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Programmato il vertice USA-Russia a Riad: diplomazia e tensioni sul futuro dell’Ucraina

USA e Russia si incontreranno il 24 marzo a Riad per colloqui sulla pace in Ucraina. L'Europa esclusa dal vertice, mentre sul campo continuano gli attacchi.

Programmato il vertice USA-Russia a Riad: diplomazia e tensioni sul futuro dell’Ucraina

Lunedì 24 marzo le delegazioni di Russia e Stati Uniti si riuniranno a Gedda, in Arabia Saudita, per consultazioni bilaterali. L’obiettivo è esplorare possibili vie diplomatiche per la pace in Ucraina, un percorso che Washington e Mosca sembrano voler gestire senza coinvolgere altri attori internazionali. Parallelamente, sempre lunedì, gli Stati Uniti terranno un colloquio separato con l’Ucraina, mentre l’Unione Europea rimane ai margini del processo.

Esclusione dell’Europa e posizioni contrastanti

L’assenza dell’Unione Europea dai negoziati potrebbe rappresentare un ulteriore segnale della crescente distanza tra Bruxelles e Mosca. Il portavoce del Cremlino, Vladimir Peskov, ha accusato l’UE di essere diventata un “partito della guerra” con piani di militarizzazione contrari agli sforzi diplomatici tra Stati Uniti e Russia.

D’altra parte, il premier britannico Keir Starmer ha sottolineato la necessità di garantire che qualsiasi accordo di pace sia rispettato da Mosca, esprimendo la totale sfiducia del Vecchio Continente nei confronti di Vladimir Putin. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito l’importanza di mantenere alta la pressione sulla Russia e ha avvertito Donald Trump sulla questione delle centrali nucleari ucraine, affermando che esse rimangono proprietà dello Stato ucraino, pur lasciando aperta la porta a possibili investimenti americani per la loro modernizzazione.

Escalation sul campo: attacchi reciproci tra Russia e Ucraina

Mentre si pianificano i colloqui diplomatici, il conflitto armato continua senza tregua. L’Ucraina ha attaccato con droni la base aerea di Engels, nella regione russa di Saratov, sostenendo che la struttura militare sia stata utilizzata per raid missilistici contro il proprio territorio. In risposta, Mosca ha accusato Kiev di non avere alcuna volontà politica di pace e di essere ossessionata dall’idea di infliggere una sconfitta alla Russia.

Nel frattempo, Zelensky ha denunciato una raffica di attacchi russi con droni e bombe guidate su diverse regioni ucraine, tra cui Odessa, Zaporizhzhia, Sumy, Kiev, Khmelnytskyi e Chernihiv. Secondo l’aeronautica ucraina, Mosca ha lanciato 214 droni kamikaze Shahed e altri modelli, con 114 abbattuti dalle difese aeree ucraine. Tuttavia, molti droni sono riusciti a colpire infrastrutture civili, causando danni ingenti e feriti, tra cui diversi bambini.

Scelte strategiche di Mosca e il ruolo degli Stati Uniti

Il Cremlino ha confermato che il presidente Vladimir Putin ha personalmente selezionato i delegati per i colloqui con gli Stati Uniti: Grigory Karasin, presidente della Commissione Affari Esteri del Senato russo, e Sergey Beseda, consigliere del direttore dell’FSB e sotto sanzioni occidentali dal 2014.

Nel frattempo, emergono segnali di un possibile allentamento del controllo statunitense sulle sanzioni contro Mosca. Secondo i media internazionali, l’amministrazione Trump avrebbe ridotto il proprio impegno nel far rispettare le restrizioni occidentali, con un’assenza significativa nei gruppi di lavoro internazionali deputati a monitorare il rispetto delle sanzioni.

Gli Stati Uniti e il controllo sulle risorse ucraine

Un ulteriore nodo critico nei rapporti tra Washington e Kiev riguarda le terre rare e le centrali nucleari ucraine. Secondo i media nazionali americani, gli Stati Uniti intendono rinegoziare le condizioni dell’accordo sulle terre rare con l’Ucraina, cercando di ottenere più vantaggi strategici, tra cui un possibile controllo sulle infrastrutture energetiche critiche del paese.

Il vertice di Riad si preannuncia come un appuntamento cruciale per il futuro dell’Ucraina e delle relazioni tra le grandi potenze. Tuttavia, le continue tensioni sul campo e le divergenze sugli obiettivi strategici rendono incerto l’esito dei colloqui.

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