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Proteste a Gerusalemme contro Netanyahu, a Gaza contro Hamas: cresce la tensione in Medio Oriente

Proteste contro Netanyahu a Gerusalemme e contro Hamas a Gaza. Tensioni in aumento, attacchi israeliani, crisi umanitaria e nuove minacce di occupazione.

Proteste a Gerusalemme contro Netanyahu, a Gaza contro Hamas: cresce la tensione in Medio Oriente

La situazione in Medio Oriente continua a essere estremamente tesa, con proteste scoppiate in diverse aree, sia in Israele che nella Striscia di Gaza. Da un lato, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu deve affrontare il malcontento popolare a Gerusalemme e in altre città, mentre dall’altro lato, Hamas è sempre più contestato nella Striscia di Gaza da una popolazione stremata dal conflitto. Il bilancio delle vittime negli ultimi giorni risulta molto elevato: almeno 830 morti in una settimana, mentre i  nuovi attacchi hanno causato 12 vittime, tra cui 5 bambini.

Netanyahu minaccia di intensificare le operazioni a Gaza

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato alla Knesset che Israele non esiterà a conquistare Gaza se Hamas continuerà a rifiutare il rilascio degli ostaggi. “I combattimenti a Gaza continuano e più Hamas persiste nel suo rifiuto di rilasciare i nostri ostaggi, più potente sarà la pressione che eserciteremo. Questo include la conquista del territorio e altre misure che non elencherò qui“, ha affermato Netanyahu.

Questa dichiarazione arriva mentre l’esercito israeliano (IDF) continua a colpire diverse aree della Striscia di Gaza, intensificando gli attacchi soprattutto nella zona di Gaza City e a Khan Younis, dove si sono registrate numerose vittime civili.

Le proteste contro Hamas si intensificano nella Striscia di Gaza

Per la prima volta dopo anni, la popolazione civile di Gaza sta scendendo in piazza per protestare contro il governo di Hamas, accusato di aver trascinato la regione in una guerra devastante. Le manifestazioni si sono verificate in diverse aree, tra cui Jabalia, Beit Lahia, Khan Younis e nel quartiere di Shejaiya a Gaza City.

Le immagini diffuse sui social media mostrano manifestanti che gridano slogan come “Fuori Hamas” e “Basta guerra”. A Khan Younis, decine di residenti hanno partecipato a un corteo per denunciare la gestione della crisi da parte dell’organizzazione islamista. Secondo testimoni, i dimostranti accusano Hamas di essere responsabile della sofferenza della popolazione e chiedono una soluzione politica per porre fine al conflitto.

Un manifestante ha dichiarato all’Agenzia France-Presse (AFP): “Non so chi abbia organizzato la protesta, ma sono sceso in piazza per dire basta. Non possiamo più sopportare questa guerra. Hamas deve andarsene“.

Hamas reagisce con una mobilitazione generale

Dopo le manifestazioni di protesta a Beit Lahia e in altre città della Striscia di Gaza, Hamas ha risposto con un appello alla mobilitazione generale per i giorni successivi. L’organizzazione ha invitato i suoi sostenitori a scendere in piazza per “difendere Gaza” e ha accusato Israele di “intensificare i massacri contro il nostro popolo con il sostegno degli Stati Uniti e il silenzio internazionale“.

Hamas ha inoltre invitato le popolazioni arabe e musulmane a manifestare in solidarietà con la causa palestinese e ha chiesto ai governi della regione di prendere una posizione decisa contro “l’aggressione israeliana”.

L’IDF emette un nuovo ordine di evacuazione per Gaza City

L’esercito israeliano ha emesso un nuovo avviso di evacuazione per alcuni quartieri di Gaza City, avvertendo i residenti di lasciare immediatamente le loro abitazioni e dirigersi verso sud per motivi di sicurezza. Secondo un comunicato dell’IDF, l’ordine riguarda aree da cui sono stati lanciati razzi verso Israele nelle ultime ore.

L’ONU e diverse organizzazioni umanitarie hanno denunciato l’impatto devastante della guerra sulla popolazione civile, sottolineando la difficoltà per i palestinesi di trovare rifugio sicuro all’interno della Striscia di Gaza.

L’UNRWA denuncia il blocco degli aiuti umanitari

Juliette Touma, direttrice della comunicazione dell’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha denunciato che dal 2 marzo nessun aiuto umanitario è entrato a Gaza a causa dell’intensificarsi delle ostilità. “Niente cibo, niente acqua, niente medicine, niente forniture. Questo è l’assedio più lungo imposto su Gaza dall’inizio del conflitto e minaccia la sopravvivenza di milioni di persone“, ha dichiarato in una conferenza stampa a Bruxelles.

L’ONU ha lanciato un appello urgente per consentire l’accesso degli aiuti umanitari, sottolineando che la popolazione è ormai allo stremo.

La situazione nella regione è in rapido deterioramento. Da un lato, il governo israeliano continua la sua offensiva contro Hamas e minaccia di intensificare ulteriormente le operazioni se gli ostaggi non verranno rilasciati.

Dall’altro, la popolazione palestinese di Gaza, duramente colpita dalla guerra, sta iniziando a ribellarsi contro Hamas, accusandolo di aver condotto la Striscia in una crisi senza precedenti.

Nel frattempo, la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’escalation del conflitto, mentre le organizzazioni umanitarie chiedono un cessate il fuoco e un accesso immediato per i soccorsi. Il futuro della regione rimane incerto, con il rischio di un ulteriore aggravamento della crisi umanitaria.

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