordania.
Anche in Portogallo Paulo Rangel riconosce lo Stato di Palestina
In seguito alle dichiarazioni del leader israeliano, anche il Portogallo ha riconosciuto lo Stato di Palestina tramite una comunicazione del ministro degli Affari Esteri, Paulo Rangel, che ha affermato: “Riconoscere lo Stato di Palestina è il compimento di una politica fondamentale, coerente e ampiamente accettata”, aggiungendo poi: “Il Portogallo sostiene la soluzione dei due Stati come unica via per una pace giusta e duratura, una pace che promuova la coesistenza e le relazioni pacifiche tra Israele e Palestina”.
Il piano delle Nazioni Unite: due stati indipendenti per risolvere il conflitto
I Paesi che hanno riconosciuto il neo-stato hanno dichiarato di averlo fatto in vista dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Anche la Francia, il Lussemburgo e Malta hanno annunciato che faranno lo stesso durante l’evento, a cui parteciperà anche Netanyahu e in cui si affronterà il tema della crisi umanitaria in corso a Gaza. Durante l’assemblea si discuterà anche della possibilità di creare due stati indipendenti e coesistenti per risolvere il conflitto.
Lo Stato di Palestina è attualmente riconosciuto da quasi tutti i paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa dell’est e dell’America Latina, ma da pochi paesi occidentali. Il riconoscimento dello stato permetterà l’inizio di relazioni diplomatiche ufficiali, benché nel caso della Palestina questo abbia scopo principalmente simbolico.
Italia e Germania si mostrano ancora caute sulla questione, e né Giorgia Meloni né Friedrich Merz parteciperanno al vertice di oggi. Il vicepremier Antonio Tajani presenzierà invece all’Assemblea, sostenendo che i tempi per la creazione di due stati non siano ancora maturi, in quanto sia necessario un riconoscimento reciproco.
Il piano dell’ONU dovrebbe comunque confrontarsi in seguito con le idee della Casa Bianca, che ad oggi si dimostra inamovibile, con il segretario di Stato Marco Rubio che dichiara il piano “sconsiderato” ed uno “schiaffo alle vittime del 7 ottobre”.
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