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Israele e Hamas firmano a Doha l’accordo di tregua a Gaza

Tregua tra Israele e Hamas: firmato l'accordo a Doha, ma le tensioni politiche interne e i raid militari mettono a rischio l'intesa.

Israele e Hamas firmano a Doha l’accordo di tregua a Gaza.

Israele e Hamas: firmato l’accordo di tregua tra tensioni e scontri Interni

In un momento di crescente tensione, Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar hanno ufficialmente firmato un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio di ostaggi. La firma è avvenuta a Doha, come riportato dal media israeliano Ynet e dal sito americano Axios. L’intesa, siglata anche dal consigliere di Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, e dall’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, rappresenta un risultato frutto di complesse trattative diplomatiche.

Secondo quanto dichiarato, la tregua dovrebbe entrare in vigore domenica, con il rilascio dei primi ostaggi previsto per mezzogiorno. Tuttavia, la situazione rimane delicata, con elementi dell’ultradestra israeliana che minacciano di ostacolare il processo.

Resistenze interne e scontri politici

Le tensioni politiche in Israele rischiano di compromettere l’accordo. L’ultradestra, guidata da figure come Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, ha criticato l’intesa, considerandola un compromesso inaccettabile. Ben Gvir, leader della Sicurezza Nazionale, ha annunciato la sua intenzione di dimettersi qualora l’accordo venga approvato senza un impegno scritto per la ripresa delle operazioni militari contro Hamas. Nonostante queste pressioni, il primo ministro Benjamin Netanyahu sembra determinato a portare avanti l’intesa, anche a costo di rinviare la sua attuazione per ottenere un consenso più ampio.

Secondo le fonti, Netanyahu avrebbe incontrato Smotrich più volte per cercare un compromesso, mentre il ministro delle Finanze ha chiesto che il ritorno alle operazioni militari sia garantito una volta completato il rilascio dei primi ostaggi.

Il ruolo cruciale della diplomazia internazionale

Dietro le quinte, la diplomazia ha giocato un ruolo fondamentale. A Doha, i negoziatori hanno lavorato intensamente per superare le divergenze, con il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, impegnato in una trattativa serrata sui nomi dei detenuti palestinesi da rilasciare. I rappresentanti americani, McGurk e Witkoff, sono rimasti sul posto per supervisionare i dettagli, mentre da Washington il portavoce John Kirby ha espresso fiducia nella riuscita dell’accordo, pur ammettendo che alcuni aspetti richiedono ulteriori chiarimenti.

Una tregua fragile

Nonostante l’accordo, la situazione sul campo rimane esplosiva. Gli ultimi raid israeliani sulla Striscia di Gaza hanno causato almeno 81 morti e 188 feriti, secondo il ministero della Sanità legato ad Hamas. L’esercito israeliano ha annunciato di aver colpito obiettivi chiave, tra cui Muhammad Hasham Zahedi Abu Al-Rus, membro di spicco della cellula terroristica Nukhba.

Dalla parte palestinese, il portavoce delle Brigate al-Qassam, Abu Obeida, ha denunciato un attacco israeliano contro un luogo in cui era tenuta in ostaggio una donna, avvenuto nonostante l’annuncio della tregua.

Reazioni internazionali

Gli Stati Uniti si aspettano che l’accordo venga rispettato a partire da domenica, mentre l’Unione Europea ha espresso un cauto ottimismo, sottolineando l’importanza di passare “dalle parole ai fatti”. Tuttavia, le controversie e i timori di una ripresa delle ostilità rendono incerto il futuro di questa tregua.

La firma dell’accordo rappresenta un passo importante verso una pausa nel conflitto, ma il cammino è ancora lungo e pieno di insidie. Le tensioni interne in Israele e le continue operazioni militari rischiano di minare la stabilità di una tregua fragile. Mentre il mondo osserva, la speranza è che questo cessate il fuoco possa aprire la strada a un dialogo più duraturo tra le parti.

Israele e Hamas firmano l'accordo di tregua a Doha.

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