Ucraina, Witkoff: l’accordo con Putin ruota intorno ai 5 territori.
L'inviato speciale USA rivela i dettagli dei colloqui con il Cremlino: sul tavolo non solo i territori occupati, ma anche protocolli di sicurezza e ruolo della NATO.
Ucraina, Witkoff: l’accordo con Putin ruota intorno ai 5 territori.
L’inviato speciale USA rivela i dettagli dei colloqui con il Cremlino: sul tavolo non solo i territori occupati, ma anche protocolli di sicurezza e ruolo della NATO.
C’è un cauto spiraglio di dialogo tra Stati Uniti e Russia sulla guerra in Ucraina. Lo ha confermato Steve Witkoff, inviato speciale dell’amministrazione americana, in un’intervista esclusiva a Fox News, dopo il suo incontro con Vladimir Putin. Secondo Witkoff, il presidente russo si sarebbe detto aperto a “una pace permanente”, ma ha chiarito che l’intesa ruota intorno a un punto particolarmente delicato: il destino dei cosiddetti “cinque territori”.
Sebbene Witkoff non abbia elencato esplicitamente le regioni, è plausibile che si riferisse alla Crimea, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014, e alle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, oggi parzialmente occupate dalle forze russe. Queste aree rappresentano una delle principali fratture tra Mosca e Kyiv, e sono da tempo al centro del conflitto armato.
Ma non si tratta solo di territori. “C’è molto di più”, ha spiegato Witkoff. “Ci sono protocolli di sicurezza, l’assenza della Nato, la questione dell’articolo 5. Ci sono un sacco di dettagli allegati”. Il riferimento è al principio fondamentale dell’Alleanza Atlantica, secondo il quale un attacco a un membro è considerato un attacco a tutti: un tema su cui Mosca ha sempre mostrato particolare sensibilità, opponendosi all’eventuale adesione dell’Ucraina alla Nato.
“Siamo sull’orlo di qualcosa di importante”
L’inviato Usa ha descritto l’incontro con Putin come “interessante”, alla presenza di due dei suoi consiglieri più influenti: Yuri Ushakov e Kirill Dmitriev. “Penso che potremmo essere vicini a qualcosa che potrebbe essere molto, molto importante per il mondo”, ha affermato Witkoff, evidenziando come, pur in un clima di grande complessità e tensione, ci siano margini per un dialogo costruttivo.
Lo stesso Putin avrebbe espresso la volontà di arrivare a una “pace duratura”, andando oltre il semplice cessate il fuoco, che pure resta una priorità. Una posizione che, se confermata nei prossimi incontri, rappresenterebbe un cambio di passo importante, a oltre tre anni dallo scoppio della guerra.
Lavrov e Peskov: “Accordo complicato, nessun risultato immediato”
A raffreddare gli entusiasmi, però, ci hanno pensato le dichiarazioni di due figure chiave del governo russo. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha precisato che “non è facile concordare gli elementi chiave di un accordo”, pur riconoscendo che “gli Stati Uniti hanno cercato di approfondire il problema”, a differenza dei partner europei, giudicati meno incisivi nel processo negoziale.
Anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sottolineato la complessità della situazione: “I contatti tra Usa e Russia continuano, ma è difficile aspettarsi risultati immediati. La questione è estremamente delicata”. Peskov ha anche accusato i Paesi europei di lavorare “in nome della guerra”, sostenendo l’Ucraina “nel suo desiderio di continuare il conflitto”.
Il caso Sumy e le trattative diplomatiche
A conferma della volontà americana di mantenere aperto il dialogo con Mosca, fonti riportate da Bloomberg riferiscono che gli Stati Uniti non hanno firmato una dichiarazione del G7 di condanna dell’attacco russo a Sumy, che ha causato 35 vittime. Secondo l’agenzia, l’amministrazione Trump avrebbe spiegato agli alleati di voler preservare lo spazio negoziale con il Cremlino, evitando prese di posizione che potrebbero compromettere le trattative in corso.
Il Canada, che presiede attualmente il G7, ha informato i membri che senza l’appoggio degli Stati Uniti non sarebbe stato possibile procedere con il comunicato ufficiale.
Prospettive di dialogo
Il processo diplomatico resta fragile e disseminato di ostacoli. Tuttavia, la disponibilità a trattare mostrata pubblicamente da Putin attraverso l’inviato americano rappresenta un segnale da non sottovalutare.
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