La Cina esprime cordoglio per la morte di Papa Francesco: notizia virale sui social nonostante la copertura mediatica limitata.
Nonostante la copertura limitata nei media ufficiali, la morte di Papa Francesco diventa virale sui social cinesi, con oltre 160 milioni di visualizzazioni e riflessioni sulla sua figura.
La Cina esprime cordoglio per la morte di Papa Francesco: notizia virale sui social nonostante la copertura mediatica limitata.
Nonostante la copertura limitata nei media ufficiali, la morte di Papa Francesco diventa virale sui social cinesi, con oltre 160 milioni di visualizzazioni e riflessioni sulla sua figura. Oggi anche il Cordoglio ufficiale.
La morte di Papa Francesco, annunciata ufficialmente dal cardinale Kevin Farrell il 21 aprile alle 7:35, ha scosso il mondo intero. Dai media internazionali ai capi di Stato, le reazioni sono state immediate e diffuse. Ma in Cina, la notizia della scomparsa del Pontefice è inizialmente passata quasi inosservata: relegata in brevi dispacci, nascosta tra le notizie secondarie, e ignorata dalle prime pagine dei principali quotidiani del Paese.
Silenzio istituzionale e spazio marginale nei media ufficiali
Nei minuti successivi all’annuncio vaticano, le testate online cinesi — a cominciare dal Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito Comunista Cinese — hanno riportato la notizia in poche righe, basandosi sul breve dispaccio inviato dall’agenzia di Stato Xinhua. Il titolo scelto, «Papa Francesco si è spento», introduceva un testo minimalista: «Nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, in Argentina, Francesco, il cui nome reale era Jorge Mario Bergoglio, era stato eletto Papa della Chiesa cattolica nel 2013». Nessun accenno alla sua figura spirituale, al suo pontificato, né alle sue battaglie per la pace e la giustizia sociale.
L’articolo è stato inserito nella sezione “Esteri” dei siti ufficiali, sia in lingua cinese che inglese, senza essere richiamato sulla home page. Per un lettore medio, non sembrava accaduto nulla di straordinario.
Un Pontefice con la Cina nel cuore
Papa Francesco aveva sempre dimostrato un forte interesse verso la Cina. Il viaggio che avrebbe desiderato più di ogni altro era proprio quello a Pechino — desiderio rimasto inesaudito. Durante il suo pontificato, era riuscito comunque a compiere un passo storico: nel 2018, Santa Sede e Repubblica Popolare firmarono un accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi, rinnovato poi nel 2020, nel 2022 e nell’ottobre del 2024. Un compromesso delicato, che ha regolato almeno in parte le relazioni tra il Vaticano e il governo cinese, pur senza stabilire piene relazioni diplomatiche, a causa del riconoscimento vaticano di Taiwan.
Il cambio di tono nel pomeriggio
Solo nel corso del pomeriggio, la testata Global Times — tabloid in lingua inglese legato al Quotidiano del Popolo — ha dedicato un articolo più articolato alla morte di Francesco. Posizionato in seconda linea nella homepage, il testo riprendeva fonti internazionali come la BBC e il Vaticano, citando il percorso del Papa e sottolineando l’importanza dell’accordo bilaterale del 2018. In chiusura, una nota di augurio per il miglioramento dei rapporti tra Cina e Vaticano, tratta però da una precedente dichiarazione del ministero degli Esteri del 2023.
In parallelo, la versione in mandarino del Global Times ha pubblicato un approfondimento in seconda pagina, riconoscendo che durante il pontificato di Francesco vi è stato un «miglioramento parziale» dei rapporti con la Cina. Sul sito della testata, la notizia della morte del Papa è arrivata ad essere la terza più letta.
Il primo commento ufficiale di Pechino
Il cordoglio ufficiale della Cina è arrivato solo successivamente, nella giornata di oggi, tramite una dichiarazione del ministero degli Esteri. Il portavoce Guo Jiakun ha affermato:
«Negli ultimi anni, la Cina e il Vaticano hanno mantenuto contatti costruttivi e condotto scambi amichevoli». Aggiungendo poi che Pechino è «disposta a compiere sforzi congiunti con il Vaticano per promuovere il continuo miglioramento delle relazioni bilaterali».
Nonostante la mancanza di relazioni diplomatiche formali — dovuta al riconoscimento di Taiwan da parte della Santa Sede — la dichiarazione segna un’apertura simbolica, seppur tardiva.
Un cordoglio che esplode sui social
Se i media ufficiali cinesi sono partiti in sordina, ben diversa è stata la reazione del pubblico. Sui social media, in particolare su Weibo (l’equivalente cinese di X/Twitter), la morte del Papa è diventata la notizia più cercata per oltre 17 ore, totalizzando più di 160 milioni di visualizzazioni.
L’hashtag su Jiao Huang — “l’Imperatore della Chiesa”, così viene chiamato il Papa in cinese — è balzato in vetta alle tendenze. I post variavano: dal racconto di un Papa vicino agli ultimi, al recupero di profezie millenarie e riferimenti a Nostradamus, fino ai suoi incontri con i leader mondiali.
La Chiesa in Cina: una realtà divisa
In Cina vivono circa 10,5 milioni di cattolici. Di questi, si stima che 6 milioni facciano parte dell’Associazione Patriottica Cattolica Cinese, un organismo sotto il controllo del Partito Comunista. Prima dell’accordo del 2018, i vescovi venivano nominati unilateralmente da Pechino, all’interno di uno schema di “coabitazione rispettosa” tra autorità religiosa e partito. L’accordo vaticano ha cercato di colmare questa frattura, pur tra molte criticità.
L’evidente contrasto tra media e popolo
Il contrasto tra la freddezza iniziale dei media cinesi e la partecipazione emotiva del pubblico sui social evidenzia una doppia realtà: da una parte, l’apparato statale che mantiene il controllo dell’informazione e tende a minimizzare eventi che non coinvolgano direttamente il potere centrale; dall’altra, una popolazione sempre più informata e connessa al resto del mondo, capace di manifestare cordoglio e interesse in modo spontaneo.
La figura di Papa Francesco, in Cina, resta per molti più simbolo di umanità e giustizia che guida religiosa. Ma la sua morte ha comunque risvegliato un’attenzione vasta e profonda, a dispetto del silenzio istituzionale iniziale.
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