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Identificato l’aggressore dell’attacco a Manchester durante lo Yom Kippur, ma è stata la polizia a uccidere una delle quattro vittime.

Attentato durante lo Yom Kippur a Manchester: identificato l’aggressore. La polizia ha ucciso per errore una delle vittime.

Identificato l’aggressore dell’attacco a Manchester durante lo Yom Kippur, ma è stata la polizia a uccidere una delle quattro vittime.

Ieri, giovedì 2 ottobre, ha avuto luogo un attacco nei pressi di una sinagoga a Manchester, nel Regno Unito. Un uomo armato ha seminato il terrore davanti alla sinagoga Heaton Park Hebrew Congregation di Manchester durante lo Yom Kippur, la più solenne festività ebraica. Nella giornata di oggi è stato identificato l’autore, Jihad Shamie, 35 anni, britannico di origini siriane, ucciso dalla polizia pochi minuti dopo l’inizio dell’assalto.

Secondo la ricostruzione della Greater Manchester Police, Shamie ha dapprima lanciato la sua auto contro i fedeli riuniti in Middleton Road, poi, armato di coltello e vestito con una tenuta da addestramento, ha tentato di forzare l’ingresso della sinagoga, gremita di persone in preghiera. Indossava un gilet con alcuni involucri bianchi che facevano temere una cintura esplosiva, rivelatasi poi inutilizzabile.

L’intervento degli agenti è stato immediato: alle 9:38 Shamie è stato abbattuto a colpi di arma da fuoco. Ma da quanto riportato, nel corso dell’operazione la polizia avrebbe colpito un uomo già ferito dall’attentatore, causandone il decesso durante la sparatoria. Altri quattro uomini sono rimasti feriti, tre dei quali si trovano in condizioni gravi. La polizia britannica definisce l’attacco un attentato terroristico a tutti gli effetti.

Di conseguenza, resta il timore che l’attacco potesse far parte di un’azione più ampia, con possibili blitz contro altre sinagoghe nel Regno Unito. Un’ipotesi che pesa ancora di più in un contesto segnato da proteste e tensioni crescenti, soprattutto all’interno e intorno alle comunità di origine musulmana, in reazione all’escalation militare israeliana nella Striscia di Gaza. La polizia ha intanto riferito di aver arrestato tre persone: due uomini sulla trentina e una donna di circa sessant’anni accusati di commissione, preparazione e istigazione ad atti di terrorismo.

Shamie non figurava nei registri di Prevent, il programma governativo di prevenzione del terrorismo, ma secondo il Guardian era in libertà su cauzione dopo un’accusa di violenza sessuale e aveva precedenti penali.

In merito all’attacco, il primo ministro Keir Starmer, rientrato anticipatamente dal vertice europeo di Copenaghen, ha convocato una riunione del comitato Cobra e ha promesso il rafforzamento immediato delle misure di sicurezza nei luoghi ebraici.

Sul piano internazionale, forte la reazione di Israele. “Israele piange insieme alla comunità ebraica nel Regno Unito dopo il barbaro attacco terroristico a Manchester. I nostri cuori sono con le famiglie delle vittime e preghiamo per una pronta guarigione dei feriti”, ha dichiarato il premier Benjamin Netanyahu, sottolineando che “la debolezza di fronte al terrorismo porta solo altro terrorismo. Solo la forza e l’unità possono sconfiggerlo”.

 

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