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Israele-Iran, la guerra infuria: raid su Teheran, oltre 200 morti. Netanyahu: “Khamenei non è off limits”.

Missili balistici iraniani lanciati contro Israele, mentre l’aviazione israeliana colpisce duramente la capitale iraniana e obiettivi strategici. Sale a 14 il numero degli scienziati nucleari iraniani uccisi. La comunità internazionale tenta una difficile mediazione.

Israele-Iran, la guerra infuria: raid su Teheran, oltre 200 morti. Netanyahu: “Khamenei non è off limits”.

Missili balistici iraniani lanciati contro Israele, mentre l’aviazione israeliana colpisce duramente la capitale iraniana e obiettivi strategici. Sale a 14 il numero degli scienziati nucleari iraniani uccisi. La comunità internazionale tenta una difficile mediazione.

La guerra aperta tra Israele e Iran ha raggiunto una nuova e drammatica intensità. Dall’inizio dei raid israeliani su Teheran e altri obiettivi strategici in Iran, si contano oltre 200 morti e almeno 650 feriti. Lo riferiscono fonti di sicurezza locali, secondo cui le operazioni militari condotte da Israele coinvolgono anche azioni dell’intelligence sul territorio iraniano. A Teheran, la popolazione tenta la fuga, mentre le autorità hanno invitato i cittadini a rifugiarsi nelle metropolitane e nelle moschee.

Secondo le forze armate israeliane (IDF), è stato colpito il quartier generale nucleare dell’Iran. Il portavoce dell’esercito, generale Effi Defrin, ha dichiarato: “Il regime terroristico iraniano prende di mira i nostri civili, mentre noi colpiamo infrastrutture militari e nucleari. Nessun obiettivo è off limits, nemmeno la guida suprema Khamenei”.

Missili su Israele, allarme rientrato a Tel Aviv

L’Iran ha risposto con decine di missili balistici, causando 13 morti in Israele, tra cui tre bambini. Le sirene d’allarme sono risuonate a Tel Aviv, Gerusalemme, Golan e Cisgiordania, ma gran parte dei missili sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerea. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato il bilancio: 9 feriti gravi, 30 di media entità e 341 lievi. Lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 30 giugno.

Teheran sotto attacco, colpiti ministeri e siti sensibili

Israele ha lanciato una pioggia di bombardamenti su almeno 20 siti strategici nella capitale iraniana. Tra questi, il ministero dell’Intelligence, il ministero dell’Interno, il comando della polizia, aree residenziali e vie cruciali come l’autostrada Hemmat. Colpiti anche i pressi degli aeroporti internazionali Khomeini e Mehrabad. Un drone israeliano ha centrato la sede della polizia centrale di Teheran. Fonti ufficiali iraniane riferiscono che molte delle vittime sono donne e bambini.

Nel frattempo, 14 scienziati nucleari iraniani sono stati uccisi da venerdì, in parte con autobombe. Tra loro vi sarebbero successori diretti di Mohsen Fakhrizadeh, il padre del programma nucleare iraniano, assassinato nel 2020.

Escalation diplomatica e allerta regionale

Il ministro degli Esteri iraniano ha avvertito: “Non vogliamo estendere la guerra alla regione, a meno che non ci venga imposto”. Ma il rischio è concreto. Le Brigate Hezbollah in Iraq hanno minacciato attacchi contro Stati Uniti e Israele, in caso di intervento americano. Due droni lanciati verso Israele sono stati abbattuti dalla coalizione internazionale in Iraq, mentre il centro del ministero della Difesa iraniano a Isfahan è stato colpito.

L’Iran ha sospeso la cooperazione “come prima” con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), accusandola di “silenzio” sugli attacchi ai siti nucleari. “È assurdo che questi siti pacifici vengano attaccati e l’agenzia rimanga in silenzio”, ha detto Kazem Gharibabadi, viceministro responsabile per il nucleare.

Diplomazia in fermento: il pressing dell’Italia, le mosse di Trump e Macron

La premier Giorgia Meloni, giunta in Canada per il G7 di Kananaskis, insiste sulla linea italiana di “pressione su entrambe le parti per evitare l’escalation”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo in Parlamento, ha ribadito: “Nessuna ambiguità: l’Iran non deve avere l’atomica, ma Israele ha diritto a difendersi. Lavoriamo per una de-escalation”.

Il presidente francese Emmanuel Macron, da Groenlandia, ha auspicato un ritorno alla calma “nelle prossime ore”, invitando a riaprire i negoziati sul programma nucleare iraniano. Ha confermato colloqui recenti con il presidente iraniano e con Donald Trump: “Dobbiamo evitare nuove escalation”.

Trump: “Pace grazie al mio intervento. Putin? Può mediare”

Donald Trump, intervistato da ABC News, ha annunciato un’intensa attività diplomatica: “Numerosi incontri e telefonate sono in corso. La pace arriverà presto grazie al mio intervento”. Il presidente USA ha aperto all’ipotesi di una mediazione di Vladimir Putin, affermando: “È pronto, ne abbiamo parlato”. Tuttavia, Mike Pence lo ha ammonito: “Non ci si rivolga a Putin. È pericoloso coinvolgerlo in questo conflitto”.

Trump ha ammesso che un coinvolgimento americano nel conflitto è possibile, ma per ora gli Stati Uniti “non sono direttamente impegnati”.

Dietro le quinte, tentativi di mediazione

Un alto funzionario del governo israeliano ha confermato che “sono in corso tentativi di mediazione dietro le quinte”, anche se al momento “non esiste alcuna proposta concreta di cessate il fuoco”. Israele, ha aggiunto il funzionario, “non è sotto pressione per fermarsi. Abbiamo ancora molte sorprese”.

Il conflitto Israele-Iran ha assunto le dimensioni di una guerra a tutto campo, con gravi conseguenze per la popolazione civile, per la stabilità del Medio Oriente e per l’intero equilibrio geopolitico globale. I segnali di una possibile mediazione ci sono, ma lo spettro di un allargamento regionale e di un confronto diretto tra potenze resta concreto. Il G7 in Canada si preannuncia come un banco di prova decisivo per evitare che questa guerra diventi irreversibile.

 

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