Netanyahu atteso alla Casa Bianca: in agenda dazi, Iran e guerra a Gaza
Netanyahu atteso alla Casa Bianca lunedì per discutere con Trump di dazi, crisi iraniana e guerra a Gaza. Ma il processo per corruzione in Israele potrebbe far saltare la visita. Intanto, nuovi raid su Gaza e tensioni al confine libanese.
Netanyahu atteso alla Casa Bianca: in agenda dazi, Iran e guerra a Gaza
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta pianificando una visita alla Casa Bianca per lunedì. Lo riferisce il sito Axios, citando quattro fonti a conoscenza del dossier. Se la visita si concretizzerà, Netanyahu sarà il primo leader straniero a incontrare di persona il presidente Donald Trump dopo il suo ritorno sulla scena internazionale, segnando un passaggio cruciale nella gestione delle relazioni bilaterali tra Israele e Stati Uniti.
La visita dovrebbe concentrarsi su tre dossier strategici: i dazi imposti dagli Stati Uniti, la crisi nucleare con l’Iran e la guerra in corso nella Striscia di Gaza.
Dazi USA: obiettivo rimuovere le tariffe penalizzanti
Uno dei principali obiettivi del viaggio sarebbe quello di negoziare la rimozione o l’allentamento dei dazi statunitensi su alcuni beni israeliani. La politica protezionista adottata dalla Casa Bianca, infatti, rischia di colpire duramente l’economia israeliana in un momento già segnato da forte instabilità regionale. Netanyahu spera in un’intesa che possa salvaguardare gli interessi commerciali di Tel Aviv e rafforzare la cooperazione economica tra i due Paesi.
Iran: il timore di una nuova escalation
Altro tema in agenda è il dossier iraniano. Secondo fonti diplomatiche, Israele è fortemente preoccupato dall’intensificarsi del programma nucleare di Teheran, che secondo alcune analisi si sarebbe avvicinato alla soglia di capacità bellica. Netanyahu cercherà probabilmente di ottenere da Trump una linea dura e coordinata contro l’Iran, nella speranza di impedire un’ulteriore destabilizzazione della regione mediorientale.
Gaza: nuova offensiva terrestre e accuse incrociate
Il viaggio di Netanyahu avviene in un contesto di crescente tensione militare. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno annunciato l’avvio di una nuove offensive di terra a est di Gaza City, finalizzata a espandere la cosiddetta “zona di sicurezza” all’interno del territorio palestinese.
Parallelamente, il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha diffuso ulteriori dati su vittime e feriti: almeno 60 persone sarebbero morte nelle ultime 24 ore, e oltre 160 sarebbero rimaste ferite. Secondo le autorità locali, il bilancio complessivo delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 sarebbe salito a 50.669 morti e 115.225 feriti.
Il processo per corruzione e l’incognita giudiziaria
Un ostacolo importante alla visita di Netanyahu è rappresentato dal processo per corruzione in corso in Israele. Il premier dovrebbe infatti chiedere la cancellazione o il rinvio delle udienze previste per la prossima settimana, durante le quali era attesa la sua deposizione. Una decisione che potrebbe sollevare polemiche interne e ulteriori pressioni politiche.
Secondo i media internazionali,proprio questa variabile rende ancora incerta la conferma definitiva del viaggio. Ma fonti vicine al governo israeliano affermano che Netanyahu sarebbe intenzionato a “non perdere l’occasione” di rafforzare il legame con Washington.
Tensione crescente anche in Libano
La crisi in Medio Oriente non si limita a Gaza. Il presidente libanese Joseph Aoun ha incontrato l’inviata speciale americana Morgan Ortagus per discutere delle violazioni del cessate il fuoco da parte di Israele nel sud del Paese. Raid aerei israeliani avrebbero colpito anche la periferia di Beirut, mentre razzi sarebbero stati lanciati verso il nord di Israele. Hezbollah, però, nega ogni coinvolgimento diretto.
L’inviata statunitense – al suo secondo viaggio in Libano – ha espresso preoccupazione per l’instabilità crescente nella regione e per l’effettiva tenuta della tregua siglata a novembre tra Israele e le milizie sciite.
ONU: migliaia di sfollati nella zona ovest di Gaza
Secondo le Nazioni Unite, migliaia di famiglie palestinesi hanno abbandonato l’area ovest della Striscia di Gaza in seguito a un ordine di evacuazione emesso da Israele. Le principali vie di accesso agli aiuti umanitari restano chiuse, aggravando la già drammatica emergenza alimentare e sanitaria.
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