CAMBIA LINGUA

L’Italia rafforza il suo impegno per Gaza: nuovi aiuti per sanità, sicurezza alimentare e formazione

Nel pieno della crisi umanitaria a Gaza, il Governo italiano vara un nuovo pacchetto di aiuti per sicurezza alimentare, sanità e formazione. Tajani annuncia la collaborazione con Giordania ed Egitto per la cura dei bambini palestinesi e rilancia il ruolo dell’Italia nella ricostruzione.

L’Italia rafforza il suo impegno per Gaza: nuovi aiuti per sanità, sicurezza alimentare e formazione.

Tajani: “Collaborare subito con Giordania ed Egitto per la cura dei bambini palestinesi. L’Italia in prima linea con un piano umanitario e sanitario di lungo periodo.”

Roma — L’Italia rilancia la propria azione umanitaria in Medio Oriente. Nel pieno dell’emergenza nella Striscia di Gaza, il Governo ha avviato un nuovo pacchetto di aiuti destinati alla sicurezza alimentare, alla sanità e alla formazione, con l’obiettivo di garantire un sostegno concreto e duraturo alla popolazione palestinese.
La decisione è maturata durante una riunione di coordinamento a Palazzo Chigi, convocata per armonizzare l’intervento dei diversi ministeri italiani e definire una strategia comune di risposta alla crisi umanitaria in corso.

Un piano d’azione condiviso tra ministeri e istituzioni

La riunione, presieduta dal Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani su delega della Premier Giorgia Meloni, ha visto la partecipazione di numerosi membri del Governo, in un approccio definito “multisettoriale”.
Erano presenti, tra gli altri, i ministri Bernini (Università e Ricerca), Lollobrigida (Agricoltura), Schillaci (Salute), Calderoli (Affari Regionali), Locatelli (Disabilità), Musumeci (Protezione Civile), insieme al sottosegretario Alfredo Mantovano, ai vertici dell’intelligence, al capo della Protezione Civile Giuseppe Ciciliano, e a rappresentanti della Difesa e dell’Istruzione.

L’obiettivo, ha spiegato Tajani, è quello di “mettere a sistema tutte le risorse del Paese per una risposta umanitaria coordinata e incisiva”, incrociando le disponibilità dei ministeri con le richieste provenienti da Gaza e dalle organizzazioni internazionali.

Dalla sicurezza alimentare alla sanità: l’Italia rilancia la cooperazione

Forte dell’esperienza maturata con l’iniziativa Food for Gaza, il Governo italiano intende rafforzare il proprio impegno nel settore alimentare, ma anche allargare l’intervento alla sanità e alla formazione, considerati i pilastri della ricostruzione civile e istituzionale palestinese.

La Cooperazione Italiana allo Sviluppo sta predisponendo un nuovo pacchetto di aiuti che prevede interventi mirati per contrastare l’insicurezza alimentare e sostenere le famiglie più vulnerabili, ma anche programmi di formazione per il personale medico, tecnico e amministrativo locale.

Nei prossimi giorni, una missione tecnica della Farnesina si recherà a Gerusalemme, Ramallah e Amman, con l’obiettivo di incontrare le autorità palestinesi, giordane e le agenzie delle Nazioni Unite presenti sul campo.
Puntiamo su una collaborazione immediata con Giordania ed Egitto,” ha spiegato Tajani, “per garantire assistenza sanitaria ai bambini palestinesi feriti o malati e per creare una rete di ospedali regionali capaci di rispondere alle emergenze.”

Cure ai bambini e ospedali sul campo

Uno dei punti centrali del piano riguarda l’assistenza sanitaria ai minori.
Il Governo intende accogliere in Italia bambini palestinesi bisognosi di cure specialistiche, ma anche potenziare la rete di ospedali nei Paesi confinanti per evitare spostamenti rischiosi.
Giordania ed Egitto saranno i due poli principali di questo nuovo asse sanitario.

A collaborare saranno alcune delle eccellenze della sanità italiana: Ospedale Bambin Gesù, Policlinico Gemelli, Istituto Rizzoli e Ospedale Meyer, tutti già impegnati a fornire personale e supporto medico alle strutture locali.

La Protezione Civile sta inoltre valutando l’invio di moduli prefabbricati per ospedali, scuole e abitazioni temporanee, e ha messo a disposizione un ospedale da campo offerto dalla Regione Piemonte.
Parallelamente, è in corso un lavoro per coinvolgere il settore privato nella fornitura di tecnologie mediche, apparecchiature e progetti innovativi nel campo della telemedicina, protesica e salute materno-infantile.

Aiuti umanitari e accoglienza: l’Italia tra i Paesi più attivi

L’Italia è già tra i principali contributori umanitari nell’area.
Dall’inizio della crisi, ha inviato oltre 2.400 tonnellate di aiuti alimentari e beni di prima necessità, accogliendo più di 1.200 palestinesi di Gaza, di cui quasi 200 bambini, presi in cura da 22 ospedali italiani.

Ora il Governo punta ad ampliare l’iniziativa: la Farnesina sta preparando nuove operazioni di accoglienza e un nuovo invio di 100 tonnellate di aiuti alimentari, il più grande dall’inizio della crisi.
Le risorse provengono dal contributo delle principali realtà del Sistema Italia — istituzioni, imprese e organizzazioni del terzo settore — coordinate dal Ministero degli Esteri.

Formazione e “corridoi universitari”: investire nel futuro

Accanto agli aiuti umanitari, il Governo guarda anche al rafforzamento della formazione e della classe dirigente palestinese.
Già a inizio ottobre è stato avviato il progetto dei “corridoi universitari”, che ha permesso l’arrivo in Italia di studenti e ricercatori palestinesi beneficiari di borse di studio.
Nelle prossime settimane sono previste nuove missioni di accoglienza, con circa 60 nuovi arrivi tra studenti e familiari, che si aggiungeranno ai gruppi già inseriti nei programmi universitari italiani.

Per Tajani, “la formazione è la chiave per una Palestina stabile e autosufficiente”: un investimento sul capitale umano che mira a creare una pubblica amministrazione moderna ed efficiente, in grado di gestire la ricostruzione e i servizi essenziali nel dopoguerra.

Un impegno di lungo periodo

Il piano italiano per Gaza non si limita alla risposta immediata, ma intende costruire una presenza strutturata e duratura della cooperazione italiana nella regione.
Roma punta a essere ponte tra Europa e Medio Oriente, con un approccio che unisce solidarietà, diplomazia e formazione.

“Non basta inviare aiuti,” ha ribadito Tajani, “serve costruire una rete di relazioni e di competenze che resti anche dopo l’emergenza. La pace e la ricostruzione passano anche dalla scuola, dagli ospedali e dal cibo quotidiano.”

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×