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Medio Oriente, prove di tregua: Israele e Siria verso il cessate il fuoco. Il Papa chiama Netanyahu: “Fermare l’inutile strage”

"Accordo di tregua tra Israele e Siria con il sostegno di Turchia e Giordania. Intanto il Papa interviene dopo l'attacco a una chiesa a Gaza: 'Serve uno stop immediato ai bombardamenti e alla sofferenza dei civili'."

 

Medio Oriente, prove di tregua: Israele e Siria verso il cessate il fuoco. Il Papa chiama Netanyahu: “Fermare l’inutile strage”

Un nuovo scenario di pace prende forma tra Siria e Israele, mentre il mondo guarda con apprensione al conflitto a Gaza. La comunità internazionale si mobilita, e anche Papa Leone XIV interviene direttamente: “Cessate il fuoco ora”.

Un barlume di tregua si accende nel cuore del Medio Oriente. Israele e Siria, storici avversari in una delle aree più complesse e tormentate del pianeta, avrebbero raggiunto un’intesa per un cessate il fuoco, sottoscritta — secondo quanto dichiarato dall’ambasciatore americano in Turchia, Tom Barrack — da Turchia, Giordania e altri Paesi della regione.

L’accordo, ancora non ufficialmente confermato dalle parti, rappresenterebbe un passaggio potenzialmente epocale verso la distensione. Barrack ha lanciato un appello esplicito alle varie comunità etniche e religiose coinvolte nel conflitto siriano: “Invitiamo drusi, beduini, sunniti e tutte le minoranze a deporre le armi e costruire insieme una nuova identità siriana, unita e in pace con i propri vicini”.

Il dramma di Gaza: il Papa chiama Netanyahu dopo l’attacco a una chiesa cattolica

Nel frattempo, il conflitto tra Israele e Hamas continua a mietere vittime. Uno degli episodi più tragici degli ultimi giorni è stato l’attacco all’unica chiesa cattolica della Striscia di Gaza, la Chiesa della Sacra Famiglia, colpita da un proiettile dell’artiglieria israeliana. Il bilancio è stato drammatico: tre morti e diversi feriti, tra cui il parroco. Il luogo di culto era diventato rifugio per molti sfollati.

A seguito dell’attacco, Papa Leone XIV ha telefonato direttamente al premier israeliano Benyamin Netanyahu per esprimere la sua ferma condanna e chiedere un cessate il fuoco immediato. “Ridare slancio all’azione negoziale e raggiungere la fine della guerra — ha detto il Pontefice — è oggi un dovere morale verso tutte le vittime civili, in particolare bambini, anziani e persone malate”.

Secondo quanto riportato dalla sala stampa vaticana, il Santo Padre ha definito l’attacco alla chiesa come “ingiustificabile” e ha ribadito “l’urgenza di proteggere i luoghi di culto e tutti i fedeli, sia in Palestina che in Israele”.

Netanyahu: “Prossimi a un accordo”. Ma le accuse tra le parti continuano

Il premier Netanyahu ha cercato di stemperare le tensioni, riferendo al Papa che i negoziati per una tregua e il rilascio degli ostaggi sono in corso, e che un’intesa di 60 giorni sarebbe vicina. Tuttavia, ha ribadito che l’impegno israeliano “non è stato ricambiato da Hamas”.

La versione palestinese è però molto diversa. Le Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas, hanno accusato Israele di aver respinto una proposta che prevedeva il rilascio simultaneo di tutti gli ostaggi. In questo clima di accuse reciproche, i combattimenti non si fermano.

Secondo fonti di Al Jazeera, solo nelle ultime 24 ore sarebbero morti almeno 40 palestinesi, inclusi dieci civili nei pressi di siti di distribuzione alimentare. Tra le vittime, anche una bambina di appena 18 mesi, morta non per le bombe, ma per una grave malnutrizione: una testimonianza cruda della crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza.

Papa Leone

La diplomazia in movimento: Vaticano, Patriarchi e governo italiano in azione

L’impegno del Papa non si è limitato al colloquio con Netanyahu. Leone XIV ha contattato anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa per informarsi sulle condizioni di Padre Romanelli e degli altri feriti alla Sacra Famiglia. Il Patriarca latino di Gerusalemme ha visitato Gaza insieme al Patriarca greco-ortodosso Teofilo III, in un gesto ecumenico e umanitario, portando aiuti e conforto ai cristiani rimasti.

Il governo italiano ha sostenuto l’iniziativa, come confermato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha chiesto a Israele di “garantire piena sicurezza ai due Patriarchi e a tutti gli operatori umanitari impegnati nella missione”.

Una tregua fragile, ma possibile

L’accordo tra Israele e Siria, se confermato e attuato, potrebbe rappresentare un primo segnale di stabilizzazione in una regione lacerata da decenni di guerre settarie, lotte di potere e interventi esterni. Ma resta il nodo del conflitto israelo-palestinese, con Gaza ancora sotto le bombe e la popolazione civile allo stremo.

Papa Leone XIV, con fermezza e dolore, ha richiamato la comunità internazionale a “fare tutto il possibile per fermare l’inutile strage di innocenti”.

E mentre il mondo osserva, tra speranze e diffidenza, la vera domanda resta sospesa nell’aria: sarà davvero l’inizio della pace o solo una pausa tra due tempeste?

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