Hamas accetta l’accordo USA: Idan Alexander sarà liberato, Israele risponde
Hamas accetta la proposta USA per il rilascio di Idan Alexander e altri ostaggi. Continuano le trattative a Doha mentre Israele chiede un aumento del numero di ostaggi liberati. Netanyahu convoca un vertice d'emergenza.
Hamas accetta l’accordo USA: Idan Alexander sarà liberato, Israele risponde
Hamas ha annunciato ufficialmente di aver accettato la proposta degli Stati Uniti per il rilascio del soldato rapito Idan Alexander, cittadino americano, e la restituzione dei corpi di altri quattro ostaggi con doppia cittadinanza. Questo sviluppo segna un potenziale passo avanti nei negoziati tra Hamas e Israele, con il coinvolgimento di mediatori internazionali per raggiungere un accordo più ampio sulla fase successiva del cessate il fuoco.
Le trattative e il duolo degli Stati Uniti
Le trattative in corso a Doha hanno visto l’intervento di Steve Witkoff, il quale ha presentato un piano di mediazione agli interlocutori di Hamas e Israele. Secondo fonti internazionali, la proposta prevede la riapertura dei valichi da parte di Israele e il passaggio di aiuti umanitari verso Gaza. Israele avrebbe espresso una risposta “positiva” all’ultima bozza di Witkoff, pur chiedendo un aumento del numero di ostaggi rilasciati.
La reazione delle famiglie degli ostaggi
Il forum delle famiglie degli ostaggi ha espresso forti perplessità, sottolineando come il rilascio selettivo degli ostaggi in base alla cittadinanza possa minare i valori del sionismo. “I rapiti che torneranno devono essere solo l’inizio di un accordo per riportare indietro tutti. Altrimenti, si tratta di una selezione che smantella i valori del sionismo e continua l’abbandono iniziato il 7 ottobre”, hanno dichiarato. Alcune famiglie hanno inoltre inviato una lettera al presidente USA Donald Trump, chiedendo il suo aiuto per esercitare maggiore pressione sulle parti coinvolte.
Sicurezza ai confini e incidenti militari
Mentre proseguono i negoziati, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su alcune persone che stavano tentando di attraversare il confine dalla Giordania, nei pressi della città di Beit Shan. Due uomini sono rimasti uccisi, secondo quanto riferito dall’emittente pubblica Kan. Le vittime facevano parte di un gruppo di otto persone, probabilmente immigrati irregolari.
Reazioni e accuse internazionali
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione d’emergenza per valutare la situazione dopo la decisione di Hamas di rilasciare Idan Alexander. Nel frattempo, il rapporto dell’ONU sulle distruzioni di strutture sanitarie a Gaza ha alimentato nuove polemiche. Le Nazioni Unite hanno parlato di “genocidio”, mentre Netanyahu ha definito il Consiglio dei diritti umani dell’ONU “un circo antisemita”.
G7: Nessun Riferimento alla Soluzione a Due Stati
Nella dichiarazione finale del G7 degli Esteri di Charlevoix, non è stato fatto alcun riferimento esplicito alla soluzione dei due Stati per Israele e Palestina. Il documento si è limitato a sottolineare “l’imperativo di un orizzonte politico per il popolo palestinese”, evitando di menzionare una soluzione negoziata basata su due Stati separati. Questo ha suscitato polemiche, dato che una versione precedente del documento conteneva esplicitamente tale riferimento.
Le lacune nella difesa israeliana del 7 Ottobre
Un rapporto militare israeliano ha rivelato che, il 7 ottobre 2023, l’esercito non aveva rilevato l’attacco di Hamas al kibbutz Nir Oz per oltre sei ore. Le comunicazioni dell’IDF mostrano che le truppe della brigata Golani non avevano alcuna consapevolezza dell’infiltrazione di terroristi, il che ha portato al massacro e al rapimento di numerosi residenti. Questo rapporto ha riacceso le critiche sulla gestione dell’attacco e sulle falle nell’intelligence militare israeliana.
Le richieste di Hamas e il cessate il fuoco
Hamas ha ribadito la necessità di attuare tutte le fasi dell’accordo con Israele, insistendo sul ritiro dell’esercito israeliano dal sud della Striscia di Gaza. Il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha denunciato che Israele non avrebbe applicato l’aspetto umanitario dell’accordo, impedendo l’ingresso di aiuti umanitari. Hamas si è detto contrario a un ritorno alla guerra, ma ha avvertito che se Israele continuerà le sue aggressioni, il gruppo “non avrà altra scelta che difendere il proprio popolo”.
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