Putin accetta il faccia a faccia con Zelensky entro agosto: si prepara un trilaterale con Trump
Putin apre al bilaterale con Zelensky entro agosto, seguito da un trilaterale con Trump. Garanzie di sicurezza in stile Nato al centro dei negoziati, ma restano nodi su territori e affidabilità di Mosca.
Putin accetta il faccia a faccia con Zelensky entro agosto: si prepara un trilaterale con Trump.
Washington-Mosca-Kiev – La diplomazia internazionale segna un punto di svolta: Vladimir Putin ha accettato di incontrare Volodymyr Zelensky entro agosto in un bilaterale che potrebbe aprire la strada a un successivo vertice trilaterale con Donald Trump. La conferma è arrivata direttamente dalla Casa Bianca, con lo stesso presidente americano che ha parlato di “preparativi in corso” per un incontro che si annuncia storico e potenzialmente decisivo dopo oltre tre anni di guerra in Ucraina.
Il bilaterale Putin-Zelensky e il ruolo di Trump
Secondo quanto trapelato, il luogo dell’incontro non è stato ancora deciso ma verrà definito a breve. Il faccia a faccia sarà seguito da un trilaterale con Trump, che si è detto fiducioso: “Al termine degli incontri con Zelensky e i leader europei, ho chiamato il presidente Putin per avviare i preparativi. Dopo l’incontro bilaterale, ci sarà un vertice a tre. È un ottimo passo per porre fine a una guerra che dura da quasi quattro anni”.
Zelensky, da parte sua, ha riconosciuto che il tema dei territori contesi verrà inevitabilmente affrontato al tavolo con Putin: “È una decisione che riguarda me e lui”, ha dichiarato, sottolineando però che Kiev non intende cedere sovranità né accettare concessioni forzate.
Le garanzie di sicurezza al centro del negoziato
La discussione principale, durante gli incontri a Washington, si è concentrata sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Trump ha spiegato che tali garanzie saranno fornite da diversi Paesi europei in coordinamento con gli Stati Uniti. Un modello che si ispira all’articolo 5 della Nato, come ha confermato il segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte: “Stiamo valutando garanzie stile-Nato, senza parlare però di un dispiegamento di truppe americane in Ucraina”.
Zelensky ha aggiunto che l’Occidente intende formalizzare un pacchetto di garanzie entro dieci giorni, segnale di un’accelerazione diplomatica.
Le posizioni dei leader europei
L’incontro alla Casa Bianca ha visto la partecipazione di diversi leader europei: Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, Friedrich Merz, Alexander Stubb, Keir Starmer, Ursula von der Leyen e altri.
- Giorgia Meloni ha insistito sulla necessità di “restare uniti se vogliamo davvero la pace”, evidenziando che il modello di garanzie sullo stile dell’articolo 5 è una proposta sostenuta dall’Italia.
- Friedrich Merz (Germania) ha sottolineato che “non possono essere imposte concessioni territoriali a Kiev”, pur apprezzando l’impegno degli USA sulle garanzie.
- Emmanuel Macron (Francia), pur parlando di “progressi”, ha espresso cautela: “Dubito che Putin voglia davvero la pace. Se i negoziati fallissero, dovremo aumentare le sanzioni”.
- Alexander Stubb (Finlandia) ha ribadito la sua diffidenza: “Putin non è affidabile, resta da vedere se avrà il coraggio di un tale incontro”.
La telefonata tra Trump e Putin
Il Cremlino ha riferito che la telefonata tra Trump e Putin, durata circa 40 minuti, è stata “franca e costruttiva”. Durante il colloquio, entrambi hanno convenuto sull’importanza di mantenere contatti diretti tra delegazioni russe e ucraine a un livello più alto.
Il presidente americano ha rivendicato l’efficacia della chiamata: “È stato un incontro molto buono con Zelensky e i leader europei. Tutti sono soddisfatti della possibilità di una pace reale”.
Le incognite: territori e Nato
Uno dei punti più delicati resta la posizione della Russia rispetto alla Nato. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha ribadito il no categorico a qualsiasi presenza militare Nato in Ucraina, definendo tale scenario “un rischio di escalation incontrollabile con conseguenze imprevedibili”.
Trump, dal canto suo, continua a parlare di possibili “scambi territoriali” come parte della trattativa, ma Zelensky ha chiarito che “la Costituzione ucraina non permette la cessione di territori”.
La disponibilità di Putin a un incontro diretto con Zelensky rappresenta un passo avanti importante, ma il cammino verso la pace resta complesso e irto di ostacoli. Le garanzie di sicurezza, il destino dei territori contesi e il ruolo della Nato restano questioni irrisolte che rischiano di far deragliare i negoziati.
Se l’appuntamento di agosto si concretizzerà, sarà il primo faccia a faccia tra i due leader dall’inizio della guerra. Un momento che potrebbe segnare la storia della diplomazia contemporanea, ma che porta con sé tutte le incertezze di un conflitto che da oltre tre anni insanguina l’Europa.
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