Pokrovsk sotto assedio: la Russia avanza nel Donbass, Kiev arretra tra nebbia e difficoltà.
Mosca accelera l’offensiva nel Donbass sfruttando la nebbia e il maltempo: le truppe ucraine arretrano, mentre Zelensky chiede aiuto agli alleati.
Pokrovsk sotto assedio: la Russia avanza nel Donbass, Kiev arretra tra nebbia e difficoltà.
Dopo settimane di scontri incessanti, il fronte orientale dell’Ucraina vive una delle fasi più critiche dall’inizio del conflitto. L’esercito russo, sfruttando le avverse condizioni meteo e la fitta nebbia che ha avvolto la regione, è riuscito a penetrare in profondità nella città di Pokrovsk, nel Donetsk. Secondo le stesse fonti ucraine, all’interno del centro urbano sarebbero già presenti oltre 300 militari russi, impegnati in quella che molti analisti definiscono la battaglia decisiva per le sorti del Donbass.
Parallelamente, sul fronte meridionale, le forze di difesa ucraine hanno annunciato il ritiro da cinque insediamenti nella regione di Zaporizhzhia, a causa dell’intensificarsi delle azioni di assalto russe e della necessità di preservare la vita dei militari. “La situazione rimane difficile”, ha ammesso il presidente Volodymyr Zelensky, che si è recato a Kherson in occasione del terzo anniversario della liberazione della città, oggi simbolo di una resistenza che rischia di incrinarsi.
Pokrovsk, il nuovo epicentro della guerra
Pokrovsk rappresenta oggi il fulcro strategico del conflitto nel Donbass. Per il Cremlino, la conquista della città avrebbe un valore simbolico e militare enorme: sarebbe il più grande successo di Vladimir Putin sul campo dal 2023 e aprirebbe la strada verso Kramatorsk e Sloviansk, le due principali roccaforti ucraine ancora in mano a Kiev.
Fonti ucraine riferiscono che Mosca avrebbe ammassato circa 150.000 soldati nell’operazione per la conquista della città, mettendo in atto una manovra a tenaglia che rischia di chiudere Pokrovsk da più lati. Kiev nega ufficialmente un accerchiamento, ma le immagini diffuse sui social e verificate dalla Bbc mostrano militari russi in moto o su pick-up civili avanzare nella nebbia verso la periferia sud della città.
La nebbia, alleata di Mosca
La fitta coltre grigia che da giorni copre la regione è diventata una vera e propria alleata dei russi, limitando la capacità dei droni ucraini di intercettare e colpire i convogli nemici.
Un pilota di droni dell’unità ucraina “Shershni Dovbusha”, nome in codice Goose, ha raccontato alla Bbc che la visibilità ridotta ha impedito di condurre efficaci operazioni di ricognizione. “In condizioni normali – ha spiegato – una colonna di veicoli come quella vista avanzare verso Pokrovsk sarebbe stata distrutta immediatamente”.
Nonostante alcune azioni di contrasto, le forze di Kiev non riescono a contenere del tutto l’offensiva. I video diffusi online mostrano auto civili e motociclette cariche di soldati attraversare strade devastate dalle bombe, segno che le linee difensive ucraine stanno cedendo.
Mosca avanza anche nel nord
La pressione russa non si limita al Donbass. Secondo quanto riportato dal Ministero della Difesa di Mosca, le truppe avrebbero preso il controllo dell’intera parte orientale di Kupyansk, nel Kharkiv, e di un altro villaggio a sud di Pokrovsk. La strategia appare chiara: Mosca cerca di isolare progressivamente le principali città ucraine dell’oblast di Donetsk su più fronti.
La guerra oltre il fronte: missili, propaganda e diplomazia
Mentre i combattimenti si intensificano, la guerra prosegue anche sul piano dell’intelligence e della propaganda. L’FSB russo ha rivendicato un attacco con missili ipersonici Kinzhal contro un presunto centro di spionaggio elettronico nei pressi di Kiev e contro una base che ospita jet F-16. Si sarebbe trattato, secondo Mosca, di una “rappresaglia” per un presunto tentativo ucraino di dirottare un caccia Mig-31 russo per simulare un attacco alla più grande base NATO della regione.
Le affermazioni non sono verificabili, ma testimoniano come la guerra dell’informazione proceda parallela a quella combattuta sul campo. Intanto, migliaia di civili nelle regioni di Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Odessa sono rimasti senza elettricità a seguito dei raid russi, affrontando l’ennesimo inverno sotto le bombe.
Zelensky chiede aiuto agli alleati
In questo contesto di crescente difficoltà, Zelensky continua a invocare il sostegno internazionale, in particolare quello degli Stati Uniti. Tuttavia, secondo il Kyiv Post, all’Onu si è aperta una frattura diplomatica: l’amministrazione Trump starebbe spingendo per rimuovere dalla prossima risoluzione dell’Assemblea generale i riferimenti all’“integrità territoriale dell’Ucraina” e al termine “aggressione”. Una proposta che ha provocato la reazione indignata di Kiev e la mobilitazione dei diplomatici europei affinché Washington torni sui propri passi prima del voto di dicembre.
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