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Raid su Gaza e attacco in Israele: la guerra in Medio Oriente continua e nella regione cresce la tensione

Attacco terroristico nel nord di Israele: un morto e diversi feriti a Yokneam. Il conflitto con Gaza si intensifica, con nuove tensioni e reazioni internazionali.

Raid su Gaza e attacco in Israele: la guerra in Medio Oriente continua e nella regione cresce la tensione

Nel nord di Israele, nei pressi della città di Yokneam, si è verificato un attacco terroristico che ha causato la morte di un uomo di 75 anni e il ferimento di altre persone. L’aggressore, un cittadino israeliano di 25 anni residente a Wadi Ara, ha prima investito dei civili in attesa alla fermata dell’autobus, per poi scendere dall’auto e aprire il fuoco. Il terrorista è stato successivamente colpito dalle forze di sicurezza.

Dinamica dell’attacco

Secondo le informazioni della polizia israeliana, l’attacco è avvenuto nella valle di Jezreel, in prossimità della strada 66. Le immagini delle telecamere di sicurezza mostrano il momento in cui l’aggressore, armato di un fucile, ha iniziato a sparare prima di essere neutralizzato. Un giovane di 20 anni è rimasto gravemente ferito, mentre un uomo anziano ha perso la vita.

Situazione a Gaza e reazioni internazionali

Mentre l’attacco nel nord di Israele scuote l’opinione pubblica, l‘esercito israeliano continua la sua offensiva nella Striscia di Gaza. Secondo fonti palestinesi, i carri armati dell’IDF starebbero avanzando verso Rafah, una zona che era stata precedentemente indicata come “umanitaria”. L‘ospedale Nasser di Khan Yunis è stato colpito da raid aerei, causando ingenti danni e numerose vittime, tra cui un alto esponente di Hamas.

L‘Alta Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, Kaja Kallas, in visita oggi in Israele, ha dichiarato che “riprendere i negoziati è l’unica via per porre fine alla sofferenza di entrambe le parti. La violenza chiama violenza. Assistiamo ad una escalation pericolosa, che sta provocando un’incertezza per le famiglie degli ostaggi e morte e orrore per il popolo palestinese. La sicurezza di Israele è estremamente importante per l’Unione Europea. Gli israeliani – aggiunge Kallas – devono potersi sentire al sicuro nelle loro case. Israele ha il diritto di autodifesa contro gli attacchi terroristici, che provengano da Hamas, dagli Houthi o da Hezbollah. Tuttavia, le azioni militari devono essere proporzionate e gli attacchi israeliani in Siria e Libano rischiano di aggravare ulteriormente. I passaggi fondamentali qui sono la riaffermazione del cessate il fuoco, la garanzia del rilascio di tutti gli ostaggi e la ripresa del flusso di aiuti umanitari a Gaza, con l’obiettivo di un cessate il fuoco permanente. L’Unione Europea può aiutare, sia ribadendo la nostra missione alla frontiera del valico Rafa, sia fornendo maggiore assistenza umanitaria“. Kallas, con il suo discorso, ha dunque ribadito e sottolineato la necessità di un cessate il fuoco e del rilascio degli ostaggi ancora detenuti a Gaza.

Possibile offensiva di terra e tensioni in Medio Oriente

Israele ha smentito le voci su una nuova proposta di accordo sugli ostaggi avanzata dall’Egitto, continuando a puntare sul cosiddetto “piano Witkoff”. Se Hamas non accetterà le condizioni di Israele, quest’ultimo ha minacciato di lanciare un’operazione di terra su larga scala nella Striscia di Gaza.

Intanto, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha ribadito che “ancora non è stata presa una decisione su un eventuale governo militare a Gaza“. Sa’ar ha inoltre difeso le operazioni militari in corso, affermando che Israele sta rispettando il diritto internazionale e che il flusso di aiuti umanitari nella Striscia è stato adeguato alle necessità della popolazione.

Condanna degli attacchi e richieste di pace

Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha espresso una forte condanna per quelli che ha definito “bombardamenti indiscriminati su civili e personale ONU a Gaza, compresi ospedali“. Ha esortato Israele a rispettare il diritto internazionale umanitario e a porre fine alla violenza.

Nel frattempo, Hamas ha dichiarato che il numero delle vittime a Gaza ha superato le 50.000 persone dal 7 ottobre 2023, con oltre 113.000 feriti. L’ONU e diverse organizzazioni umanitarie hanno chiesto una cessazione immediata delle ostilità per evitare ulteriori tragedie umanitarie.

L’attacco terroristico nel nord di Israele e la crescente tensione nella Striscia di Gaza dimostrano come il conflitto in Medio Oriente si trovi in una fase notevolmente critica. Mentre i leader mondiali chiedono una ripresa del dialogo e il rispetto del diritto internazionale, sul campo si continua a combattere. La comunità internazionale è chiamata a trovare una soluzione diplomatica che ponga fine a questa spirale di violenza e garantisca sicurezza e stabilità per entrambe le parti.

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