Kenya, proteste contro il governo: almeno 12 morti e oltre 400 feriti
Clima teso in tutto il Paese, giovani in piazza martedì 25 giugno per chiedere giustizia e riforme dopo la morte del blogger Ojwang
Kenya, proteste contro il governo: almeno 12 morti e oltre 400 feriti
Un’ondata di proteste ha attraversato il Kenya martedì 25 giugno, periodo in cui si commemorava l’anniversario di un’altra rivolta che aveva portato all’assalto del Parlamento nel 2024. I primi bilanci, riferiti da gruppi per i diritti umani e organi ufficiali, parlano di almeno 12 morti e oltre 400 feriti, tra cui manifestanti, agenti di polizia e giornalisti.
La scintilla di questa nuova ondata di rabbia è stata la recente morte in custodia del blogger Albert Omondi Ojwang, avvenuta dopo la sua detenzione per post critici nei confronti delle forze di polizia. Il suo caso, molto sentito tra i giovani, ha innescato manifestazioni diffuse, in particolare a Nairobi, Nakuru, Mombasa e Kisumu .
Le cronache riferiscono di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine: uso massiccio di gas lacrimogeni, cannoni ad acqua, proiettili di gomma e, secondo Amnesty Kenya e la Kenya National Commission on Human Rights, anche armi da fuoco con vittime tra i civili. I feriti, stando alle associazioni mediche, superano i 400, di cui molti in condizioni definite “critiche”.
I cortei, organizzati principalmente da giovani della “Generazione Z”, hanno lanciato slogan contro la polizia e chiesto le dimissioni del presidente William Ruto, accusato di corruzione e cattiva gestione della crisi economica. Il governo, nel frattempo, ha imposto blocchi alla copertura mediatica dal vivo e rafforzato i cordoni di sicurezza intorno al Parlamento e ad altri edifici pubblici importanti.
Il presidente Ruto ha fatto appello alla calma, esprimendo preoccupazione per la stabilità nazionale: “Non possiamo permetterci di distruggere la nazione” ha detto, sottolineando la necessità di un dialogo pacifico . Tuttavia, le organizzazioni per i diritti hanno criticato la repressione violenta, denunciando un uso eccessivo della forza che ha portato a tragedie analoghe a quelle del giugno 2024, quando oltre 60 persone persero la vita e il Parlamento fu incendiato.
L’episodio di Ojwang in particolare ha riacceso il dibattito sull’abuso di potere delle forze di polizia e sulla libertà di espressione in Kenya. Il suo caso ha contribuito ad animare una protesta dai contorni meno focalizzati su singole richieste, ma più scandita da una domanda di trasparenza, giustizia e riforme strutturali .
Il bilancio delle vittime e dei feriti resta ancora provvisorio, mentre le tensioni rimangono alte. Le autorità hanno confermato numerosi arresti, ma non hanno fornito cifre ufficiali, alimentando le preoccupazioni sulle possibili violazioni dei diritti civili.
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