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Il premier Netanyahu vola negli Stati Uniti: gli incontri dei prossimi giorni con Trump e il focus sulla guerra in Medio Oriente 

Netanyahu a Washington per incontri cruciali con Trump e funzionari USA: focus su Hamas, Iran e il futuro del Medio Oriente

Il premier Netanyahu vola negli Stati Uniti: gli incontri dei prossimi giorni con Trump e il focus sulla guerra in Medio Oriente 

Un viaggio cruciale per la politica internazionale

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato a Washington per una serie di incontri strategici con alti funzionari statunitensi, culminando in un faccia a faccia con il presidente Donald Trump. Questo viaggio rappresenta un momento chiave nelle relazioni tra Israele e gli Stati Uniti, con temi cruciali sul tavolo, tra cui il cessate il fuoco a Gaza, la questione degli ostaggi israeliani, la minaccia iraniana e il futuro degli Accordi di Abramo.

Gli incontri in programma

Nella giornata odierna, Netanyahu incontrerà Steve Witkoff, inviato speciale americano per il Medio Oriente. Witkoff, nelle prossime ore, avrà anche colloqui con il primo ministro del Qatar e alti funzionari egiziani, attori chiave nella mediazione in corso tra Israele e Hamas.

Mercoledì, il premier israeliano si confronterà con il Segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, mentre giovedì sarà la volta di incontri con i leader del Congresso, tra cui il presidente della Camera e il leader della maggioranza del Senato. Tuttavia, il momento più atteso della visita è previsto per la giornata di domani, martedì 4 febbraio, quando Netanyahu si troverà faccia a faccia con Donald Trump per discutere delle strategie di Israele nella regione.

I possibili temi di discussione con Donald Trump

L’incontro tra Netanyahu e Trump sarà decisivo per diversi aspetti:

  • Cessate il fuoco a Gaza: Israele cercherà il sostegno statunitense per garantire un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi e alla riduzione delle minacce di Hamas.
  • Iran e sicurezza regionale: Netanyahu punterà a rafforzare il fronte contro l’Iran, accusato di sostenere Hezbollah e altre milizie anti-israeliane.
  • Accordi di Abramo: La normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita potrebbe essere un tema centrale nelle discussioni.

Trump: “I colloqui stanno facendo progressi”

Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato ai giornalisti che le discussioni con Netanyahu e altri leader del Medio Oriente stanno “progredendo“, evidenziando l’importanza del dialogo in corso per la stabilità della regione.

Hamas pronto per proseguire i negoziati

Nel frattempo, un funzionario di Hamas ha affermato che il movimento islamista palestinese è pronto per un secondo round di colloqui con Israele, con l’obiettivo di attuare la seconda fase dell’accordo sul cessate il fuoco. Il tema sarà probabilmente centrale nei colloqui di Netanyahu a Washington, con l’obiettivo di garantire il rilascio di tutti i restanti ostaggi ancora detenuti da Hamas.

Le reazioni internazionali: Iran e Turchia contro le dichiarazioni di Trump

L’Iran ha criticato apertamente la proposta di Trump di trasferire la popolazione palestinese da Gaza in Egitto e Giordania, definendola un’eventuale “pulizia etnica”.

Pure la Turchia ha preso una posizione netta contro il piano statunitense, con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan che ha dichiarato: “Siamo totalmente contrari alla proposta del presidente Trump. Si tratta di un piano che viola il diritto umanitario internazionale“. Inoltre, è emerso anche il pensiero dell’Anp. Difatti, la stessa Autorità Nazionale Palestiene (Anp) si è pronunciata in merito alle ultime dichiarazioni provenienti dagli Stati Uniti ribadendo che “i palestinesi non accetteranno alcun piano, che si tratti di spostamento o di una patria alternativa”.

Un Medio Oriente ancora in conflitto

Sul campo, l’esercito israeliano (IDF) ha annunciato di aver distrutto infrastrutture terroristiche a Jenin e di aver eliminato due presunti terroristi a Kabatiya, dove sarebbe stata individuata un’auto carica di esplosivi pronta per un attacco. Le operazioni militari proseguono parallelamente agli sforzi diplomatici, dimostrando come la guerra in Medio Oriente sia tutt’altro che conclusa.

La visita di Netanyahu a Washington arriva in un momento critico per il Medio Oriente, con la guerra ancora in corso e le tensioni regionali in aumento. Gli incontri con Trump e con altri esponenti politici americani potrebbero influenzare il futuro degli equilibri nella regione, tra speranze di pace e nuove strategie militari.

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