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Israele e Hamas: il termine della prima fase dell’accordo tra tregua in bilico e stallo nei negoziati 

Israele e Hamas: la tregua è a rischio mentre i negoziati al Cairo faticano a trovare un accordo. Gli ostaggi restano un nodo cruciale.

Israele e Hamas: il termine della prima fase dell’accordo tra tregua in bilico e stallo nei negoziati 

Il conflitto tra Israele e Hamas continua a restare senza una soluzione chiara, con negoziati difficili e un futuro incerto per la tregua. Mentre Israele propone di prolungare la prima fase dell’accordo per altri 42 giorni, Hamas si oppone fermamente, ritenendo che questa strategia favorisca solo Tel Aviv senza portare a una vera risoluzione del conflitto. Il tavolo delle trattative al Cairo, aperto giovedì, non ha ancora prodotto risultati concreti, e l’arrivo del segretario di Stato USA Steve Witkoff in Medio Oriente potrebbe essere determinante per sbloccare la situazione.

Braccio di ferro tra Israele e Hamas: il punto sui negoziati

La tregua attuale è entrata in vigore il 19 gennaio e ha portato al rilascio di 33 ostaggi israeliani – di cui otto deceduti – in cambio della scarcerazione di circa 1.800 prigionieri palestinesi. Tuttavia, la fine della prima fase dell’accordo ha aperto nuove tensioni, con Israele che vorrebbe mantenere lo schema di scambio attuale, mentre Hamas lo respinge categoricamente.

Secondo le dichiarazioni di Hazem Qassem, portavoce di Hamas, “Israele sta cercando di recuperare gli ostaggi mantenendo l’opzione di riprendere i combattimenti a Gaza“, un’accusa che riflette la profonda sfiducia tra le parti. La delegazione israeliana, dopo aver avanzato la proposta di estensione al Cairo, è rientrata a Tel Aviv, lasciando intendere che i negoziati potrebbero continuare da remoto. Tuttavia, il dialogo è al momento sospeso e non ci sono segnali di un’imminente ripresa.

Hamas ha dichiarato che non ci saranno ulteriori rilasci di ostaggi senza un chiaro impegno da parte di Israele sulla fine della guerra. Il gruppo islamista considera i prigionieri detenuti una “carta vincente” e potrebbe chiedere la liberazione di 150 detenuti palestinesi per ogni ostaggio rilasciato. Restano prigionieri a Gaza in 59, soldati e civili, 24 potrebbero essere ancora vivi.

Netanyahu valuta la ripresa della guerra: gli scenari possibili

Con i negoziati bloccati e la tregua appesa a un filo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta prendendo in considerazione la possibilità di riprendere le operazioni militari. Secondo i media israeliani nazionali il governo israeliano ritiene che le richieste di Hamas siano inaccettabili e sta valutando diverse alternative militari per mettere pressione sul gruppo islamista.

L’esercito israeliano ha anche presentato un nuovo piano per la gestione di Gaza, che prevede un controllo più stretto rispetto al periodo prebellico. Il progetto, discusso con l’ONU e le organizzazioni umanitarie, include la distribuzione di aiuti attraverso hub logistici controllati direttamente dall’IDF. Questa strategia suggerisce che Israele potrebbe non essere disposto a un ritiro completo dall’enclave palestinese, sollevando nuovi dubbi sulla reale intenzione di porre fine alla guerra.

Gli analisti ritengono che la ripresa della guerra dipenderà in gran parte dall’andamento dei negoziati e dalla posizione della comunità internazionale. Netanyahu, già sotto pressione politica a livello interno, potrebbe decidere di optare per una linea dura per rafforzare il sostegno della sua coalizione di governo.

Gli effetti del conflitto

Mentre i leader discutono di strategie e negoziati, la popolazione civile continua a soffrire. In Israele, la settimana è stata segnata da funerali e commemorazioni per le vittime del conflitto. Migliaia di persone hanno partecipato alle cerimonie in onore degli ostaggi restituiti senza vita da Hamas, un evento che ha profondamente scosso l’opinione pubblica israeliana.

A Gaza, invece, la situazione umanitaria rimane drammatica. Il cessate il fuoco ha permesso una parziale ripresa della distribuzione di aiuti, ma le condizioni di vita nella Striscia restano precarie.

Secondo l’ONU, la popolazione di Gaza ha urgente bisogno di alloggi sicuri e di rifornimenti essenziali.

Tregua fragile, futuro incerto

La situazione tra Israele e Hamas rimane estremamente tesa. Se da un lato Hamas rifiuta qualsiasi compromesso senza garanzie sulla fine della guerra, dall’altro Israele non sembra disposto a ritirarsi completamente dalla Striscia di Gaza.

Israele e Hamas: il termine della prima fase dell'accordo tra tregua in bilico e stallo nei negoziati I prossimi giorni saranno cruciali per determinare il futuro della tregua e dell’intero conflitto. L’arrivo del segretario di Stato USA Steve Witkoff potrebbe portare a nuove pressioni diplomatiche, ma il rischio di un’ulteriore escalation militare resta alto.

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