Prosegue il rilascio degli ostaggi Gaza-Israele tra tensioni e proteste: il governo israeliano “condizioni inaccettabili”
Gli ostaggi israeliani e thailandesi liberati a Gaza tra caos e tensione. Israele critica Hamas e chiede garanzie per la sicurezza.
Prosegue il rilascio degli ostaggi Gaza-Israele tra tensioni e proteste: il governo israeliano “condizioni inaccettabili”
Nel Sud di Gaza, sono stati rilasciati otto ostaggi, tra cui cinque thailandesi e tre israeliani: la soldatessa ventenne Agam Berger, la 29enne Arbel Yehud e l’80enne Gadi Moses. L’operazione di scambio ha previsto la liberazione di 110 detenuti palestinesi, tra cui 33 ergastolani, 47 condannati a pene detentive di vario genere e 30 tra donne e minorenni.
Rilascio: tra tensione e proteste
Le modalità di liberazione degli ostaggi israeliani hanno suscitato un’ondata di indignazione in Israele. Secondo i media israeliani, il governo avrebbe inviato ai mediatori del Qatar un messaggio preciso e indignato, definendo le immagini provenienti da Khan Younis “scene dell’orrore“. Arbel Yehud e Gadi Moses, infatti, sono stati costretti a muoversi in mezzo a una folla caotica, tra miliziani armati e civili, prima di essere consegnati alla Croce Rossa.
Le immagini trasmesse mostrano infatti Arbel Yehud con il volto terrorizzato mentre avanzava a fatica, pressata dalla folla, e Moses protetto a malapena da miliziani di Hamas. Il rilascio è avvenuto nei pressi della casa distrutta di Yahya Sinwar, ex leader di Hamas, ucciso da Israele in ottobre.
Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato con fermezza la gestione della liberazione, dichiarando che “questa è un’ulteriore prova della crudeltà impensabile dell’organizzazione terroristica Hamas”.
Netanyahu ha dunque denunciato con fermezza le modalità della consegna degli ostaggi e ha chiesto ai mediatori di garantire che tali scene non si ripetano.
Gli ostaggi in salvo in Israele
Dopo il rilascio, i sette ostaggi rilasciati, di cui tre di origine israeliane e i cinque invece thailandese, sono stati presi in carico dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e dallo Shin Bet.
Agam Berger è stata trasportata in elicottero all’ospedale Beilinson, dove ha riabbracciato la sua famiglia. La soldatessa, rilasciata dopo 482 giorni di prigionia da parte di Hamas, è ora nelle mani della Croce Rossa per le varie cure e accertamenti. Dopo di lei anche Arbel Yehud e Gadi Moses hanno finalmente i loro cari.
I cinque cittadini thailandesi, invece,– Sathin Swankham, Phongsak Theinna, Banawat Saitheo, Serion Whatchara e Solasak Lamanao – sono stati trasferiti al punto di accoglienza con i funzionari del governo di Bangkok.
Israele ha espresso sdegno per le modalità del rilascio, accusando Hamas di esibire gli ostaggi come trofei di guerra, invece di garantire un trasferimento sicuro e dignitoso.
La richiesta ai mediatori per i rilasci futuri
Il rilascio degli ostaggi continua a rappresentare un passo importante, ma il clima resta estremamente teso. Le immagini del rilascio hanno alimentato la rabbia del governo israeliano, aumentando le pressioni sui mediatori del Qatar. A seguito delle critiche espresse, infatti, Israele ha comunicato di avere già ricevuto garanzie da parte dei mediatori con riferimento alle future liberazioni e rilasci.
La situazione a Gaza e in Cisgiordania
Intanto, oltre mezzo milione di palestinesi sfollati sono tornati nel nord di Gaza nelle ultime 72 ore. Nel frattempo, in Cisgiordania è in corso l’operazione “Muro di Ferro”, lanciata da Netanyahu contro quella che ha definito “l’asse iraniano”.
Il conflitto tra Israele e Hamas continua a evolversi in un contesto di forte instabilità, con il rischio di nuove escalation.
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