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Nuova notte di fuoco in Ucraina: raid massiccio russo devasta infrastrutture da Kiev all’ovest del Paese.

Una delle offensive più violente dall’inizio della guerra colpisce la capitale e numerose regioni ucraine, con blackout estesi, feriti e infrastrutture distrutte, mentre crescono le tensioni diplomatiche tra Europa, Stati Uniti e Russia.

Nuova notte di fuoco in Ucraina: raid massiccio russo devasta infrastrutture da Kiev all’ovest del Paese.

Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre l’Ucraina è stata bersaglio di uno dei più grandi attacchi combinati di missili e droni dall’inizio della guerra. Secondo l’Aeronautica militare ucraina, intorno all’1:20 è stata dichiarata l’allerta missilistica su tutto il territorio nazionale, seguita, alle 6:30, da un nuovo allarme per l’ingresso nello spazio aereo ucraino di missili da crociera diretti verso le regioni di Sumy, Chernihiv, Poltava e Cherkasy. Le sirene sono risuonate quasi ovunque, con l’unica eccezione della Transcarpazia.

Kiev e regione sotto assedio di droni e missili

La capitale Kiev e la regione circostante sono state tra le aree più colpite. Le esplosioni sono state udite in città e nei sobborghi, mentre l’Aeronautica ucraina segnala ondate successive di droni kamikaze e missili, compresi quelli aerobalistici Kinzhal, seguiti da missili balistici.

Particolarmente grave la situazione a Fastiv, importante nodo ferroviario a sud-ovest di Kiev. Qui un drone ha colpito l’edificio principale della stazione ferroviaria, innescando un incendio che ha danneggiato la struttura e i depositi ferroviari. Il governatore regionale Mykola Kalashnyk ha denunciato un “bombardamento massiccio contro l’infrastruttura ferroviaria”, con riprogrammazione forzata dei collegamenti passeggeri e interruzioni diffuse dei servizi. Il presidente Volodymyr Zelensky ha definito l’attacco “privo di qualsiasi senso dal punto di vista militare”, sottolineando come siano stati presi di mira anche impianti industriali e abitazioni private nella regione di Kiev.

Nell’Oblast di Kiev, le conseguenze degli attacchi sono visibili in diversi insediamenti. Nel villaggio di Novi Petrivtsi un magazzino è andato in fiamme a causa dei detriti di un drone abbattuto, coinvolgendo anche tre camion e danneggiando un edificio residenziale, mentre altri sei sono rimasti colpiti. Nel villaggio di Nezhylovychi, nel distretto di Bucha, un’abitazione privata è stata completamente distrutta da un incendio scatenato dall’impatto dei frammenti. Il Servizio di emergenza statale ha riferito di incendi multipli in magazzini e case, con squadre di vigili del fuoco impegnate per ore nel contenere i roghi.

Dnipro, Dnipropetrovsk e altre città sotto i colpi di Mosca

Gli attacchi russi non si sono limitati alla capitale. Esplosioni sono state segnalate a Dnipro e nella regione di Dnipropetrovsk, dove le autorità hanno parlato di incendi in più città, con case colpite a Pavlohrad e infrastrutture danneggiate a Kryvyi Rih, città natale di Zelensky. Un bambino di 11 anni è rimasto ferito a Nikopol. Ulteriori esplosioni sono state confermate a Poltava, Lutsk, Odessa, Zaporizhzhia e Bila Cerkva. A Lutsk il sindaco Ihor Polishchuk ha riferito che diversi magazzini alimentari hanno preso fuoco a causa dell’impatto dei droni.

L’ovest dell’Ucraina nel mirino, droni avvistati fino a Leopoli

Nelle prime ore del mattino, missili da crociera russi hanno raggiunto anche l’Ucraina occidentale, colpendo le regioni di Leopoli, Ternopil e Khmelnytskyi. Sono state segnalate esplosioni e voli di droni fino all’Oblast di Leopoli, tradizionalmente considerata una delle zone relativamente più sicure del Paese. Nella regione di Chernihiv, più a nord, un attacco notturno con droni ha colpito edifici residenziali e infrastrutture critiche, provocando incendi e nuovi blackout.

Blackout diffusi e infrastrutture energetiche nel mirino

Uno degli obiettivi principali dell’ondata di attacchi è stato ancora una volta il sistema energetico ucraino. Le autorità parlano di impianti di produzione, distribuzione e trasmissione colpiti in più regioni. Almeno sei regioni – Odessa, Chernihiv, Kiev, Kharkiv, Dnipropetrovsk e Mykolaiv – sono rimaste senza elettricità nelle prime ore del mattino, con interruzioni del servizio elettrico e termico e conseguenze immediate sulla vita quotidiana di milioni di cittadini. A Odessa, un impianto energetico è stato danneggiato da missili e droni, causando problemi di approvvigionamento di elettricità e riscaldamento.

La centrale di Zaporizhzhia e il rischio energetico-nucleare

Particolare allarme ha suscitato la notizia dell’interruzione temporanea del rifornimento di energia alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, il più grande impianto nucleare d’Europa. Per alcune ore, secondo la direzione dell’impianto, la centrale si è dovuta affidare ai generatori interni di backup, pur mantenendo, secondo quanto dichiarato, il funzionamento regolare dei sistemi di sicurezza. L’episodio rilancia i timori internazionali sul rischio di incidenti in un’area critica dove le infrastrutture energetiche sono regolarmente esposte ad attacchi e bombardamenti.

La versione di Mosca: risposta a “attacchi terroristici”

Il ministero della Difesa russo ha rivendicato il raid notturno, descrivendolo come un “massiccio attacco” compiuto con armi ad alta precisione e a lungo raggio, tra cui missili balistici ipersonici Kinzhal e droni a lunga autonomia. Secondo Mosca, gli obiettivi sarebbero stati le imprese del complesso militare-industriale ucraino, gli impianti energetici che ne supportano le attività e le infrastrutture portuali utilizzate dalle Forze Armate di Kiev. L’attacco viene presentato come risposta agli “attacchi terroristici” ucraini contro obiettivi civili in Russia.

Zelensky: “oltre 650 droni e 51 missili contro città pacifiche”

Dal fronte ucraino, la narrazione è completamente opposta. Zelensky ha comunicato che nelle ultime ore la Russia ha lanciato oltre 650 droni e 51 missili, compresi missili aerobalistici e balistici, contro diverse regioni del Paese. Il presidente ha parlato di feriti in numerose aree, tutti in cura nei rispettivi ospedali, e ha sottolineato come l’uso massiccio di droni e missili su infrastrutture civili e ferroviarie dimostri l’intento di infliggere sofferenza alla popolazione. L’attacco nel giorno di San Nicola, ricorrenza molto sentita in Ucraina, è stato interpretato da Zelensky come un gesto simbolico di brutalità, “missili lanciati contro città pacifiche” per piegare il morale degli ucraini.

Nonostante l’intensità dell’offensiva, le forze di difesa aerea ucraine, però, rivendicano una parte significativa di intercettazioni. La notte è stata scandita dal rumore delle sirene e dalle detonazioni dei sistemi antiaerei, mentre le squadre di soccorso si muovevano tra le macerie per spegnere incendi, soccorrere i feriti e documentare i danni a case, fabbriche e infrastrutture. Il ministro degli Interni Ihor Klymenko ha parlato di almeno otto feriti complessivi, con tre solo nella regione di Kiev, ma il bilancio è considerato ancora provvisorio.

La risposta della Polonia: caccia in volo, ma nessuna violazione

L’attacco russo ha avuto immediati riflessi anche sui Paesi confinanti. La Polonia ha fatto decollare i propri caccia da combattimento in modalità preventiva, nel timore che missili o droni potessero deviare verso il suo spazio aereo. Il comando operativo delle forze armate polacche ha reso noto di aver attivato sistemi di difesa aerea e radar a terra nelle zone prossime al confine, specificando, però, che non è stata registrata alcuna violazione dello spazio aereo polacco. Le misure, è stato spiegato, hanno carattere preventivo e mirano a garantire la massima sicurezza lungo il fianco orientale della NATO.

Diplomazia in Florida: colloqui tra emissari Usa e Ucraina

Sul piano diplomatico, mentre missili e droni continuano a cadere sulle città ucraine, a Miami ci sono stati gli incontri tra rappresentanti statunitensi e ucraini. Segnalati alla presenza dell’inviato di Donald Trump Steve Witkoff e del genero del presidente, Jared Kushner, i colloqui hanno coinvolto il segretario del Consiglio di difesa e sicurezza nazionale ucraino Rustem Umerov e il capo di Stato Maggiore Andriy Hnatov. Secondo una nota del Dipartimento di Stato americano, Stati Uniti e Ucraina hanno convenuto che progressi reali verso un accordo di pace dipendono dalla volontà della Russia di dimostrare un impegno serio per una pace duratura, che includa passi concreti verso la de-escalation e la fine delle uccisioni.

I colloqui in Florida, descritti come “costruttivi”, si sono concentrati su un quadro di sicurezza a lungo termine per l’Ucraina, sulle capacità di deterrenza necessarie a sostenere una pace stabile e sulle prospettive di ricostruzione post-bellica. Le delegazioni hanno discusso anche di iniziative economiche congiunte tra Stati Uniti e Ucraina, con l’obiettivo dichiarato di creare le basi per un futuro democratico e prospero per il Paese. Umerov ha ribadito che la priorità di Kiev resta un accordo che protegga l’indipendenza e la sovranità nazionale, garantisca la sicurezza dei cittadini e offra una piattaforma solida per la ripresa economica.

Kallas e Meloni: gli USA restano il principale alleato, ma l’Europa deve sapersi difendere

In risposta agli ultimi segnali di incertezza dagli Usa, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Kaja Kallas, ha ribadito che gli Stati Uniti sono ancora il “più grande alleato” dell’Unione europea. Una posizione riecheggiata, seppur con sfumature diverse, dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che ha assicurato che non esistono incrinature nel rapporto tra Usa e Ue. In questo contesto si inserisce anche l’approvazione, da parte del Dipartimento di Stato americano, della possibile vendita all’Italia di missili aria-terra a lunga gittata e relative attrezzature, per un valore stimato di 301 milioni di dollari, rafforzando così il contributo italiano al fronte difensivo euro-atlantico.

Mosca, Lukoil e la diplomazia parallela con l’India

Sul versante russo, il quadro internazionale si arricchisce di altri elementi. Washington ha annunciato la sospensione parziale di alcune sanzioni contro Lukoil, uno dei principali attori dell’industria energetica russa, mentre Vladimir Putin è impegnato in una visita in India per la firma di vari accordi commerciali. Dal subcontinente, il leader russo continua a lanciare messaggi all’Occidente, ribadendo la linea dura su Kiev. Il Cremlino ha avvertito che l’Ucraina deve ritirarsi dal Donbass o la Russia “libererà quei territori con la forza”.

Una guerra totale: missili, droni, energia e diplomazia

La notte dell’ennesimo attacco massiccio sull’Ucraina riassume, in poche ore, la natura ormai totale di questo conflitto. Missili ipersonici, droni kamikaze, blackout programmati o indotti, centrali nucleari in bilico, infrastrutture ferroviarie e industriali colpite, mentre sullo sfondo si muovono le complesse geometrie diplomatiche tra Washington, Kiev, Mosca, Bruxelles, Varsavia, Nuova Delhi e le capitali europee. L’Ucraina entra nel giorno 1.382 di guerra contando feriti, danni e regioni al buio, mentre i suoi alleati discutono di garanzie di sicurezza, ricostruzione e futuro ordine internazionale.

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