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Notte di fuoco in Ucraina: 470 droni e 48 missili devastano Ternopil e Kharkiv. Emerge il piano segreto USA-Russia per la pace.

Russia, ondata di 470 droni e 48 missili sull’Ucraina: 9 morti a Ternopil, decine di feriti a Kharkiv, blackout diffusi e piano di pace segreto USA-Russia.

Notte di fuoco in Ucraina: 470 droni e 48 missili devastano Ternopil e Kharkiv. Emerge il piano segreto USA-Russia per la pace.

Nella notte, la Russia ha sferrato uno dei più massicci attacchi dall’inizio dell’invasione contro aree residenziali dell’Ucraina, colpendo in particolare l’ovest del Paese e la città di Kharkiv. Secondo l’Aeronautica militare di Kiev, contro il territorio ucraino sono stati lanciati 48 missili di vario tipo e circa 470 droni d’attacco, in un’ondata coordinata che ha messo sotto pressione i sistemi di difesa aerea e costretto l’intero Paese a ore di allarme antiaereo continuativo.

Le autorità ucraine parlano di almeno nove morti e decine di feriti nell’ovest, con un bilancio destinato a salire man mano che i soccorritori scavano tra le macerie. Kharkiv, nell’est del Paese, conta almeno 46 feriti, tra cui diversi bambini, e pesanti danni a edifici residenziali e infrastrutture civili.

Dalla Turchia, dove è impegnato in incontri diplomatici, Zelensky ha ribadito che l’ennesima ondata di raid dimostra come la pressione internazionale su Mosca non sia ancora sufficiente. «Ogni attacco diretto contro la vita quotidiana dimostra che la pressione sulla Russia è ancora insufficiente. Sanzioni efficaci e assistenza all’Ucraina possono cambiare questa situazione», ha scandito il presidente.

Raffica di missili e droni: 14 località colpite

L’Aeronautica ucraina ha definito quello della notte un “attacco combinato”, condotto con droni e missili contro obiettivi civili ed energetici. Nel comunicato diffuso si precisa che i vettori lanciati sono stati 48 missili e 476 droni d’attacco; di cui 7 missili e 34 droni hanno raggiunto gli obiettivi, colpendo 14 località. I frammenti dei numerosi velivoli abbattuti sono precipitati, poi, in almeno 6 altri centri abitati, causando ulteriori danni.

Le regioni più bersagliate sono state quelle di Leopoli, Ternopil, Ivano-Frankivsk e Kharkiv, oltre alle aree di Kiev, Mykolaiv, Cherkasy, Chernihiv e Dnipro, tutte finite sotto attacco nel corso della notte e delle prime ore del mattino.

Ternopil, palazzi sventrati: nove morti e decine di feriti

Il bilancio più pesante arriva da Ternopil, nell’Ucraina occidentale. Qui, come ha riferito il presidente Volodymyr Zelensky, sono stati colpiti edifici residenziali di diversi piani, in un’area densamente abitata. «A Ternopil sono stati colpiti edifici residenziali di nove piani, provocando incendi. Purtroppo i danni sono ingenti e potrebbero esserci persone intrappolate sotto le macerie. Al momento ci sono decine di feriti e, purtroppo, nove persone sono morte», ha scritto Zelensky sui social, esprimendo cordoglio alle famiglie delle vittime.

Le immagini diffuse sui canali ufficiali mostrano interi piani sventrati, scale crollate e automobili travolte dalle macerie. I soccorritori lavorano senza sosta per rintracciare eventuali dispersi, mentre i vigili del fuoco cercano di domare gli incendi innescati dalle esplosioni.

Kharkiv sotto assedio: palazzi, scuola, supermercato e deposito ambulanze colpiti

Nell’est del Paese, Kharkiv è tornata al centro del fuoco russo. Zelensky parla di un “massiccio attacco” iniziato già in serata, con droni indirizzati in particolare verso i distretti di Slobidsky e Osnovyansky.

Secondo la polizia regionale e il ministero degli Interni ucraino più di dieci edifici residenziali sono stati danneggiati; tra cui anche una scuola, un supermercato e un deposito di ambulanze. I feriti sono almeno 46, tra cui bambini di 9 e 13 anni e decine di persone sono state evacuate da un grattacielo il cui vano scale è stato invaso dal fumo, tra loro almeno tre minori.

I medici hanno diagnosticato nei bambini feriti “reazioni acute da stress”, un segno di quanto la guerra, con i suoi attacchi notturni, stia colpendo anche sul piano psicologico la popolazione più giovane.

Leopoli e Ivano-Frankivsk, nel mirino le infrastrutture energetiche

L’ondata di attacchi ha colpito, dunque, duramente l’ovest del Paese, finora considerato relativamente più sicuro: nella regione di Ivano-Frankivsk sono state danneggiate infrastrutture energetiche, con tre feriti, tra cui due bambini; mentre nell’area di Leopoli, secondo il sindaco Andrii Sadovyi, i droni hanno attaccato infrastrutture critiche e un magazzino di pneumatici, provocando un vasto incendio, ma senza vittime.

Le foto pubblicate sui social mostrano una colonna di fumo densa ed estesa stagliarsi ai primi chiarori del giorno sopra Leopoli. Le autorità hanno invitato i cittadini a chiudere le finestre per il rischio di inquinamento dell’aria dovuto alla combustione del materiale.

Nel complesso, il ministero dell’Energia ucraino ha annunciato interruzioni di corrente di emergenza in varie regioni, per far fronte ai danni riportati alla rete elettrica e mantenere in equilibrio il sistema energetico nazionale. Le squadre di tecnici interverranno “non appena la situazione di sicurezza lo consentirà”, con l’obiettivo dichiarato di ripristinare la fornitura il prima possibile.

Allerta aerea nazionale e appello ai rifugi

All’alba, tutta l’Ucraina era in allerta aerea. Le sirene hanno risuonato in quasi tutte le regioni, in particolare nell’ovest, dove le autorità locali hanno invitato insistentemente i cittadini a non sottovalutare gli allarmi.

Il sindaco di Leopoli ha lanciato un messaggio netto: «il nemico sta attaccando l’Ucraina occidentale con droni. Non ignorate l’allarme! Restate nei rifugi».

Questo richiamo alla prudenza assume un significato particolare in aree come Leopoli e Ternopil, che dopo l’invasione russa del febbraio 2022 erano state percepite a lungo come retrovie relativamente sicure, pur non essendo mai del tutto al riparo dai missili e dai droni lanciati da Mosca.

Mosca: “Intercettati missili Atacms e 65 droni ucraini”

Dal canto suo, il ministero della Difesa russo ha presentato la notte come un successo dei propri sistemi di difesa aerea.

Secondo Mosca, quattro missili tattici Atacms di fabbricazione statunitense, lanciati dall’Ucraina contro obiettivi nella regione di Voronezh, sarebbero stati intercettati dai sistemi S-400 e Pantsir e nella stessa notte sarebbero stati abbattuti 65 droni ucraini sopra varie regioni russe e sulle acque del Mar Nero e del Mar d’Azov.

Le affermazioni del Cremlino non sono verificabili in modo indipendente, ma si inseriscono nel consueto scambio di accuse e contro-narrazioni che accompagna ogni fase intensificata del conflitto.

Il “piano di pace segreto” in 28 punti tra Washington e Mosca

Sul piano diplomatico, mentre la guerra entra nel giorno 1.365 e gli attacchi si fanno sempre più devastanti, emergono indiscrezioni su un tentativo di nuova iniziativa di pace.

Secondo quanto riportato da Axios e ripreso da diverse testate internazionali, l’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump starebbe lavorando in maniera riservata con la Russia a un piano in 28 punti per porre fine alla guerra in Ucraina.

I tratti principali che emergono mostrano come il piano sarebbe modellato sul precedente progetto americano per il cessate il fuoco a Gaza, considerato un successo dalla Casa Bianca.

I 28 punti sarebbero organizzati in quattro grandi capitoli: pace in Ucrainagaranzie di sicurezzasicurezza più ampia in Europa e futuri rapporti tra Stati Uniti, Russia e Ucraina;

L’iniziativa è guidata dall’inviato speciale statunitense Steve Witkoff, che avrebbe discusso a lungo il documento con l’inviato russo Kirill Dmitriev, figura di fiducia del Cremlino.

Secondo diverse fonti, Witkoff e Dmitriev si sarebbero incontrati per tre giorni a Miami, dal 24 al 26 ottobre, per lavorare al quadro negoziale, con l’obiettivo di produrre un documento scritto prima del prossimo incontro tra Trump e Putin.

Resta tuttavia da capire come reagiranno Kiev e i partner europei, che in passato hanno più volte criticato tentativi di mediazione percepiti come troppo sbilanciati verso le richieste russe o condotti senza un pieno coinvolgimento ucraino.

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