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Mosca, esplosione nella notte in via Yeletskaya: morti due agenti di polizia e un sospettato.

L’attentato è avvenuto vicino al luogo dell’uccisione del generale Fanil Sarvarov. Indagini in corso tra ipotesi di ordigno piazzato sull’auto di servizio e collegamenti con il conflitto in Ucraina.

Mosca, esplosione nella notte in via Yeletskaya: morti due agenti di polizia e un sospettato.

Un nuovo e grave episodio di violenza ha colpito la capitale russa nelle prime ore del 24 dicembre. Due agenti della polizia stradale sono deceduti dopo essere rimasti gravemente feriti in una deflagrazione avvenuta nella zona sud di Mosca, mentre erano impegnati in un controllo di routine. Nell’esplosione ha perso la vita anche la persona sospetta che i poliziotti stavano cercando di fermare.

La dinamica dell’incidente in via Yeletskaya

Secondo quanto riferito dall’ufficio stampa del Comitato Investigativo della Federazione Russa, l’episodio si è verificato intorno all’1.40 di notte in via Yeletskaya, nei pressi di un edificio della polizia. I due agenti avrebbero notato un individuo dal comportamento sospetto vicino alla loro auto di pattuglia. Nel momento in cui si sono avvicinati per procedere all’identificazione, un ordigno esplosivo è esploso causando ferite mortali ai poliziotti e allo stesso sospettato.

L’ordigno e le prime ipotesi investigative

Le prime ricostruzioni indicano che l’esplosivo fosse un ordigno improvvisato, fissato sotto il veicolo della polizia stradale sul lato passeggero, in prossimità del conducente. Altre versioni, rilanciate dai media russi e da fonti sui social network, ipotizzano che l’ordigno possa essere stato lanciato dall’esterno oppure collocato vicino all’auto e fatto esplodere al momento della salita a bordo degli agenti. Testimoni parlano di almeno due esplosioni ravvicinate e di persone viste fuggire subito dopo la deflagrazione.

Area isolata e massiccio dispiegamento di forze

Subito dopo l’esplosione, l’intera zona è stata isolata e presidiata da un ingente contingente delle forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti soccorritori, unità investigative ed esperti forensi, impegnati nella raccolta di prove, nell’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza e nell’ascolto dei testimoni oculari. Il Comitato Investigativo ha annunciato l’apertura di procedimenti penali per accertare tutte le responsabilità e chiarire ogni aspetto dell’accaduto.

Il legame con l’attentato al generale Fanil Sarvarov

L’esplosione assume un significato ancora più inquietante perché avvenuta a breve distanza dal luogo in cui, solo due giorni prima, era stato ucciso il tenente generale Fanil Sarvarov. Il 22 dicembre, Sarvarov era rimasto vittima di un attentato dinamitardo: un ordigno da circa 300 grammi di tritolo era stato collocato sotto la sua auto parcheggiata e fatto esplodere a distanza. Il generale, 56 anni, ricopriva un ruolo chiave nell’addestramento e nella preparazione operativa delle forze armate russe, con una lunga esperienza nei conflitti dalla Cecenia alla Siria e, più recentemente, nel contesto della guerra in Ucraina.

Il contesto di sicurezza e le piste internazionali

Gli investigatori non escludono che i due episodi possano essere collegati, inserendosi in una più ampia strategia di destabilizzazione. Tra le piste al vaglio figura anche l’ipotesi di un coinvolgimento dei servizi segreti ucraini, già accusati in passato da Mosca di azioni mirate contro alti ufficiali militari russi. Dall’inizio del conflitto su larga scala tra Russia e Ucraina, diversi esponenti delle forze armate e figure considerate vicine al Cremlino sono stati colpiti da attentati simili.

Una notte di alta tensione anche sul fronte dei droni

Nelle stesse ore dell’esplosione, la capitale russa è stata interessata anche da un’intensa attività di difesa aerea. Il sindaco di Mosca, Sergey Sobyanin, ha comunicato che due droni diretti verso la città sono stati abbattuti, mentre il ministero della Difesa russo ha riferito della distruzione complessiva di 172 droni ucraini in diverse regioni del Paese durante la notte. Episodi che contribuiscono ad alimentare un clima di forte allarme e tensione interna.

Un’escalation che preoccupa il Cremlino

La morte dei due agenti di polizia in via Yeletskaya rappresenta l’ennesimo segnale di una situazione di sicurezza sempre più fragile nel cuore della Russia. In attesa di chiarimenti definitivi dalle indagini, l’attentato rafforza il timore di un’escalation di azioni violente sul territorio russo, in un momento già segnato da forti pressioni militari, politiche e diplomatiche legate al conflitto in Ucraina.

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