Israele bandisce l’Unrwa: cosa prevede il divieto israeliano alle attività ONU per i rifugiati palestinesi
Unrwa bandita da Israele: rischio emergenza per i rifugiati palestinesi. Personale espulso e aiuti bloccati, tra accuse e proteste globali. Il divieto israeliano solleva dubbi sulla distribuzione degli aiuti a Gaza e in Cisgiordania.
Israele bandisce l’Unrwa: cosa prevede il divieto israeliano alle attività ONU per i rifugiati palestinesi
Dal 30 gennaio, Israele ha ufficialmente vietato le attività dell’Unrwa, L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente. La decisione, annunciata dall’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon, è sostenuta dagli Stati Uniti e ha sollevato dure reazioni internazionali, tra cui la condanna del segretario generale dell’ONU António Guterres, che ha chiesto a Israele di ritirare il divieto.
I primi effetti della decisione israeliana
La legge, approvata nell’ottobre 2024 dalla Knesset, impedisce a qualsiasi ente israeliano di collaborare con l’Unrwa. Sebbene il divieto riguardi ufficialmente solo il territorio israeliano, potrà avere ripercussioni anche nei territori occupati come Gerusalemme Est e la Cisgiordania, e soprattutto sulla distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
Le prime conseguenze concrete del divieito sono già visibili:
- Espulsione del personale internazionale: Israele non ha rinnovato i visti ai 25 dipendenti internazionali dell’Unrwa, costringendoli a lasciare il paese.
- Confisca delle strutture: L’agenzia ha dovuto abbandonare la sua sede centrale a Gerusalemme Est, svuotata nella notte del 29 gennaio.
- Blocco dei finanziamenti: La banca israeliana Leumi ha congelato 2,8 milioni di dollari di fondi appartenenti all’Unrwa.
- Difficoltà nella distribuzione degli aiuti a Gaza: L’Unrwa è considerata la “spina dorsale” degli aiuti umanitari nella Striscia, dove assiste 1,7 milioni di rifugiati palestinesi. Senza il suo coordinamento, il flusso degli aiuti potrebbe essere compromesso.
Proteste e reazioni internazionali
Il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha denunciato la decisione israeliana come una violazione del diritto internazionale, sottolineando che Israele non ha sovranità sui Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est. Anche l’Unrwa ha espresso preoccupazione, affermando che il blocco mette a rischio milioni di vite.
Il governo israeliano ha giustificato la decisione sostenendo che alcuni impiegati dell’Unrwa avrebbero partecipato all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. A seguito di un’indagine interna, l’agenzia ha licenziato alcuni dipendenti, ma ha sempre respinto le accuse di complicità con Hamas.
Nonostante il divieto, l’Unrwa ha dichiarato che continuerà a operare nei Territori palestinesi. «Noi rimaniamo aperti come sempre. A Gerusalemme Est ci sono 1.100 studenti palestinesi e decine di migliaia di pazienti che contano sui nostri servizi», ha dichiarato Juliette Touma, portavoce dell’agenzia.
La destra israeliana esulta ma l’applicazione del divieto crea disordini
La decisione è stata celebrata dai settori più estremisti del governo israeliano. Il vicesindaco di Gerusalemme, Arieh King, ha definito l’Unrwa una “organizzazione ostile e nazista” e ha organizzato un evento per festeggiare la chiusura della sede a Gerusalemme Est.
Tuttavia, ci sono ancora molte incertezze su come verrà applicato il divieto, anche da parte delle stesse autorità israeliane, visto che da un lato le banche israeliane non sanno se devono bloccare tutti i fondi dell’Unrwa, mentre dall’altro l’esercito non ha chiarito se può collaborare con l’Unrwa in caso di emergenze umanitarie.
Le possibile conseguenze della decisione
Con circa 6 milioni di rifugiati palestinesi sotto la sua tutela in Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria e Giordania, l’Unrwa è un pilastro dell’assistenza umanitaria in Medio Oriente. Il suo ruolo nella fornitura di cibo, assistenza sanitaria ed educativa è considerato essenziale.
L’Unione Europea e diversi paesi arabi hanno espresso forte preoccupazione per le conseguenze del divieto, mentre la comunità internazionale è divisa tra chi appoggia Israele e chi chiede di garantire continuità agli aiuti umanitari.
La situazione rimane incerta, ma la messa al bando dell’Unrwa rischia di aggravare la crisi umanitaria nei Territori palestinesi e alimentare nuove tensioni nel conflitto israelo-palestinese.
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