Guerra dei Dazi: borse mondiali in rosso, il panico delle tariffe fa crollare Wall Street, Europa e Asia
Giornate nere per la Borsa di Milano: Ftse Mib crolla del 6,5%, peggiore performance in Europa. Effetto dazi USA-Cina, bancari in caduta. Wall Street e mercati globali in allarme.
Guerra dei Dazi: borse mondiali in rosso, il panico delle tariffe fa crollare Wall Street, Europa e Asia
La giornata del 4 aprile verrà ricordata come una delle più drammatiche nella storia recente dei mercati finanziari. La Borsa di Milano ha chiuso con un crollo del 6,53%, portando l’indice Ftse Mib a 34.649 punti, dopo aver toccato in giornata un minimo del -7,5%, un livello visto l’ultima volta l’11 settembre 2001. La caduta è avvenuta a causa della nuova ondata di tensioni commerciali globali, innescata dai dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump, che hanno scatenato una dura reazione da parte della Cina e sollevato il timore di una nuova recessione globale.
La giornata nera di Piazza Affari
Il crollo milanese si è inserito in un contesto di panico diffuso sui mercati europei, che hanno visto andare in fumo oltre 819 miliardi di euro. Con i 422 miliardi persi negli ultimi giorni, il totale delle perdite supera i 1.241 miliardi in meno di una settimana.
A guidare la discesa sono stati i titoli bancari e assicurativi, duramente colpiti dalle incertezze economiche globali:
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Azimut: -12,6%
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Mps: -12,12%
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Leonardo: -12,4%
Si salva dal tracollo solo Diasorin, che guadagna un modesto +1,66%, unica nota positiva in una giornata dominata dal rosso.
Un’ondata globale: Europa, Wall Street e Asia in caduta
Nessuna delle principali Borse mondiali è uscita indenne. Anche Francoforte (-4,95%), Parigi (-4,26%), Madrid (-5,83%) e Londra (-4,95%) hanno registrato perdite pesanti. A Wall Street, i tre principali indici sono scivolati oltre il -5%:
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Dow Jones: -5,50%
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Nasdaq: -5,82% (entrato ufficialmente in bear market)
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S&P 500: -5,97%
Il cosiddetto “indice della paura“, il VIX, è salito oltre quota 40, segnalando un alto livello di nervosismo tra gli investitori.
Secondo MarketWatch, la capitalizzazione bruciata da Wall Street ha superato i 9.600 miliardi di dollari dall’inizio dell’amministrazione Trump, con 5.000 miliardi persi solo negli ultimi due giorni.
Petrolio, gas e metalli preziosi in caduta libera
L’ondata di vendite ha colpito anche le materie prime:
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Petrolio: -7,41%, chiusura a 61,99 dollari al barile
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Gas (Borsa di Amsterdam): -7,15%
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Oro: -3%, a 3.020 dollari l’oncia (dopo un massimo di 3.167)
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Argento: -7%, a 29,70 dollari l’oncia
La risposta di Pechino: contro-dazi e guerra tecnologica
In risposta ai nuovi dazi americani, la Cina ha annunciato dazi del 34% su una vasta gamma di beni americani a partire dal 10 aprile, oltre a misure restrittive sull’export di terre rare e a una blacklist aggiornata di aziende USA.
Tajani: “Gli imprenditori non devono scappare dall’Italia”
Il vicepremier Antonio Tajani ha cercato di lanciare un messaggio di calma, sottolineando come la trattativa commerciale con gli Stati Uniti sia competenza esclusiva della Commissione Europea. Tajani si è detto contrario alla delocalizzazione delle imprese italiane, definendola “non coerente con lo spirito imprenditoriale nazionale”. “Dobbiamo anche ridurre i costi di produzione che potrebbero anche equivalere, in un fase iniziale al costo dei dazi. Questo significa ridurre la burocrazia, il costo dell’energia, arrivare al mercato unico dell’elettricità. Insomma serve più Europa non meno Europa. Noi siamo europeisti. Bisogna costruire l’Europa che non significa che le cose non devono cambiare. Il Ppe deve avere il coraggio di mettersi alla guida di una nuova Europa che protegga meglio i cittadini europei”, ha dichiarato.
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