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Parigi, dieci anni dopo gli attentati del 13 novembre: la città si raccoglie nei luoghi della strage.

Cerimonie nei luoghi degli attacchi. Macron: “La Francia si raccoglie, la memoria resta viva”.

Parigi, dieci anni dopo gli attentati del 13 novembre: la città si raccoglie nei luoghi della strage.

Parigi, 13 novembre 2025 — Dieci anni dopo la notte che cambiò per sempre la storia della Francia e dell’Europa, Parigi si ferma. Lo fa nel silenzio delle sue piazze, nei luoghi dove la vita si spezzò in un attimo, tra i caffè e le terrazze che oggi sono diventati altari civili di una memoria comune. È il decennale degli attentati del 13 novembre 2015: una serie di attacchi terroristici coordinati che provocarono 132 morti e oltre 350 feriti, colpendo lo Stade de France, il Bataclan e diversi locali nel cuore della capitale francese.

“Raccogliersi per non dimenticare”: è con queste parole che il presidente Emmanuel Macron ha aperto la giornata di commemorazioni, accompagnato dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, dai familiari delle vittime e dai rappresentanti delle associazioni 13onze15 e Life for Paris. Con loro anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, ambasciatori di ventitré Paesi e quasi duemila persone tra autorità e cittadini.

“Paris se souvient”: Parigi ricorda

Già da giorni Parigi si è vestita del ricordo. Manifesti con la scritta “13 novembre 2015 – 13 novembre 2025. Paris se souvient”, affiancati dal motto latino “Fluctuat nec mergitur” (“Sbattuta dalle onde ma non affonda”), campeggiano sui muri, sulle stazioni e nei luoghi simbolo della città. È un messaggio di resistenza civile e di rinascita.

La prima tappa allo Stade de France, a Saint-Denis, dove si ricorda Manuel Dias, la prima vittima degli attentati. Dieci anni fa era di servizio davanti allo stadio quando uno dei kamikaze si fece esplodere.

Macron ha deposto una corona di fiori insieme alla moglie Brigitte e alle famiglie delle vittime, rimanendo in silenzio per alcuni minuti. “È da qui che tutto cominciò, e da qui oggi riparte la memoria di un Paese che non si arrende”, ha dichiarato il presidente, visibilmente commosso.

Le altre tappe del dolore: dal Carillon al Bataclan

Dopo Saint-Denis, le altre tappe sono nei quartieri del X e XI arrondissement, dove il secondo commando terrorista colpì le terrazze dei locali pieni di giovani.

Il tributo congiunto davanti al Le Petit Cambodge e Le Carillon, tra rue Bichat e rue Alibert. Poi una sosta davanti alla Bonne Bière, seguita poi dal Comptoir Voltaire, dove l’unico a morire fu il kamikaze che si fece esplodere. Ultima fermata di questa parte del percorso è La Belle Équipe, in rue de Charonne, dove furono uccise 19 persone.

In ogni luogo, un minuto di silenzio, la lettura dei nomi e la deposizione di corone di fiori. Macron stringe le mani dei parenti, senza discorsi pubblici: solo sguardi e abbracci.

Il Bataclan, ferita aperta di una generazione

Infine il momento più toccante: la cerimonia davanti al Bataclan, il teatro dove 90 persone furono massacrate durante il concerto degli Eagles of Death Metal. Quel 13 novembre, alle 21:40, tre jihadisti armati di kalashnikov irruppero nella sala gremita di 1.500 spettatori. Aprirono il fuoco e poi si fecero esplodere.

Tra le vittime, la ricercatrice veneziana Valeria Solesin, 28 anni, che studiava alla Sorbona e quella sera era lì con gli amici. La sua morte rimane uno dei simboli del tributo europeo a quella tragedia. Oggi, a Venezia, una cerimonia parallela la ricorda nel cortile dell’Università Ca’ Foscari.

Macron, Hidalgo e i presidenti delle associazioni Philippe Duperron e Arthur Dénouveaux  scopriranno una targa commemorativa con incisa la frase: “la musica non tace mai”.

La sera del ricordo: luci, musica e parole

Alle 18:00, in Place Saint-Gervais, di fronte all’Hôtel de Ville, è previsto l’ultimo grande momento della giornata: l’inaugurazione del Jardin du 13 Novembre 2015, un giardino memoriale dedicato a tutte le vittime degli attentati di Parigi e Saint-Denis. Saranno letti i nomi delle 132 persone uccise.

La cerimonia, ideata dall’artista Thierry Reboul — già direttore delle cerimonie olimpiche di Parigi 2024 — unirà musica e parole. «La musica rock sarà al centro», ha spiegato Reboul al quotidiano Le Monde, «perché fu la passione condivisa da chi quella sera era al Bataclan. È un modo per restituire vita, non solo dolore».

Alle 20:00, l’Orchestra da Camera di Parigi si esibirà al Théâtre des Champs-Élysées, con l’opera “Il fait novembre en mon âme” di Béchara El-Khoury, composta proprio in memoria delle vittime. In contemporanea, andrà in scena lo spettacolo teatrale “Les Consolantes” di Pauline Susini, dedicato alla ricostruzione intima e collettiva dopo la tragedia.

Sulla Tour Eiffel, dalle 18:30, i colori blu, bianco e rosso illumineranno la notte parigina: “un faro di libertà e resistenza”, come ha dichiarato la sindaca Hidalgo.

Roma e l’Europa unite nel ricordo

Anche Roma ha voluto rendere omaggio. Nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri, del prefetto Lamberto Giannini, del presidente di Italia Viva Matteo Renzi e dell’ambasciatore di Francia Martin Briens, si è tenuta un’iniziativa commemorativa.
«A dieci anni dalla strage del Bataclan — ha ricordato Renzi — l’Europa deve continuare a investire sulla cultura come strumento di libertà».

Dieci anni dopo: la minaccia non è scomparsa

Se il ricordo unisce, la vigilanza resta alta. Il procuratore nazionale antiterrorismo Olivier Christen, in un’intervista a France Inter, ha avvertito che la minaccia terroristica “rimane acuta”, con un “significativo ringiovanimento” dei soggetti coinvolti e un incremento di casi legati anche all’estrema destra.

«Dal 1° gennaio 2025 — ha rivelato — sono già 17 i minori incriminati per reati legati al terrorismo, dopo i 19 del 2024. È un fenomeno in crescita, alimentato dai social network e dall’isolamento giovanile». La Francia resta dunque in stato di allerta, anche se oggi, nel giorno della memoria, il messaggio è un altro: resistere attraverso la cultura, la coesione e la speranza.

“Non dimenticheremo mai”

In Place de la République, sotto la statua della Marianne, centinaia di cittadini hanno lasciato fiori, candele e messaggi. «Non dimenticheremo mai» si legge su molti biglietti.
Il dolore è ancora vivo, ma Parigi non affonda. La città del 13 novembre 2015 — ferita, ma non vinta — si ritrova oggi più consapevole e unita, testimone di una memoria che non è solo francese, ma universale.

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