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Guerra in Medio Oriente: Hamas respinge l’ultima proposta di tregua mentre Netanyahu visita Orban in Ungheria

Guerra Israele-Hamas: Hamas respinge la proposta di tregua, Netanyahu visita l'Ungheria sfidando la CPI e Budapest annuncia il ritiro dalla Corte. Intensi raid su Gaza e Siria.

Guerra in Medio Oriente: Hamas respinge l’ultima proposta di tregua mentre Netanyahu visita Orban in Ungheria

La situazione in Medio Oriente continua a essere estremamente tesa e complessa. Hamas ha annunciato di aver respinto l’ultima contro-proposta israeliana per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi. Secondo fonti del movimento islamico citate dall’Afp, Hamas accusa Israele di ostacolare la mediazione di Egitto e Qatar e di cercare di far deragliare qualsiasi accordo di cessate il fuoco.

Escalation della violenza a Gaza e in Siria

Nel frattempo, l‘IDF (Israeli Defense Forces) ha condotto numerosi attacchi nella Striscia di Gaza, causando la morte di almeno 24 persone, tra cui quattro rifugiati in un campo tendato vicino a Khan Younis e tre in un bombardamento su una casa a Gaza City. Altri nove civili sono stati uccisi durante bombardamenti israeliani nella provincia di Deraa, in Siria meridionale. Le forze israeliane hanno anche colpito un centro di ricerca militare nei pressi di Damasco e obiettivi strategici nei dintorni di Hama, nel centro del Paese, secondo l’agenzia statale siriana Sana.

Gli attacchi hanno suscitato una dura reazione della Siria, che ha definito le operazioni “ingiustificate” e ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire per fermare l’aggressione israeliana.

Hamas: “Attacco israeliano nel nord di Gaza, 15 morti”

La Protezione Civile della Striscia di Gaza, controllata da Hamas, ha segnalato la morte di almeno 15 persone in un attacco israeliano nel nord del territorio. Nel frattempo, il Ministero della Salute di Gaza ha riferito che nelle ultime 24 ore sono stati registrati 100 morti e 138 feriti, portando il totale delle vittime dall’inizio del conflitto a 50.523 e i feriti a 114.776. Secondo fonti locali, i bombardamenti israeliani non si sono fermati nemmeno nelle aree dichiarate “sicure” dai mediatori internazionali, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria nella Striscia.

Netanyahu in visita in Ungheria nonostante il mandato della CPI

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è atterrato questa notte a Budapest per una visita ufficiale di più giorni su invito del premier ungherese Viktor Orban. La visita avviene in concomitanza al mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra nella Striscia di Gaza. Netanyahu è stato accolto dal ministro della Difesa ungherese Kristof Szalay-Bobrovniczky.

Orban ha espresso il suo pieno sostegno a Netanyahu e ha criticato duramente la CPI, definendola “uno strumento di pressione politica“. La comunità internazionale ha osservato con attenzione lo sviluppo della visita, considerando che l’Ungheria è membro dell’Unione Europea e, teoricamente, dovrebbe rispettare le decisioni della CPI. Tuttavia, Budapest ha dichiarato di non riconoscere l’autorità della corte in questa vicenda specifica.

Ungheria annuncia il ritiro dalla Corte Penale Internazionale

Coincidenza significativa, poco dopo l’arrivo di Netanyahu, il governo ungherese ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla CPI. Gergely Gulyas, capo dello staff di Orban, ha dichiarato che il governo avvierà la procedura di ritiro immediatamente, ritenendo la decisione della CPI “un’interferenza politica in un conflitto in corso“. L’Ungheria aveva firmato lo Statuto di Roma nel 1999 e lo aveva ratificato nel 2001, diventando parte della Corte insieme ad altri 125 Stati membri. Solo Burundi e Filippine hanno precedentemente lasciato la CPI.

La decisione ungherese potrebbe avere conseguenze significative per l’Unione Europea, che ha sempre sostenuto il lavoro della CPI e il rispetto del diritto internazionale. La mossa di Budapest potrebbe spingere altri paesi ad abbandonare la corte, compromettendo la sua capacità di perseguire crimini internazionali.

Bambini malati di cancro evacuati da Gaza in Spagna

In un’operazione umanitaria di grande importanza, 13 bambini malati di cancro sono stati evacuati da Gaza e trasferiti in Spagna per ricevere cure mediche specializzate. Accompagnati da 23 familiari, sono arrivati a Saragozza a bordo di un aereo medicalizzato e successivamente trasferiti in vari ospedali pediatrici in Catalogna, Paese Basco, Asturie e Navarra. L’evacuazione è stata coordinata dal Ministero della Sanità spagnolo con il supporto della Commissione Europea.

Secondo il Ministero della Sanità spagnolo, l’operazione è parte di uno sforzo più ampio per garantire ai bambini colpiti dal conflitto un accesso adeguato alle cure. Tuttavia, le organizzazioni umanitarie sottolineano che il numero di bambini bisognosi di assistenza è molto più alto e chiedono un maggiore impegno internazionale per facilitare le evacuazioni e fornire supporto medico.

Il conflitto tra Israele e Hamas continua a generare vittime e a generare gravi implicazioni geopolitiche. La visita di Netanyahu in Ungheria e il ritiro di Budapest dalla CPI evidenziano ulteriormente la polarizzazione internazionale attorno alla questione mediorientale. Nel frattempo, la popolazione civile di Gaza continua a subire le conseguenze umanitarie di un conflitto che sembra lontano dalla risoluzione.

Mentre i negoziati per una tregua sembrano sempre più in stallo, la comunità internazionale è chiamata a un ruolo chiave per evitare un ulteriore deterioramento della situazione e per garantire un minimo di protezione ai civili coinvolti. Senza un’azione diplomatica decisa, il rischio di un’escalation ulteriore rimane alto.

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