CAMBIA LINGUA

Israele colpisce l’Iran: attacco massiccio ai siti nucleari, uccisi vertici militari e scienziati.

Operazione "Rising Lion": lanciati oltre 200 raid su otto città iraniane. Teheran risponde con più di 100 droni. Uccisi i generali Bagheri e Salami, Israele dichiara lo stato d’emergenza. Trump: “Avvisato in anticipo, ma gli Usa non sono coinvolti”.

Israele colpisce l’Iran: attacco massiccio ai siti nucleari, uccisi vertici militari e scienziati.

Operazione “Rising Lion”: lanciati oltre 200 raid su otto città iraniane. Teheran risponde con più di 100 droni. Uccisi i generali Bagheri e Salami, Israele dichiara lo stato d’emergenza. Trump: “Avvisato in anticipo, ma gli Usa non sono coinvolti”.

È iniziata con un boato nella notte l’operazione militare più vasta mai condotta da Israele contro l’Iran. Oltre 200 aerei da guerra hanno attraversato lo spazio aereo mediorientale, lanciando una serie di raid su oltre 100 obiettivi strategici in almeno otto città iraniane, tra cui Teheran, Tabriz, Esfahan, Arak e Natanz, centro nevralgico del programma nucleare iraniano. Secondo le autorità israeliane, l’attacco ha colpito in modo diretto lo Stato Maggiore delle forze armate iraniane e ucciso figure di primo piano del programma nucleare. Teheran, travolta da esplosioni e colpi di artiglieria, promette una risposta “legale, legittima e devastante”.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato ufficialmente l’avvio dell’Operazione Rising Lion, definendola “un colpo d’apertura riuscito per eliminare una minaccia esistenziale”. Tra i bersagli, secondo fonti israeliane e occidentali, anche scienziati chiave del programma nucleare, tra cui Mohammad Mehdi Tehranchi e Fereydoun Abbasi, e due alti ufficiali: Mohammad Bagheri, capo di stato maggiore, e Hossein Salami, comandante delle Guardie della Rivoluzione. La televisione iraniana ha confermato la loro morte.

La risposta di Teheran: droni e fuoco

Nel corso della notte, la contraerea iraniana ha risposto all’attacco con il lancio di oltre 100 droni verso Israele. Lo ha riferito l’esercito israeliano (IDF), che ha dichiarato lo stato di emergenza speciale su tutto il territorio. I droni, secondo il portavoce militare, sono ancora in fase di intercettazione, mentre le sirene sono risuonate nel nord di Israele e lungo il confine con la Siria.

“Abbiamo raggiunto un punto di non ritorno”, ha dichiarato il capo di Stato Maggiore israeliano Eyal Zamir. “Non avevamo altra scelta. L’Iran rappresenta una minaccia esistenziale per Israele e abbiamo agito per garantirci un futuro sicuro”.

Netanyahu: “Colpito il cuore del programma nucleare iraniano”

Il premier Netanyahu, in un videomessaggio accanto ai ministri della Difesa e degli Affari strategici, ha giustificato l’attacco come “preventivo”: “Abbiamo colpito il cuore del loro programma nucleare e missilistico. Israele non permetterà all’Iran di acquisire l’arma nucleare”.

Il Mossad, secondo quanto riportato da Axios, avrebbe parallelamente condotto operazioni di sabotaggio all’interno del territorio iraniano. Le esplosioni, infatti, non si sono limitate ai cieli: numerosi blackout, incendi e interruzioni di internet sono stati segnalati nelle ore successive ai raid.

Civili colpiti e nuove minacce

Teheran denuncia la morte di numerosi civili, donne e bambini, in particolare nella capitale, dove alcune bombe avrebbero colpito complessi residenziali. Le immagini trasmesse dalla televisione di Stato mostrano colonne di fumo nero levate dal sito di arricchimento dell’uranio di Natanz, mentre una nuova esplosione ha investito l’impianto nelle prime ore del mattino.

Il leader supremo Ali Khamenei ha promesso una “dura punizione”: “La mano malvagia e sanguinaria di Israele ha mostrato il suo vero volto. La vendetta sarà implacabile”.

Reazioni internazionali: gli Stati Uniti si chiamano fuori

La portata dell’attacco ha scosso le cancellerie mondiali. Il presidente Donald Trump, intervistato da Fox News, ha ammesso di essere stato “avvisato in anticipo” da Israele, pur sottolineando che gli Stati Uniti non sono coinvolti nelle operazioni. “L’Iran non deve avere la bomba”, ha ribadito, ma l’Amministrazione ha sottolineato, per voce del segretario di Stato Marco Rubio, che si è trattato di una “azione unilaterale” da parte israeliana.

Trump ha convocato una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Nazionale, mentre il Dipartimento di Stato ha intensificato le misure di sicurezza per il personale americano in Medio Oriente. “Non vogliamo un’escalation – ha detto Rubio – ma difenderemo le nostre truppe e i nostri interessi”.

In Italia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato per questa mattina una riunione straordinaria alla Farnesina con gli ambasciatori dei paesi coinvolti. “Massima attenzione alla sicurezza dei nostri cittadini nell’area”, ha dichiarato.

“Non sarà un attacco di un solo giorno”

Fonti israeliane citate dalla CNN hanno avvertito: “Ci saranno altri attacchi. Non è un’operazione di un solo giorno”. L’intervento di oggi rappresenta la risposta più radicale mai attuata da Israele, dopo anni di guerra silenziosa fatta di omicidi mirati, cyberattacchi e sabotaggi.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha confermato che il sito di Natanz è stato colpito e sta monitorando i livelli di radiazione. La situazione, avverte il direttore Rafael Grossi, è “profondamente preoccupante”.

Scenario aperto, diplomazia muta

Mentre le sirene continuano a suonare e i cieli di Teheran e Tel Aviv restano minacciosi, il rischio di una guerra regionale cresce di ora in ora. L’Iran ha promesso vendetta, Israele si prepara alla rappresaglia. La diplomazia tace. L’ombra della guerra totale tra due potenze regionali non è mai sembrata così vicina.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×