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Mosca stringe la morsa sul Donbass, e Draghi chiama Putin

Draghi si è speso per muovere il grano bloccato nei porti ucraini

Mosca stringe la morsa sul Donbass, e Draghi chiama Putin.

La Russia non ha intenzione di concludere la sua operazione militare in Ucraina senza aver occupato il Donbass. Le forze di terra hanno di recente catturato diversi villaggi e stanno dispiegando sempre più mezzi militari.

La Russia avanza nel Donbass

Secondo il report giornaliero del Ministero della Difesa britannico, Mosca sarebbe in procinto di avanzare ancora. In questo momento i russi stanno tentando di circondare le città di Severodonetsk e Lyschansk.

Nonostante ciò la forze Ucraine, secondo Londra, “rimangono in controllo di diversi settori, nagando alla Russia il pieno controllo del Donbass”.

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Una parte dell’esercito russo rimane impegnata nell’occupazione del Sud dell’ucraina. Nei giorni scorsi la Russia ha rimesso in campo diversi carri armati T-62, un modello che ha più di 50 anni. Questo metterebbe in mostra la difficoltà di Mosca nel reperire nuovi armamenti. Infatti i T-62 aumentano la potenza di fuoco dell’esercito occupante, ma sono mezzi vulnerabili alle armi anti-carro.

Mosca stringe la morsa sul Donbass, e Draghi chiama Putin

Draghi telefona a Putin

Nell’ottica di mantenere un contatto diplomatico con Mosca, il Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin.

Secondo Palazzo Chigi, “il colloquio si è incentrato sugli sviluppi della situazione in Ucraina e sugli sforzi per trovare una soluzione condivisa alla crisi alimentare in atto e alle sue gravi ripercussioni sui Paesi più poveri del mondo”.

In particolare Draghi si è speso per muovere il grano bloccato nei porti ucraini. Uno di questi è Mariupol, teatro dell’occupazione russa e dell’assedio all’acciaieria Azovstal.

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