Italia in primo piano al G7+ Energia: sostegno rafforzato all’Ucraina in vista dell’inverno 2025-2026.
Nella riunione ministeriale convocata su richiesta di Kiev, i Paesi del G7 ribadiscono il supporto alla sicurezza energetica ucraina, mentre Roma annuncia nuovi interventi e l’Europa insiste su riforme strutturali e lotta alla corruzione.
Italia in primo piano al G7+ Energia: sostegno rafforzato all’Ucraina in vista dell’inverno 2025-2026.
La riunione ministeriale del Coordinamento G7+ Energia, convocata su richiesta delle autorità ucraine, ha assunto ieri i contorni di un passaggio strategico nella preparazione dell’inverno 2025-2026. L’incontro, co-presieduto dalla Commissione europea e dalla presidenza canadese del G7, con la partecipazione della premier ucraina Julija Svyrydenko, si è concentrato sull’analisi dei fabbisogni energetici del Paese, sempre più vulnerabile a causa dei ripetuti attacchi alle infrastrutture critiche e di un quadro umanitario che resta drammatico. Per l’Italia è intervenuta, su delega del ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Sottosegretario Maria Tripodi, a testimonianza di un ruolo che Roma considera prioritario all’interno della Piattaforma Donatori per l’Ucraina. Tale iniziativa internazionale si conferma infatti uno dei pilastri del sostegno immediato alla ricostruzione e al rafforzamento strutturale del sistema energetico ucraino, con l’obiettivo di integrarlo progressivamente negli standard europei.
L’allarme italiano sulla strategia russa e il nuovo pacchetto di aiuti
Nel suo intervento, Tripodi ha rilanciato l’urgenza di mantenere alta l’attenzione pubblica e diplomatica sulla condizione energetica dell’Ucraina, sottolineando come l’intensificarsi degli attacchi russi mira a trasformare l’inverno in uno strumento di pressione contro la popolazione civile. In questo contesto, ha ribadito il contributo di primo piano dell’Italia, che ha già predisposto un nuovo pacchetto di aiuti per affrontare la stagione fredda 2025-2026. L’iniziativa comprende un contributo di 10 milioni di euro allo Ukraine Energy Support Fund, circa 100 milioni destinati all’acquisto di generatori, trasformatori e altre attrezzature attraverso imprese italiane, oltre a donazioni provenienti dal settore privato. Tra queste spiccano i pannelli fotovoltaici forniti da Enel nell’ambito del progetto “Ray of Hope II”, simbolo di una collaborazione che punta anche a promuovere soluzioni energetiche sostenibili.
Il contributo complessivo dell’Italia e l’impegno per la sicurezza nucleare
Tripodi ha richiamato inoltre il quadro più ampio del contributo italiano, che dal 2022 ha superato i 130 milioni di euro tra rafforzamento del sistema energetico ucraino, sviluppo di infrastrutture urbane sostenibili e fornitura di turbine ad alta efficienza. Roma continua a svolgere un ruolo attivo anche sul fronte della sicurezza nucleare, sostenendo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica attraverso contributi volontari pari a 5,6 milioni di euro nel periodo 2022-2025. Un impegno destinato a rafforzare le attività di safety e security presso i principali siti nucleari ucraini, considerati obiettivi sensibili in un conflitto che ha più volte minacciato la stabilità energetica e ambientale dell’intera regione.
Un vertice virtuale dal forte peso politico
Parallelamente, il G7+ Ukraine Energy Coordination Group, riunito in formato virtuale, ha ribadito con nettezza il sostegno alla sicurezza energetica dell’Ucraina e la condanna dei raid russi contro infrastrutture civili e strategiche. L’incontro, guidato dall’Alta rappresentante dell’Ue Kaja Kallas e dalla ministra degli Esteri canadese Anita Anand, insieme alla premier ucraina e al commissario europeo all’Energia Dan Jørgensen, ha riaffermato il sostegno incrollabile all’integrità territoriale e alla sovranità dell’Ucraina, richiamando le precedenti dichiarazioni dei ministri degli Esteri e dell’Energia del G7.
La rete energetica sotto attacco e le conseguenze umanitarie
Nel comunicato finale, il gruppo ha denunciato come da quasi quattro anni la Russia colpisca in maniera sistematica la rete elettrica, i gasdotti, le sottostazioni delle centrali nucleari e gli impianti di energia rinnovabile ucraini. Questi attacchi hanno provocato danni crescenti, lasciando milioni di persone senza riscaldamento, luce e servizi essenziali. Un impatto particolarmente pesante per le fasce più vulnerabili della popolazione, che si trovano a dover affrontare l’instabilità energetica nel mezzo di un conflitto ancora lontano da una soluzione.
Gli impegni del G7+ per sostenere Kiev e la richiesta di un cessate il fuoco
Il G7+ ha rinnovato la richiesta di un cessate il fuoco immediato, completo e incondizionato, definito come condizione preliminare verso una pace giusta e duratura. Nel frattempo, i Paesi partecipanti hanno delineato una serie di impegni concreti per rafforzare la posizione di Kiev. Tra le priorità figurano l’aumento della resilienza del sistema energetico attraverso difese aeree attive e passive, il potenziamento delle capacità di riparazione e ripristino con attrezzature non reperibili localmente, la garanzia di forniture sufficienti di gas ed elettricità per l’inverno 2025-2026 e il sostegno finanziario al Fondo energetico ucraino. Particolare attenzione è stata dedicata anche all’espansione della platea dei donatori internazionali, all’accelerazione delle riforme del mercato energetico e al rafforzamento della governance delle imprese statali, spesso oggetto di indagini e verifiche.
Il nodo della corruzione e il paradosso europeo
Un capitolo centrale della riunione è stato dedicato alla lotta alla corruzione, tema sensibile e tuttora irrisolto nel sistema politico ed economico ucraino. I partecipanti hanno sottolineato la necessità di rendere pienamente operative istituzioni anticorruzione forti e indipendenti, adottare una strategia nazionale adeguata e garantire indagini efficaci sui casi emersi. È stata inoltre richiamata l’importanza di consolidare l’indipendenza dell’autorità di regolazione dell’energia, componente essenziale per la credibilità delle future riforme di mercato. Un passaggio che porta con sé un implicito paradosso: l’Unione europea sostiene da oltre tre anni un Paese che continua a presentare livelli di corruzione tra i più elevati al mondo, approvando al tempo stesso la roadmap delle riforme che Kiev dichiara di aver completato, incluse quelle relative alla trasparenza e alla governance.
Uno scenario complesso che richiede continuità politica e diplomatica
La riunione del Coordinamento G7+ Energia e il successivo vertice del G7+ Ukraine Energy Coordination Group confermano la complessità dello scenario energetico ucraino e la necessità di un impegno internazionale costante. Con l’inverno 2025-2026 alle porte e una guerra ancora in corso, il sostegno politico, finanziario e tecnico dei partner occidentali appare decisivo per garantire al Paese non solo la sopravvivenza della sua rete energetica, ma anche la possibilità di costruire un futuro più stabile, resiliente e integrato nel contesto europeo.
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