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L’Unione Europea spinge per una rete più sicura: nuove regole per proteggere i minori online

Il Parlamento Europeo propone nuove regole per proteggere i minori online: età minima digitale di 16 anni per accedere ai social e all’intelligenza artificiale, divieto di pubblicità mirata, algoritmi manipolativi e meccaniche di gioco simili al gambling. Schaldemose (S&D): “Un passo avanti per un Internet sicuro e trasparente, dove i giovani non siano più merce per le piattaforme.”

L’Unione Europea spinge per una rete più sicura: nuove regole per proteggere i minori online.

Il Parlamento Europeo propone un’età minima digitale di 16 anni per accedere ai social e ai sistemi di intelligenza artificiale. Multe, divieti e sanzioni per le piattaforme che non proteggono i giovani. Schaldemose (S&D): “È tempo di costruire un Internet a misura di minore.”

Bruxelles, 16 ottobre 2025 – I minori devono poter navigare online senza rischiare la salute mentale o diventare vittime di contenuti manipolativi e pratiche commerciali scorrette.
È questo il messaggio forte lanciato dal Parlamento Europeo, che ha approvato in Commissione Mercato Interno e Protezione dei Consumatori (IMCO) un nuovo rapporto sulle misure per rendere più sicuri i servizi digitali destinati ai minori.

Il documento, adottato con 32 voti favorevoli, 5 contrari e 9 astensioni, chiede alla Commissione Europea di rafforzare le tutele previste dal Digital Services Act (DSA) e di introdurre nuovi strumenti legislativi per contrastare dipendenze, disinformazione e sfruttamento economico dei più giovani da parte delle grandi piattaforme online.

Età minima digitale e verifica dell’età: verso un’Europa dei 16 anni

Al centro della proposta c’è l’introduzione di una età minima digitale uniforme di 16 anni per accedere a social network, piattaforme di condivisione video e applicazioni di intelligenza artificiale conversazionale — come chatbot o “AI companions” — senza il consenso dei genitori.
Sotto i 13 anni, invece, l’accesso ai social resterebbe del tutto vietato.

Gli eurodeputati chiedono inoltre che siano sviluppati sistemi di verifica dell’età rispettosi della privacy e delle libertà fondamentali dei minori, sottolineando che questi strumenti non devono in alcun modo sollevare le piattaforme dalla loro responsabilità primaria: progettare servizi sicuri fin dall’origine (“safety by design”).

“Dobbiamo alzare l’asticella della protezione dei minori,” ha dichiarato la relatrice Christel Schaldemose, deputata socialdemocratica danese (S&D).
“Proponiamo un’età minima comune di 16 anni e il divieto delle pratiche più dannose. La sicurezza online deve essere un diritto, non un lusso.”

Stop a pubblicità mirate, algoritmi tossici e design che crea dipendenza

Il Parlamento chiede alla Commissione di intervenire con forza contro le tecniche persuasive e manipolative che dominano il mercato digitale: pubblicità mirate, design dipendente, algoritmi di raccomandazione basati sull’engagement e meccanismi di gioco simili al “gambling”.

In particolare, la risoluzione chiede di:

  • vietare le loot boxes nei videogiochi accessibili ai minori, considerate pratiche simili al gioco d’azzardo;
  • bloccare per impostazione predefinita le funzioni più addictive, come lo scrolling infinito, le storie a tempo e l’autoplay;
  • impedire l’uso di algoritmi di raccomandazione basati sul profilo personale dei minori;
  • proibire la monetizzazione del “kidfluencing”, cioè l’utilizzo di minori come influencer a scopo di lucro;
  • sanzionare le app che consentono di generare immagini manipolate o sessualmente esplicite tramite intelligenza artificiale senza consenso;
  • vietare chatbot manipolativi e imporre regole stringenti sull’uso dell’intelligenza artificiale conversazionale.

Il Parlamento suggerisce anche la possibilità di introdurre responsabilità personale per i dirigenti delle grandi piattaforme in caso di violazioni gravi e reiterate delle norme sulla protezione dei minori.

Applicare rapidamente il Digital Services Act

Secondo gli eurodeputati, il Digital Services Act — la nuova cornice normativa europea per regolare le piattaforme online — deve essere applicato in modo più rapido e deciso, con multe severe per le aziende che non rispettano gli obblighi di tutela dei minori.
In caso di inadempienze gravi, la Commissione dovrebbe poter arrivare fino al divieto di operare nel mercato europeo per i servizi che mettono a rischio i giovani utenti.

La relazione sottolinea che molte piattaforme digitali, nonostante le nuove regole in vigore da inizio 2024, continuano a non garantire ambienti sicuri, esponendo milioni di adolescenti a contenuti violenti, sessuali o disinformativi.
Il Parlamento invita dunque la Commissione a esercitare pieni poteri di controllo e sanzione, senza esitazioni.

Tecnologie persuasive e “dark patterns”: la nuova frontiera della tutela

Il testo IMCO evidenzia la necessità di affrontare anche i “dark patterns” — quei meccanismi psicologici che inducono l’utente a comportamenti non consapevoli, come cliccare su pulsanti fuorvianti o restare più tempo possibile online.
Gli eurodeputati chiedono che queste pratiche, insieme alle pubblicità personalizzate e al marketing degli influencer, vengano incluse nella futura Digital Fairness Act, una nuova legge europea sulla correttezza digitale.

Tra le tecniche considerate più pericolose figurano lo scorrimento infinito (infinite scroll), la riproduzione automatica (autoplay) e le dinamiche di gioco che incoraggiano l’acquisto compulsivo o la dipendenza.
Tutte strategie, secondo gli esperti, pensate per trattenere l’attenzione dei giovani e aumentarne il tempo di permanenza online, con conseguenze spesso dannose sulla salute mentale.

Un problema crescente: dipendenza, disinformazione e salute mentale

Il rapporto si inserisce in un contesto di preoccupazione crescente per l’impatto dei social media sulla salute dei minori.
Un nuovo sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi mostra che i giovani europei trascorrono in media oltre tre ore al giorno sui social, con un’esposizione sempre più alta a contenuti falsi, violenti o sessualmente espliciti.
Molti dichiarano di sentirsi “dipendenti” dai meccanismi di notifica e dagli algoritmi di raccomandazione.

Schaldemose ha sottolineato che “le piattaforme digitali progettano i propri servizi per generare dipendenza e profitto, non per proteggere gli utenti. È il momento di invertire questa logica”.

Prossimi passi: voto in plenaria a novembre

Il Parlamento Europeo voterà ufficialmente le raccomandazioni sulla sicurezza online dei minori durante la sessione plenaria di Strasburgo del 24-27 novembre 2025.
Se approvato, il testo rappresenterà la base per nuove iniziative legislative europee mirate a rendere Internet un luogo più sicuro, equo e trasparente per i bambini e gli adolescenti.

Con queste misure, l’Unione Europea punta a ridefinire la responsabilità delle piattaforme digitali nei confronti dei minori, imponendo non solo il rispetto della legge, ma anche una nuova etica del design digitale.

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