Mosca, autobomba uccide il generale Sarvarov: sospetti sui servizi segreti ucraini.
L’esplosione all’alba in via Yasenevaya ha colpito il capo dell’addestramento operativo dello Stato Maggiore russo. Aperta un’inchiesta per omicidio e traffico di esplosivi, il Cremlino informato immediatamente.
Mosca, autobomba uccide il generale Sarvarov: sospetti sui servizi segreti ucraini.
Un’esplosione devastante ha scosso Mosca nelle prime ore del mattino, intorno alle 7 locali, in via Yasenevaya, nella zona sud della capitale russa. Un ordigno artigianale collocato sotto un’automobile è detonata mentre il conducente si trovava all’interno del veicolo, provocando la morte immediata del tenente generale Fanil Sarvarov, alto ufficiale dello Stato Maggiore delle Forze Armate della Federazione Russa. La deflagrazione, secondo quanto riferito da fonti delle forze dell’ordine all’agenzia Rbk, avrebbe avuto una potenza equivalente a circa 300 grammi di tritolo.
L’apertura dell’inchiesta e le prime piste investigative
Il Comitato Investigativo russo ha immediatamente aperto un procedimento per omicidio e traffico illecito di esplosivi. A confermarlo è stata la portavoce ufficiale Svetlana Petrenko, che ha spiegato come gli inquirenti stiano seguendo diverse piste. Tra queste, una delle più rilevanti è quella che ipotizza un coinvolgimento diretto dei servizi di sicurezza ucraini. Sul luogo dell’attentato sono in corso accurati rilievi tecnici, mentre testimoni oculari vengono ascoltati e le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona sono al vaglio degli investigatori.
Il Cremlino informato e la reazione delle autorità
L’attentato è stato immediatamente segnalato ai vertici dello Stato. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha confermato che i servizi segreti hanno informato senza ritardi il presidente Vladimir Putin dell’uccisione del generale. Al momento dell’attacco, il capo del Cremlino si trovava a San Pietroburgo per partecipare ai tradizionali incontri di fine anno dei leader della Comunità degli Stati Indipendenti e dell’Unione Economica Eurasiatica, in programma tra il 21 e il 22 dicembre.
Chi era Fanil Sarvarov, figura chiave dello Stato Maggiore
Nato nel 1969 nella regione russa di Perm, negli Urali, Fanil Sarvarov rappresentava uno dei profili più esperti dell’apparato militare russo. Dopo la formazione nelle accademie militari delle forze corazzate e dello Stato Maggiore, aveva costruito una carriera segnata dalla partecipazione a numerosi conflitti. Tra il 1992 e il 2003 prese parte alle operazioni nel conflitto osseto-inguscio e alla campagna antiterrorismo in Cecenia. Successivamente fu coinvolto nell’intervento militare russo in Siria tra il 2015 e il 2016. Dal 2016 ricopriva l’incarico di capo della Direzione per l’Addestramento operativo dello Stato Maggiore, ruolo cruciale nella preparazione delle forze armate impiegate anche nel conflitto in Ucraina. Nel 2024 era stato promosso generale luogotenente direttamente da Putin.
Decorazioni, accuse e il ruolo nel conflitto ucraino
Nel corso della sua carriera, Sarvarov aveva ricevuto alcune delle più alte onorificenze militari russe, tra cui l’Ordine del Coraggio, l’Ordine al Merito della Patria e l’Ordine al Merito Militare. Proprio il suo ruolo centrale nell’addestramento e nella pianificazione operativa delle truppe impegnate in Ucraina lo aveva reso una figura particolarmente esposta. Dopo l’avvio dell’“operazione militare speciale”, il suo nome era stato inserito nel database ucraino “Mirotvorets”, che elenca soggetti considerati responsabili di presunti crimini di guerra.
Una scia di attentati mirati nella capitale russa
L’uccisione di Sarvarov si inserisce in una serie di attacchi mirati che, dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, hanno colpito personalità di rilievo a Mosca e in altre città russe. Nell’agosto 2022 un’autobomba uccise Daria Dugina, figlia dell’ideologo ultranazionalista Aleksandr Dugin. Nell’aprile 2023 un attentato a San Pietroburgo costò la vita al blogger militare Maxim Fomin. Più recentemente, nel dicembre 2024, il tenente generale Igor Kirillov, comandante delle forze di difesa nucleare, biologica e chimica, fu ucciso dall’esplosione di uno scooter elettrico imbottito di esplosivo, un’azione rivendicata dai Servizi di Sicurezza Ucraini.
Il contesto geopolitico e i segnali sul fronte diplomatico
L’attentato avviene mentre la guerra in Ucraina ha raggiunto il giorno 1.398 e il conflitto continua a registrare combattimenti intensi, in particolare nelle regioni di confine come Sumy. Sul piano diplomatico, nelle stesse ore sono emerse dichiarazioni che lasciano intravedere timidi spiragli di dialogo. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha commentato positivamente la riapertura di contatti tra Mosca e Parigi, sottolineando, però, la necessità di un coinvolgimento dell’intera Europa. Dall’altra parte, l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff ha affermato che la Russia resterebbe impegnata nel raggiungimento di una soluzione negoziata, pur mentre sul terreno il conflitto continua senza segnali concreti di de-escalation.
Un omicidio che alza ulteriormente la tensione
La morte di Fanil Sarvarov rappresenta uno dei colpi più duri inferti all’apparato militare russo negli ultimi mesi e rischia di inasprire ulteriormente il confronto tra Mosca e Kiev. Mentre le indagini proseguono e le autorità russe mantengono il massimo riserbo sugli sviluppi investigativi, l’attentato conferma come il conflitto ucraino abbia ormai esteso il proprio raggio d’azione ben oltre il fronte, colpendo il cuore della capitale russa e uno dei suoi uomini chiave.
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