Il futuro dell’export italiano tra dazi e relazioni diplomatiche, il presidente Trump “Meloni mi piace molto, vediamo cosa succederà”
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca sta già provocando reazioni in Europa, in particolare sull‘ipotesi di nuovi dazi commerciali verso l’Unione Europea. Durante un’intervista prima di partire per il North Carolina, il presidente americano ha elogiato Giorgia Meloni, premier italiana, definendola una figura politica di grande interesse. “Meloni mi piace molto, vediamo cosa succede“, ha dichiarato Trump, lasciando aperto uno spiraglio su un possibile trattamento di favore per l’Italia rispetto all’applicazione di dazi che, invece, potrebbero colpire il resto dell’Unione.
Queste dichiarazioni contribuiscono a gettare una nuova luce sui rapporti tra gli Stati Uniti e l’Italia, un Paese che, grazie all’esportazione di prodotti di eccellenza come vino, formaggi e moda, ha un ruolo strategico nel commercio internazionale. Tuttavia, le posizioni del nuovo presidente sull’Europa, esposte durante il World Economic Forum di Davos, confermano una strategia commerciale protezionistica.
La visione americana sull’Ue
A Davos, Trump ha ribadito che “l’Europa dovrà pagare dei dazi” per contribuire a ridurre il debito pubblico statunitense. L’obiettivo è quello di premere sull’Unione Europea, considerata dal governo americano colpevole di non rispettare un equilibrio commerciale e di attuare misure poco favorevoli alle aziende americane, come la tassazione sui giganti del web. Per l’Italia, come accennato, questa posizione potrebbe rappresentare una minaccia al settore dell’export, che ha registrato numeri record nel 2024.
Gli interessi del presidente Trump e il ruolo dell’Italia
La chiave della posizione di Trump risiede nelle sue dichiarazioni sul rapporto personale con Giorgia Meloni, unica leader dell’UE invitata sia a Mar-a-Lago durante la fase di transizione che all’Inauguration Day, tenutosi il 21 gennaio. Questo rapporto speciale potrebbe rivelarsi strategico per l’Italia, il cui settore economico-commerciale spera di ottenere un’esenzione dai dazi o di negoziare condizioni più favorevoli.
Gli esperti sottolineano che, durante il primo mandato di Trump (2017-2021), il protezionismo americano ha già messo sotto pressione le economie europee, anche se gli effetti sull’agroalimentare italiano sono stati contenuti. Paolo Mascarino, presidente di Federalimentare, invita alla cautela: “Il problema dei dazi potremo porselo solo quando le parole di Trump si tradurranno in atti concreti. Nel frattempo, serve una strategia unitaria con Bruxelles“.
Il futuro ostacolo per l’Europa
L’Unione Europea è chiamata a rispondere alle possibili manovre di Trump con un fronte compatto. Secondo il Commissario europeo agli Affari Economici Valdis Dombrovskis, una posizione comune potrebbe rafforzare la capacità dell’Europa di negoziare. Oltre ai dazi, ci sono altri tavoli su cui si giocheranno i rapporti commerciali, come la regolamentazione dei servizi digitali, il trattamento fiscale delle multinazionali e il bilanciamento dell’interscambio di servizi e flussi di capitale.
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