In arrivo le risposte ai dazi imposti da Trump: Messico e Canada preparano ritorsioni economiche contro le misure americane
Dopo l'imposizione dei dazi Usa su Messico, Canada e Cina, il Messico valuta misure di ritorsione. Anche l'Ue annuncia una risposta ferma. I possibili sviluppi della guerra commerciale
In arrivo le risposte ai dazi imposti da Trump: Messico e Canada preparano ritorsioni economiche contro le misure americane
La decisione dell’amministrazione Trump di imporre dazi del 25% sulle importazioni dal Messico ha acceso una nuova crisi nei rapporti commerciali tra i due Paesi. Il governo messicano non è rimasto a guardare e si prepara a una dura reazione.
Oggi, il Ministero delle Finanze messicano ha convocato gli investitori per una teleconferenza. Il ministro Rogelio Ramírez rilascerà una dichiarazione ufficiale, nel frattempo, il ministro dell’Economia messicano Marcelo Ebrard ha reagito con fermezza alle dichiarazioni di Donald Trump, il quale aveva accusato il governo messicano di connivenza con i cartelli della droga. “Accusare il governo messicano di essere alleato del narcotraffico è, oltre che un insulto al nostro Paese, un pretesto per distrarre l’opinione pubblica degli Stati Uniti dal tremendo errore di imporre tariffe doganali dirompenti al Messico e alle aziende nordamericane qui stabilite. Una zappata sui piedi”, ha scritto Ebrard sul suo profilo social di X. Il ministro ha poi ribadito la sua contrarietà ai dazi e ha citato il parere di Lawrence Summers, economista ed ex segretario al Tesoro degli Stati Uniti, il quale ha definito le misure imposta da Trump contro Messico e Canada “inspiegabili e pericolose”.
Per tutta risposta, il Messico sta ora preparando un pacchetto di ritorsioni economiche contro gli Usa, che potrebbe includere dazi su alcune importazioni americane e altre misure punitive per contrastare l’impatto del tariffario imposto da Washington.
Usa, scattano i dazi su Messico, Canada e Cina
Le nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti non colpiscono solo il Messico. L’ordine esecutivo firmato da Donald Trump prevede infatti dazi del 25% anche su prodotti importati dal Canada, mentre la Cina è stata colpita con un’aliquota leggermente inferiore, pari al 10%.
Il premier canadese Justin Trudeau ha subito annunciato contromisure, imponendo a sua volta dazi del 25% su beni statunitensi per un valore di oltre 100 miliardi di dollari.
Nel frattempo la Cina ha mantenuto un atteggiamento più moderato rispetto al Canada e al Messico. Con dazi del 10% invece del 25%, il governo di Pechino ha lasciato aperta la porta a un possibile compromesso, sottolineando che “il dialogo rimane la via preferibile per risolvere le tensioni commerciali con Washington”.
In arrivo una dura risposta anche da parte dell’Ue
Mentre questo inizio di guerra commerciale tra Stati Uniti, Messico, Canada e Cina sta già infiammando il panorama economico globale, anche l’Unione Europea esprime la volontà di reagire alle misure in arrivo da Washington.
A Bruxelles, infatti, erano già stati lanciati segnali di allarme nelle scorse settimane, ma ora che le misure di Trump sono diventate realtà, anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si è espressa in merito. “Se il presidente americano non farà marcia indietro, la ritorsione dell’Europa sarà ferma e proporzionata”, ha dichiarato von der Leyen.
Le contromosse proposte dell’Ue potrebbero includere:
- Dazi mirati su prodotti statunitensi strategici,
- Nuovi accordi commerciali con altre potenze globali,
- Taglio delle dipendenze strategiche dagli Usa, per ridurre l’influenza dell’America sull’economia europea.
L’escalation economica e i conseguenti rischi
Con le nuove tariffe di Trump e le inevitabili contromisure da parte dei Paesi colpiti, la tensione sui mercati globali è destinata a crescere.
Secondo molti economisti, questa guerra commerciale potrebbe avere conseguenze negative su più livelli:
- Aumento dei costi per le aziende americane che operano in Messico e Canada,
- Rialzo dei prezzi per i consumatori statunitensi su prodotti importati,
- Maggiore incertezza nei mercati globali, con possibili ripercussioni sulla crescita economica.
Nel frattempo, il Messico, il Canada e la Cina lavoreranno rafforzare i loro legami commerciali con altri partner globali, riducendo progressivamente la loro dipendenza dagli scambi con gli Usa.
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