Kiev, vertice europeo con Zelensky: Meloni in videoconferenza, pressing su Mosca per una tregua.
Macron, Starmer, Merz e Tusk a Kiev per mostrare sostegno all’Ucraina e chiedere un cessate il fuoco di 30 giorni. La premier italiana partecipa a distanza. Sul tavolo anche la ricostruzione post-bellica e nuove sanzioni contro la Russia.
Kiev, vertice europeo con Zelensky: Meloni in videoconferenza, pressing su Mosca per una tregua.
Macron, Starmer, Merz e Tusk a Kiev per mostrare sostegno all’Ucraina e chiedere un cessate il fuoco di 30 giorni. La premier italiana partecipa a distanza. Sul tavolo anche la ricostruzione post-bellica e nuove sanzioni contro la Russia.
Kiev – In un gesto fortemente simbolico e di alto impatto politico, i leader di Francia, Germania, Regno Unito e Polonia si sono riuniti oggi a Kiev per riaffermare il loro sostegno “incrollabile” all’Ucraina, in un momento di crescente tensione con la Russia. Il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer e il premier polacco Donald Tusk sono stati accolti nella capitale ucraina dal presidente Volodymyr Zelensky. All’incontro si è unita virtualmente anche la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, collegata in videoconferenza.
La visita arriva il giorno dopo la parata militare sulla Piazza Rossa di Mosca, con cui il presidente russo Vladimir Putin ha celebrato l’80° anniversario della vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale. Una ricorrenza che quest’anno si è trasformata in una dimostrazione muscolare, tra retorica patriottica e minacce implicite all’Occidente. Sullo sfondo, l’allarme lanciato dall’ambasciata americana in Ucraina, che ha invitato i cittadini statunitensi a esercitare “massima prudenza” a causa del rischio di un attacco aereo su larga scala “nei prossimi giorni”.
Una visita dal forte valore simbolico
I quattro leader europei hanno avviato la loro missione con una visita a Maidan, luogo-simbolo della resistenza ucraina, dove hanno reso omaggio alle vittime della guerra russa piantando bandiere in loro memoria. Da lì si sono poi recati al palazzo presidenziale per l’incontro con Zelensky, cui si sono aggiunti – in collegamento da remoto – Meloni e altri leader della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”.
Nel vertice si è discusso della creazione di una futura forza integrata aria-terra-marittima, che possa contribuire alla ricostruzione e alla sicurezza dell’Ucraina nel periodo post-bellico. L’iniziativa, ancora in fase embrionale, dovrebbe rappresentare un tassello fondamentale di un eventuale accordo di pace.
Appello per una tregua immediata
Nel corso della giornata, Macron, Merz, Starmer e Tusk hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui chiedono alla Russia un cessate il fuoco completo e incondizionato della durata di 30 giorni. La proposta, già sostenuta dagli Stati Uniti e accettata da Kiev lo scorso 11 marzo, è vista come una condizione indispensabile per aprire uno spiraglio a veri negoziati di pace.
“Lo spargimento di sangue deve cessare – si legge nella dichiarazione –. La Russia deve fermare la sua invasione illegale e l’Ucraina deve poter prosperare come nazione sovrana e sicura all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale”. I leader europei hanno anche avvertito che, in caso di rifiuto da parte di Mosca, saranno pronte nuove sanzioni congiunte.
Finora, il Cremlino ha risposto alla proposta occidentale annunciando unilateralmente una tregua di tre giorni a partire dall’8 maggio, interpretata da Kiev come un espediente per proteggere le celebrazioni russe da eventuali attacchi di droni. Nonostante l’annuncio, le ostilità lungo la linea del fronte non si sono fermate.
La coalizione occidentale prende forma
Durante l’incontro, è stata discussa anche la formazione di una “coalizione per la sicurezza futura”, destinata a fornire garanzie militari e logistiche all’Ucraina nel medio-lungo termine. Al momento, la leadership dell’iniziativa sembra essere nelle mani di Macron e Starmer, che negli ultimi mesi hanno intensificato i contatti bilaterali a Parigi e Londra per delinearne i contorni operativi.
Secondo fonti diplomatiche, l’obiettivo è quello di rafforzare le capacità difensive ucraine non solo nell’immediato, ma anche dopo un eventuale cessate il fuoco, puntando alla rigenerazione delle forze armate e alla costruzione di un sistema di sicurezza credibile e multilaterale.
La premier italiana Giorgia Meloni, sebbene non presente fisicamente a Kiev, ha voluto partecipare ai lavori del vertice attraverso un collegamento in videoconferenza. “L’Italia è presente – ha dichiarato – e continuerà a sostenere l’Ucraina, sul piano umanitario, militare e diplomatico. Riteniamo che la pace debba essere giusta, duratura e fondata sul rispetto del diritto internazionale”.
Meloni ha inoltre ribadito l’impegno italiano nella futura fase di ricostruzione del Paese, con particolare attenzione al rilancio dell’economia, alle infrastrutture e al sistema scolastico ucraino.
Nuove pressioni su Mosca e un tribunale per l’aggressione
Parallelamente al vertice, l’Unione Europea e Kiev hanno approvato l’istituzione di un tribunale speciale per giudicare i leader russi responsabili del “crimine di aggressione contro l’Ucraina”. Una mossa che segna un ulteriore irrigidimento nei confronti del Cremlino, e che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella risposta giuridica internazionale al conflitto.
La giornata di oggi segna un momento cruciale nella guerra in Ucraina, non solo per la presenza fisica e simbolica dei leader europei a Kiev, ma per il rilancio dell’idea di una soluzione negoziata sostenuta da una pressione diplomatica e militare coordinata. Resta ora da vedere quale sarà la risposta del Cremlino e se si aprirà davvero uno spiraglio per mettere fine a un conflitto che ha già provocato centinaia di migliaia di vittime e destabilizzato l’intero ordine europeo
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