Nuovo terremoto di magnitudo 6.7 in Giappone: revocata l’allerta tsunami dopo ore di tensione.
La forte scossa ha colpito la prefettura di Aomori alle 11:44 locali. Dopo la segnalazione di piccole onde, la Japan Meteorological Agency ha annullato l’allarme. È il secondo sisma rilevante in meno di una settimana nella stessa area.
Nuovo terremoto di magnitudo 6.7 in Giappone: revocata l’allerta tsunami dopo ore di tensione.
Il Giappone è stato nuovamente scosso da un terremoto di magnitudo 6.7 che ha colpito la regione settentrionale del Paese, precisamente al largo delle coste della prefettura di Aomori. L’evento sismico si è verificato alle ore 11:44 locali, corrispondenti alle 3:44 in Italia, e ha avuto un epicentro situato in mare, a circa 20 chilometri di profondità. La scossa, di intensità considerevole, ha suscitato preoccupazione inizialmente per i possibili effetti di uno tsunami, con l’agenzia meteorologica giapponese che aveva emesso un allerta per onde anomale. Tuttavia, l’allerta è stata prontamente revocata dopo alcune ore, poiché le onde registrate sono risultate di entità minima, con un’altezza massima di soli 20 centimetri nelle aree più colpite.
Un sisma intenso, ma senza gravi conseguenze
La scossa di magnitudo 6.7 segue il forte terremoto di magnitudo 7.5 che aveva colpito la stessa regione pochi giorni prima, causando il ferimento di almeno 50 persone. In quel caso, il sisma aveva provocato danni materiali e generato un’onda di tsunami di 40 centimetri che aveva interessato principalmente le coste di Hokkaido e Aomori. Rispetto a quest’ultimo evento, il terremoto odierno, pur intenso, non ha causato danni significativi né vittime. La situazione in generale appare sotto controllo, con le autorità che hanno immediatamente avvertito la popolazione.
Il Giappone e la sua vulnerabilità ai terremoti
Il Giappone è una delle nazioni più esposte ai terremoti a causa della sua posizione geologica, situata all’incrocio di ben quattro grandi placche tettoniche. Questa posizione lo rende vulnerabile a frequenti scosse sismiche, molte delle quali sono di modesta entità, ma, talvolta, estremamente distruttive. Il Paese è parte integrante della cosiddetta “Cintura di Fuoco del Pacifico”, una vasta area di elevata attività sismica che si estende lungo i margini dell’Oceano Pacifico. Ogni anno, il Giappone è scosso da circa 1.500 terremoti, la maggior parte dei quali sono di bassa intensità e non provocano danni rilevanti. Tuttavia, il rischio di eventi più gravi, come quello verificatosi a fine novembre 2019, è sempre presente, e il Paese è costantemente preparato a fronteggiarli con un sofisticato sistema di allerta e misure di sicurezza.
Il sistema di allerta e la risposta delle autorità
Dopo il terremoto odierno, le autorità giapponesi hanno emesso un’allerta tsunami per le coste settentrionali del Pacifico, avvertendo la popolazione di possibili onde di un metro. L’allerta è stata rapidamente annullata dopo che le onde rilevate in due diverse località delle prefetture di Hokkaido e Aomori non hanno superato i 20 centimetri. Le istituzioni giapponesi, tra cui l’Agenzia Meteorologica Giapponese (JMA), hanno dimostrato una grande efficienza nel gestire la situazione, annullando tempestivamente l’allerta e rassicurando i cittadini. Questo episodio testimonia la preparazione del Giappone ad affrontare eventi naturali di questa portata, con un sistema di monitoraggio e risposta che permette di minimizzare i rischi.
Un susseguirsi di scosse nelle ultime settimane
Il terremoto odierno arriva dopo un periodo di intensa attività sismica nella regione. Non solo l’evento di magnitudo 7.5 di lunedì, ma anche una scossa di magnitudo 5.9 registrata mercoledì, hanno contribuito a mantenere alta l’attenzione. Sebbene il Giappone sia abituato a frequenti scosse, questo rapido susseguirsi di eventi in pochi giorni ha suscitato una certa preoccupazione. Nonostante ciò, le autorità locali e le agenzie di monitoraggio sismico sono state in grado di gestire la situazione con prontezza, prevenendo danni gravi e vittime.
Il controllo delle strutture nucleari e l’efficienza della gestione emergenziale
Un aspetto fondamentale della risposta giapponese a questi eventi è rappresentato dal monitoraggio delle strutture nucleari. In seguito al terremoto, l’Autorità per la Regolamentazione Nucleare ha confermato che non sono state rilevate anomalie nelle centrali nucleari della regione. Ciò riflette l’alta qualità delle infrastrutture e delle misure di sicurezza, che sono state progettate per resistere a eventi sismici di forte intensità. Il Giappone, infatti, ha dovuto affrontare sfide significative legate alla gestione delle centrali nucleari in passato, in particolare dopo il disastro di Fukushima nel 2011. Da allora, il Paese ha implementato rigide normative per garantire la sicurezza degli impianti.
Conclusioni e prospettive future
Il terremoto di magnitudo 6.7 che ha scosso il Giappone il 12 dicembre rappresenta l’ennesima dimostrazione della vulnerabilità del Paese agli eventi naturali. Tuttavia, la risposta tempestiva delle autorità e la loro capacità di gestire l’emergenza con efficienza hanno evitato gravi conseguenze. La popolazione giapponese, purtroppo abituata a convivere con i terremoti, continua a essere supportata da un sistema di allerta all’avanguardia che permette di limitare al minimo i rischi. Con il susseguirsi di scosse, la speranza è che il Paese possa continuare a fare affidamento su queste soluzioni tecnologiche e sulla preparazione collettiva per affrontare le sfide future, riducendo al minimo i danni e le perdite.
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