Guerra dei dazi: l’UE risponde a Trump colpendo Harley-Davidson, Levi’s e prodotti simbolo del made in USA
L'Unione Europea risponde ai dazi di Donald Trump con una controffensiva mirata: colpite Harley-Davidson, Levi’s e altri prodotti iconici americani. Salvo il whisky per tutelare prosecco e champagne.
Guerra dei dazi: l’UE risponde a Trump colpendo Harley-Davidson, Levi’s e prodotti simbolo del made in USA
La nuova offensiva commerciale dell’Europa contro gli Stati Uniti
L’Unione Europea torna a rispondere con fermezza all’aggressiva politica commerciale dell presidente statunitense Donald Trump. Con una manovra attentamente calibrata, Bruxelles si prepara ad attivare una nuova serie di contro-dazi contro prodotti iconici americani.
A partire dal 15 aprile, entrerà in vigore la prima tranche di tariffe fino al 25% su una lunga lista di prodotti americani. Una seconda raffica è prevista per il 15 maggio, qualora non giungano segnali distensivi da Washington.
Le prime misure: Harley, jeans e yacht nel mirino
Il piano europeo colpisce al cuore l’immaginario americano. Nella lista compaiono nomi di spicco come Harley-Davidson, con dazi applicati alle moto di cilindrata superiore ai 500 cc, jeans Levi’s, t-shirt di cotone, yacht di lusso, e persino beni di largo consumo come il burro d’arachidi, il succo d’arancia, il mais dolce e il tabacco da masticare.
Questa prima fase, dal valore stimato in circa 4 miliardi di euro, riattiva misure già pronte durante la precedente guerra commerciale, rimaste in sospeso per anni.
La seconda fase: tra pollame e tosaerba
Se i negoziati tra Bruxelles e la Casa Bianca fallissero, la seconda fase scatterà il 15 maggio, con una stima di valore pari a 18 miliardi di euro. I nuovi dazi colpiranno sia prodotti agroalimentari che industriali provenienti da Stati fortemente repubblicani: soia dalla Louisiana, manzo e pollame da Nebraska e Kansas, congelatori, stufe, tosaerba, utensili per la casa, materie plastiche e prodotti in legno provenienti da Georgia, Virginia e Alabama.
Un piano pensato per generare forti pressioni politiche interne a Washington, mirando proprio alle economie locali più legate al GOP.
Whisky salvo, per ora: il compromesso di Bruxelles
Nella lista, però, mancano alcuni prodotti simbolici: in particolare, il bourbon del Kentucky, il vino e i latticini americani sono stati esclusi dai dazi. Questa scelta non è casuale. Dietro vi è la forte pressione diplomatica esercitata da Italia, Francia e Irlanda, intenzionate a proteggere alcune eccellenze europee come il prosecco, lo champagne e i superalcolici locali dalle possibili ritorsioni di Trump.
Un compromesso che riflette la volontà dell’Europa di non far esplodere una spirale infinita di ritorsioni e contromisure.
Le procedure: tutto passa dal voto europeo
Il voto decisivo per l’attivazione delle misure è previsto per mercoledì 9 aprile, durante una riunione del comitato tecnico dell’UE. Servirà la maggioranza qualificata: almeno 15 Stati membri che rappresentino il 65% della popolazione europea. Ma non sono attesi colpi di scena, dato il sostegno già espresso dai ministri degli Esteri e del Commercio riuniti in Lussemburgo.
La strategia europea: tra dazi e apertura al dialogo
Bruxelles resta ufficialmente aperta al negoziato. Lo dimostrano anche le parole della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha proposto di azzerare i dazi industriali su entrambe le sponde dell’Atlantico. Tuttavia, la pazienza sembra essere agli sgoccioli, e l’Europa si dice pronta a colpire anche il settore dei servizi americani, dove gli USA vantano un surplus commerciale nei confronti dell’UE.
La reazione dei mercati
Mentre si alza il livello dello scontro, le borse provano a reagire: Tokyo guadagna oltre il 6%, Milano e Francoforte aprono in rialzo. Più incerta la situazione a Wall Street, con il Dow Jones in calo e il Nasdaq in lieve aumento.
In Asia, le tensioni si fanno sentire con forza: Singapore e Indonesia registrano forti perdite, mentre la Cina – tramite un portavoce ufficiale – ha fatto sapere che “non accetterà ricatti” da parte degli Stati Uniti.
Trump contro l’UE: “Barriere insormontabili, l’euro è manipolato”
Trump non ha perso occasione per rilanciare le accuse all’UE, parlando di barriere non tariffarie insormontabili e di una moneta artificiosamente svalutata, che danneggerebbe la competitività americana. Durante una conferenza stampa ha affermato: “Non comprano le nostre auto, non comprano i nostri prodotti agricoli, non comprano praticamente niente e vendono milioni di auto. E noi non abbiamo una sola auto Usa che venga venduta in Europa. Non sarà più così, il commercio sarà equo e reciproco e al momento non lo è“.
Trump ha anche ribadito che l’UE dovrà comprare energia dagli USA, sottolineando che il suo Paese ha “più energia da vendere di qualunque altro al mondo”.
Il ruolo di Elon Musk
Secondo quanto riportato dal Washington Post, Elon Musk avrebbe personalmente tentato di convincere Trump a ritirare i dazi. Contrario alla politica protezionista, Musk ha espresso pubblicamente il suo dissenso, ma i suoi sforzi sarebbero caduti nel vuoto.
Tensione alta, ma resta aperta la porta della diplomazia
L’Unione Europea si prepara a una battaglia commerciale difficile ma strategicamente mirata, con l’obiettivo di difendere i propri interessi senza innescare una guerra economica totale.
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