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Guerra aperta tra Israele e Iran: attacchi su Teheran, Tel Aviv e Gerusalemme. Vittime civili e tensione globale.

Dopo l’attacco israeliano alla residenza di Khamenei, Teheran risponde con una pioggia di missili. Oltre 60 morti in Iran, almeno 3 in Israele. L’Onu divisa, l’Iran chiude ai negoziati sul nucleare e minaccia le basi Usa nella regione.

Guerra aperta tra Israele e Iran: attacchi su Teheran, Tel Aviv e Gerusalemme. Vittime civili e tensione globale.

Dopo l’attacco israeliano alla residenza di Khamenei, Teheran risponde con una pioggia di missili. Oltre 60 morti in Iran, almeno 3 in Israele. L’Onu divisa, l’Iran chiude ai negoziati sul nucleare e minaccia le basi Usa nella regione.

Lo scontro tra Israele e Iran ha superato la soglia del confronto indiretto trasformandosi in una guerra su più fronti che rischia di infiammare definitivamente il Medio Oriente. Dopo i primi attacchi condotti da Israele contro obiettivi strategici a Teheran, compresa – secondo media internazionali – la zona della residenza della Guida Suprema Ali Khamenei, l’Iran ha risposto con una serie di pesanti bombardamenti su Tel Aviv e Gerusalemme, provocando almeno tre morti e oltre ottanta feriti.

La giornata di oggi è scandita da nuove esplosioni in entrambe le capitali, raid incrociati, minacce esplicite e il crollo ufficiale del negoziato sul nucleare tra Teheran e Washington.

Il raid su Teheran e la risposta iraniana

Secondo quanto riferito dalle Forze di Difesa Israeliane (Idf), l’aeronautica ha sferrato un attacco mirato contro schieramenti difensivi nella zona di Teheran. Il portavoce militare ha precisato che “è stata creata una rotta sicura” per i caccia israeliani, che ora operano con relativa libertà nello spazio aereo iraniano. L’Idf ha confermato anche l’eliminazione di nove scienziati nucleari ritenuti cruciali per il programma atomico iraniano, definiti “obiettivi strategici” grazie a “intelligence precisa”.

Ma l’operazione ha provocato una reazione durissima da parte iraniana. I media di Stato affermano che le difese di Teheran hanno abbattuto due caccia nemici e catturato una pilota. La televisione iraniana ha inoltre denunciato la morte di circa 60 civili, tra cui 20 bambini, nel bombardamento di un complesso residenziale.

Teheran lancia missili e chiude ai negoziati sul nucleare

L’Iran ha risposto con un lancio di decine di missili balistici verso il cuore di Israele, alcuni dei quali sono esplosi su Gerusalemme e Tel Aviv, costringendo la popolazione a rifugiarsi nei bunker. Il bilancio provvisorio è di tre morti e oltre ottanta feriti, tra cui diversi gravi. Un missile ha centrato un palazzo a Rishon LeZion, provocando due vittime e venti feriti.

La leadership iraniana ha annunciato l’intenzione di colpire le basi statunitensi nella regione, accusando Washington di essere complice dell’attacco israeliano. “Il dialogo sul nucleare è ormai inutile”, ha affermato il portavoce del Ministero degli Esteri Esmaeil Baghaei, aggiungendo che gli Stati Uniti “hanno permesso al regime sionista di colpire il nostro territorio”.

Il sesto round di colloqui sul nucleare tra Usa e Iran, previsto a Muscat, è stato di fatto cancellato.

Iran pronto a lanciare 2.000 missili, Israele richiama i riservisti

La televisione iraniana ha citato fonti militari secondo cui l’Iran sarebbe pronto a lanciare fino a 2.000 missili contro Israele nei prossimi attacchi, “venti volte più potenti dei precedenti”. Secondo il New York Times, Teheran avrebbe inizialmente progettato un attacco con 1.000 missili, ridimensionato dopo i danni subiti dalle sue basi.

Israele, dal canto suo, ha richiamato numerose unità di riservisti, in particolare per rafforzare il fronte settentrionale con Libano e Siria. La 146ma Divisione di Riserva e le brigate Iron Fist ed Etzioni sono state mobilitate in previsione di nuovi scenari bellici.

Droni e controffensive: attacchi in Cisgiordania e nel Mar Morto

La guerra si estende anche ad altri scenari. Israele ha annunciato l’intercettazione di diversi droni iraniani lanciati verso la Cisgiordania e il Mar Morto, mentre una nave da guerra della Marina ha abbattuto almeno cinque droni nel Mar Rosso. L’Idf ha inoltre confermato l’abbattimento di un altro drone in Siria, a dimostrazione della portata regionale del conflitto.

Allo stesso tempo, Gaza è stata declassata a “fronte secondario”, mentre tutta l’attenzione israeliana è ora rivolta al teatro iraniano. Il portavoce dell’Idf ha dichiarato che l’operazione in corso mira a smantellare il programma nucleare iraniano.

Onu e reazioni internazionali: l’Oman lancia l’allarme

Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si consuma lo scontro diplomatico. L’ambasciatore israeliano Danny Danon ha giustificato gli attacchi come “autodifesa nazionale” contro un Iran “che si prepara alla guerra”. La controparte iraniana, Amir Saeid Iravani, ha accusato Israele di voler “uccidere la diplomazia” e ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, considerati “complici” del conflitto.

Il ministro degli Esteri dell’Oman, Badr Albusaidi, ha parlato di attacco “illegale” da parte di Israele e ha chiesto di evitare una “pericolosa escalation”, annunciando un’intensa attività diplomatica per contenere il conflitto. Intanto la Giordania ha riaperto il proprio spazio aereo, chiuso nelle scorse ore per ragioni di sicurezza.

Hamas e lo spettro del fronte libanese

Sul fronte interno, Hamas ha lodato l’attacco iraniano, definendolo una dimostrazione del fallimento delle difese israeliane. “Non c’è arroganza senza risposta, e non c’è aggressione senza punizione”, ha dichiarato un portavoce del gruppo palestinese.

Aumentano intanto le preoccupazioni per un possibile coinvolgimento di Hezbollah, che secondo fonti israeliane avrebbe intensificato i movimenti al confine con il Libano, in sincronia con le esercitazioni dell’Iran.

La guerra si allarga

La guerra tra Israele e Iran ha superato le soglie convenzionali: non si tratta più di attacchi mirati o schermaglie regionali, ma di una guerra aperta, con vittime civili, attacchi a capitale, minacce transnazionali e un chiaro rischio di coinvolgimento di potenze globali.

La comunità internazionale osserva con crescente allarme, mentre la diplomazia sembra ormai irrimediabilmente travolta dai missili.

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