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Meloni guida la risposta italiana ai dazi: da Bruxelles agli USA, tra la diplomazia economica e gli aiuti alle imprese italiane

Meloni si prepara all’incontro con Trump sui dazi USA. Sostegni alle imprese e pressing su Bruxelles per regole più flessibili.

Meloni guida la risposta italiana ai dazi: da Bruxelles agli USA, tra la diplomazia economica e gli aiuti alle imprese italiane

La premier si prepara all’incontro con Donald Trump, previsto per il 17 aprile

Giorgia Meloni è pronta a volare a Washington per affrontare una delle sfide più delicate sul piano economico e diplomatico degli ultimi mesi: la questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti, che stanno mettendo in seria difficoltà alcuni settori strategici dell’industria italiana, in particolare l’agroalimentare, la meccanica, il farmaceutico e la gioielleria. L’incontro con il presidente americano Donald Trump, previsto per il 17 aprile  sarà cruciale per aprire un canale di dialogo diretto e tentare una de-escalation della tensione commerciale transatlantica.

Nel frattempo, il governo italiano si muove su un doppio binario: da un lato il dialogo con gli Stati Uniti, dall’altro il sostegno interno alle imprese più colpite dalle tariffe. A Palazzo Chigi si è già riunita una task force “anti-dazi”, composta dai vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e dai ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Adolfo Urso (Imprese), Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e Tommaso Foti (Affari europei). L’obiettivo è chiaro: limitare i danni e preparare una strategia di lungo termine.

L’Italia verso un nuovo protagonismo europeo

Meloni va da leader in un’Europa senza leader“, ha dichiarato il ministro Foti, sottolineando il ruolo crescente della premier nello scenario continentale. Una posizione che assume ancora più rilevanza in un’Unione Europea spesso percepita come divisa e rallentata dalla burocrazia. Non a caso, Roma ha già ribadito a Bruxelles la necessità di rivedere alcune “regole ideologiche e poco condivisibili” del Green Deal, ritenute troppo penalizzanti per settori come l’automotive e l’agroalimentare.

Anche la questione dell’allentamento del Patto di stabilità è stata rilanciata: una condizione ritenuta essenziale per poter adottare misure economiche tempestive ed efficaci, senza essere frenati dalle rigidità dei vincoli europei.

Il vertice con le imprese: 3.300 aziende a rischio

Nella giornata di oggi, 8 aprile si tiene, inoltre, a Palazzo Chigi un importante incontro tra la premier e le rappresentanze delle categorie produttive. L’obiettivo è confrontarsi direttamente con le imprese più esposte al mercato statunitense – circa 3.300 secondo i dati Istat – e raccogliere proposte concrete per affrontare l’emergenza.

Tra le associazioni convocate figurano Confindustria, Coldiretti, Confesercenti, Confagricoltura, Federalimentare, Federvini, Ice e molte altre. Il confronto sarà particolarmente orientato sui comparti del vino, del mobile, del farmaceutico e dell’agroalimentare. Alcune sigle di settore, come FederlegnoArredo e Assitol, avranno un canale diretto con il ministro Urso anche nei giorni successivi.

Aiuti economici: tra PNRR, Industria 5.0 e Fondo per il Made in Italy

Il governo sta valutando diversi strumenti di intervento economico. Una delle ipotesi più concrete è l’utilizzo di parte delle risorse del piano Industria 5.0, che prevede 6,3 miliardi di euro da spendere entro giugno 2026. Tuttavia, ogni modifica alla destinazione dei fondi del PNRR – inclusi quelli per la Transizione 5.0 suggeriti da Confindustria – dovrà essere negoziata con Bruxelles, e su questo punto restano forti perplessità.

Più concreta invece l’ipotesi di rafforzare il fondo per il Made in Italy, già operativo, o di introdurre misure di compensazione simili a quelle utilizzate durante l’emergenza Covid, sempre previa autorizzazione UE. La premier ha assicurato, anche in un videomessaggio al congresso della Lega, che “siamo pronti a mettere in campo tutti gli strumenti, negoziali ed economici, necessari per sostenere le nostre imprese“.

La posizione europea e il nodo Green Deal

Nonostante l’Italia spinga per una linea di dialogo, la risposta europea non è univoca. A Lussemburgo, il vicepremier Tajani ha riferito che la proposta francese di rispondere con misure aggressive non è stata accolta, e che prevale una volontà comune di trattativa. Il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha ringraziato Roma per il sostegno a un approccio “fermo ma aperto al dialogo”.

Un segnale positivo è arrivato da Bruxelles, che ha escluso il whisky americano dalla lista dei prodotti colpiti dai controdazi europei, preservando così una parte importante dell’export di vino italiano negli USA. Tuttavia, la preoccupazione resta alta, soprattutto per i prodotti a minor valore aggiunto, più vulnerabili agli effetti delle tariffe.

Determinazione, pragmatismo e niente allarmismi

Determinazione e pragmatismo“, ha ribadito Giorgia Meloni, saranno le parole chiave del governo italiano nell’affrontare la crisi dei dazi. Una linea che mira a evitare inutili allarmismi e a proteggere il tessuto produttivo italiano, puntando su diplomazia economica, unità nazionale e leadership europea. Il viaggio a Washington potrebbe rivelarsi un momento decisivo per scrivere una nuova pagina nei rapporti tra Italia, Europa e Stati Uniti.

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