Iran sotto attacco: almeno 224 morti nei raid israeliani. Uccisi alti ufficiali Pasdaran, Khamenei rifugiato in un bunker sotterraneo
Oltre 220 morti in Iran dopo 65 ore di raid israeliani: colpiti civili e alti ufficiali Pasdaran. La Guida Suprema Khamenei rifugiata in un bunker a Teheran.
Iran sotto attacco: almeno 224 morti nei raid israeliani. Uccisi alti ufficiali Pasdaran, Khamenei rifugiato in un bunker sotterraneo.
Il bilancio dei bombardamenti israeliani contro l’Iran è drammatico: oltre 220 vittime, la maggior parte civili. Colpita anche la leadership militare delle Guardie Rivoluzionarie. La Guida Suprema Khamenei evacuata in un bunker a Teheran.
TEHERAN – Una nuova, sanguinosa escalation nel conflitto mediorientale. Secondo quanto riportato dal Ministero iraniano della Salute, almeno 224 persone sono state uccise in Iran in seguito ai raid israeliani iniziati venerdì scorso. “Dopo 65 ore di aggressione da parte del regime sionista, 224 donne, uomini e bambini sono morti come martiri”, ha dichiarato su X il portavoce ministeriale Hossein Kermanpour, sottolineando che oltre il 90% delle vittime sono civili.
Le operazioni militari israeliane hanno colpito diversi obiettivi strategici e civili in varie zone del Paese, segnando una delle azioni più aggressive contro l’Iran negli ultimi anni. Le autorità iraniane parlano apertamente di un attacco su larga scala, mentre le immagini provenienti da Teheran e da altre città mostrano edifici sventrati, colonne di fumo e famiglie in fuga.
Colpita la leadership dei Pasdaran: morto il capo dell’intelligence
Tra le vittime anche Mohammad Kazemi, capo del dipartimento di intelligence delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, noto per il suo ruolo chiave nella sicurezza interna e nelle operazioni esterne della Repubblica islamica. Con lui sono stati uccisi anche altri due alti ufficiali, tra cui il suo vice Hassan Mohaqeq.
Inizialmente si pensava che i due fossero rimasti intrappolati sotto le macerie dopo un bombardamento su un edificio di comando a Teheran, ma la loro morte è stata successivamente confermata anche dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un’intervista concessa a Fox News.
L’eliminazione di Kazemi rappresenta un colpo durissimo per l’apparato di sicurezza iraniano: l’intelligence dei Pasdaran è considerata una delle strutture più potenti e riservate del regime, con funzioni che spaziano dallo spionaggio interno alla sorveglianza sui cittadini fino alla pianificazione di operazioni all’estero.
Khamenei rifugiato in un bunker a Teheran
A testimonianza della gravità della situazione, Ali Khamenei, la Guida Suprema dell’Iran, sarebbe stato evacuato nelle prime ore dei raid in un bunker sotterraneo situato a Lavizan, nel nord-est di Teheran. Lo riporta Iran International, citando fonti interne al regime, confermate anche dal Times of Israel.
Khamenei si troverebbe nel rifugio insieme alla sua famiglia, sotto stretta protezione. Secondo una fonte diplomatica regionale, Israele avrebbe deliberatamente evitato di colpire Khamenei nella prima notte dei raid, nel tentativo di lasciare al regime un’ultima opportunità di abbandonare il programma nucleare, in particolare le operazioni di arricchimento dell’uranio.
Tensione ai massimi livelli: rischio escalation regionale
Questi eventi accadono in un contesto geopolitico già esplosivo. La crisi tra Iran e Israele ha raggiunto un punto critico, con la possibilità concreta che il conflitto possa allargarsi a tutto il Medio Oriente, coinvolgendo Hezbollah in Libano, milizie sciite in Iraq e persino le forze statunitensi nella regione.
Non è escluso che Teheran risponda con attacchi diretti o indiretti contro obiettivi israeliani o alleati occidentali. Il rischio di una guerra aperta tra due delle potenze più influenti dell’area si fa sempre più concreto, con conseguenze potenzialmente devastanti per l’intero equilibrio internazionale.
I raid israeliani sul territorio iraniano hanno segnato una svolta drammatica nella guerra a bassa intensità che da anni si combatte nell’ombra tra Tel Aviv e Teheran. Con centinaia di morti, la leadership militare colpita e Khamenei rifugiato in un bunker, lo scenario appare sempre più fuori controllo. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione, mentre sul terreno si continua a morire.
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