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Putin si reca a Kherson: la visita al quartier generale di truppe ‘Dnepr’ e l’incontro con i militari

Lavrov: "Risolveremo la situazione in Ucraina e altri conflitti nel mondo attraverso i principi della Carta delle Nazioni Unite"

Putin si reca a Kherson: la visita al quartier generale di truppe ‘Dnepr’ e l’incontro con i militari

Il presidente russo Vladimir Putin si è recato a Kherson, nel territorio dell’Ucraina, e nella Repubblica di Lugansk. Putin ha visitato il quartier generale del gruppo di truppe ‘Dnepr’ nella regione di Kherson, nel territorio dell’Ucraina, dove ha incontrato i militari.
Lo riferisce – come riporta l’agenzia Ria Novosti – il servizio stampa del capo dello Stato russo.

“Vladimir Putin presso il quartier generale del gruppo di truppe Dnepr nella regione di Kherson ha ascoltato i rapporti del comandante delle forze aviotrasportate, il colonnello generale Mikhail Teplinsky, il comandante del gruppo di truppe Dnepr, il colonnello generale Oleg Makarevich e altri capi militari “, afferma il rapporto.

Poi ha raggiunto il quartier generale della Guardia nazionale Vostok nell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, come riferisce Ria Novosti citando il Cremlino. Putin ha ascoltato il rapporto del generale Alexander Lapin e di altri ufficiali sulla situazione in Ucraina. In entrambe le sedi, il presidente ha fatto gli auguri di Pasqua ai militari e ha donato copie di icone. Regalando in particolare un’icona al quartier generale del gruppo Dnepr, il capo di Stato ha osservato che apparteneva a “uno dei ministri della difesa di maggior successo dell’Impero russo”. Putin, ha riferito Ria Novosti, è arrivato in elicottero al quartier generale del Dnepr, quindi ha raggiunto il posto di comando in auto. Il presidente si è anche trasferito in elicottero al quartier generale del gruppo Vostok.

Risolveremo la situazione in Ucraina e altri conflitti nel mondo attraverso i principi della Carta delle Nazioni Unite sull’equità sovrana degli Stati, sul principio dell’indivisibilità della sicurezza”, dice il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in una conferenza stampa a Caracas con il suo omologo venezuelano Yvan Gil.
Il nostro compito è quello di garantire che la Carta delle Nazioni Unite venga applicata nella sua interezza e che il diritto all’autodeterminazione non venga soppresso quando fa comodo all’Occidente, ha aggiunto.

Nel mentre, la linea della Nato è netta. E la detta il segretario generale Jens Stoltenberg in collegamento da Bruxelles, per la 18esima Conferenza annuale dell’Alleanza sul controllo degli armamenti, il disarmo e la non proliferazione delle armi di distruzione di massa a Washington: “La Russia è la più grande minaccia alla nostra sicurezza. Il Cremlino ha deciso di sovvertire le regole internazionali sulle armi, minacciando di utilizzare quelle nucleari. Questo è un comportamento irresponsabile, ma non ci intimorisce”.

Secondo il New York Times Mosca starebbe importando tecnologia per le armi dall’Occidente attraverso Armenia, Kazakhstan e altri Paesi, aggirando così le sanzioni.

Sull’altro fronte il Cremlino ha convocato l’ambasciatrice statunitense Lynne Tracy, avvertendola che “qualsiasi azione da parte degli Stati Uniti volta a incitare discordia e inimicizia nella società russa, nonché a utilizzare la missione diplomatica per nascondere attività sovversive, sarà severamente repressa”.

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