Groenlandia: il dibattito sull’indipendenza si riaccende dopo le dichiarazioni di Trump, il partito Siumut promette un’accelerazione del processo se rieletto
Groenlandia, ipotesi di referendum sull’indipendenza dalla Danimarca. Il leader del Siumut promette di accelerare il processo se rieletto.
Groenlandia: il dibattito sull’indipendenza si riaccende dopo le dichiarazioni di Trump, il partito Siumut promette un’accelerazione del processo se rieletto
Si fa sempre più concreta l’ipotesi di un referendum per l’indipendenza della Groenlandia dalla Danimarca. Il leader del partito socialdemocratico Siumut, Erik Jensen, ha dichiarato che, in caso di rielezione alle prossime elezioni parlamentari dell’11 marzo, avvierà il processo per l’indizione di un referendum sullo status dell’isola artica.
Jensen ha sottolineato che il suo partito punta a negoziare una piena indipendenza durante la prossima legislatura, che potrebbe durare fino al 2029. La Groenlandia, attualmente territorio semi-autonomo sotto la sovranità del Regno di Danimarca, gode già di ampi poteri di autogoverno in materia di istruzione, sanità e gestione delle risorse naturali. Tuttavia, affari esteri e difesa rimangono sotto il controllo di Copenhagen.
La situazione attuale tra il contesto politico e le elezioni anticipate
Le elezioni anticipate sono state indette dopo un’intensificazione del dibattito sull’indipendenza, riacceso dalle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha espresso interesse per l’acquisto della Groenlandia. Le affermazioni di Trump hanno suscitato forte indignazione sia tra la popolazione groenlandese sia tra i leader politici locali.
Secondo un recente sondaggio, l’85% degli abitanti si oppone fermamente a qualsiasi ipotesi di adesione agli Stati Uniti. La portavoce del Siumut, Doris Jakobsen Jensen, ha criticato la premier danese Mette Frederiksen per la sua gestione delle tensioni internazionali, accusandola di aver ignorato le istanze della Groenlandia nelle sedi europee.
L’altro partito al potere, Inuit Ataqatigiit, guidato dal primo ministro Mute B. Egede, sostiene l’idea di un referendum sull’indipendenza, ma senza indicare una scadenza precisa.
Le conseguenze economiche di un’eventuale indipendenza
Nonostante il crescente sostegno all’indipendenza, la Groenlandia si trova di fronte a sfide economiche significative. Attualmente, riceve circa 500 milioni di euro all’anno in sussidi da Copenhagen, una somma che rappresenta un’importante parte del bilancio nazionale.
Gli analisti avvertono che la Groenlandia non dispone ancora dei mezzi finanziari per sostenersi senza gli aiuti danesi. La ricchezza di risorse minerarie dell’isola, come terre rare e petrolio, potrebbe rappresentare una soluzione a lungo termine, ma richiede ingenti investimenti infrastrutturali.
Il sostegno internazionale
Al summit informale di Bruxelles tenutosi questa settimana, i leader europei hanno ribadito il loro sostegno al diritto di autodeterminazione della Groenlandia e della Danimarca. Il presidente del Consiglio europeo António Costa ha dichiarato: «Preservare l’integrità territoriale del Regno di Danimarca è essenziale per la stabilità dell’Europa».
In caso di referendum, le negoziazioni tra Copenhagen e Nuuk saranno cruciali per definire il futuro del rapporto tra i due Paesi, specialmente riguardo alla gestione delle risorse naturali e alla politica estera.
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