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La Commissione Europea vuole imporre dazi e sanzioni a Israele. Il ministro degli esteri Saar: “Qualsiasi azione contro Israele riceverà una risposta adeguata”

La Commissione Europea minaccia dazi e sanzioni contro Israele per le azioni in Cisgiordania e Gaza, mentre Tel Aviv promette una risposta adeguata.

La Commissione Europea vuole imporre dazi e sanzioni a Israele. Il ministro israeliano degli esteri Saar: “Qualsiasi azione contro Israele riceverà una risposta adeguata”

La Commissione propone la sospensione parziale delle disposizioni commerciali dell’accordo di associazione UE-Israele, che prevedono un’agevolazione per quanto riguarda i dazi.

L’organo europeo ha intenzione inoltre di sanzionare il ministro delle finanze Smotrich e il ministro della sicurezza nazionale Ben-Gvir per le loro idee estremiste, così come tre coloni violenti e sei movimenti a loro collegati e dieci elementi del gruppo direttivo di Hamas.

È intenzione della Commissione quella di sospendere il sostegno bilaterale a Israele, mantenendo però la cooperazione con la società civile israeliana e gli aiuti all’ente nazionale per la memoria della Shoah a Gerusalemme, Yad Vashem.

Per l’approvazione delle proposte sarà necessario un esito positivo all’unanimità per quanto riguarda le sanzioni. Mentre la sospensione parziale delle disposizioni commerciali avverrà a maggioranza qualificata, ovvero con il medesimo voto da parte di almeno 2/3 della Commissione.

Benché Italia e Germania siano, insieme a Austria, Ungheria, Repubblica ceca e Bulgaria fra i Paesi europei che sostengono fermamente Israele, si dichiarano a favore delle sanzioni.

La presidentessa della Commissione Europea von der Leyen ha dichiarato su X: “Gli orribili eventi che si verificano quotidianamente a Gaza devono cessare. È necessario un cessate il fuoco immediato, un accesso illimitato per tutti gli aiuti umanitari e il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti da Hamas. L’Ue rimane il principale donatore di aiuti umanitari. Continuiamo inoltre a sostenere con fermezza la soluzione dei due Stati, che è stata compromessa dalle recenti azioni di insediamento del governo israeliano in Cisgiordania”.

Dichiarazione a cui poco dopo il ministro israeliano degli esteri Gideon Saar ha risposto tramite X: “Le raccomandazioni della Commissione Europea  sono perversioni morali e politiche e si spera che non vengano adottate. Qualsiasi azione contro Israele riceverà una risposta adeguata, e speriamo di non dover arrivare a questo”

Cosa comporterebbe l’operazione

La Commissione non vuole chiudere i rapporti commerciali con Israele, ma verranno “sospese le preferenze di favore”, come dichiara un funzionario UE. Ciò significa che, se la proposta dovesse essere approvata, Israele, che, tramite le disposizioni in pratica, stava godendo della mancanza di dazi, adesso dovrà mettere in pratica il trattamento generale previsto dall’organizzazione Mondiale del Commercio e quindi pagare gli oneri doganali come tutti gli altri stati.

Israele sarà però sottoposto ai dazi riguardanti l’agricoltura, mentre le armi, che non vengono prese in causa dal trattamento determinato dall’organizzazione Mondiale del Commercio, non saranno tassate.

Israele non godrà più inoltre del sostegno bilaterale, e quindi del supporto annuale di 6 milioni di euro stanziati nel 2025, ma non verranno sospesi i circa 20 milioni già designati a Yad Vishem per il sostegno della lotta contro l’antisemitismo e il supporto della vita ebraica. Anche i 10 milioni di euro stanziati per gli aiuti ai civili e alle organizzazioni non statuali non saranno sospesi.

Le sanzioni

Nel caso in cui le sanzioni ai ministri Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, accusati di incitamento all’odio e di guidare la politica espansionistica delle colonie, fossero approvate, questi andrebbero incontro al congelamento dei propri beni e al divieto di accesso in Ue.

Anche 10 membri del gruppo direttivo di Hamas e tre coloni violenti legati e i sei movimenti a loro collegati saranno sanzionati.

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