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Gli scontri in Ucraina continuano senza tregua: Zelensky esprime la propria vicinanza a chi combatte al fronte

Intanto continua a suscitare clamore l’annuncio di Londra sull’invio di proiettili all’uranio impoverito a Kiev.

Gli scontri in Ucraina continuano senza tregua: Zelensky esprime la propria vicinanza a chi combatte al fronte.

Ieri -22marzo 2023- giornata di «ferocia bestiale» russa sulle regioni dell’Ucraina, così come la descrive Zelensky.
I soldati di Mosca hanno attaccato con i droni la regione di Kiev, colpendo una scuola superiore e due dormitori. Almeno 7 le persone uccise nel raid, mentre si contano almeno 33 vittime, tra cui un morto e tre bambini feriti, nella città di Zaporizhzhia. Qui le bombe russe hanno colpito edifici residenziali e il timore è che sotto le macerie siano rimasti altri corpi. Zelensky, per esprimere la propria vicinanza a chi combatte al fronte, ha fatto visita ai soldati ucraini impegnati nell’area di Bakhmut.
«Bakhmut è in piedi, le forze di difesa tengono la città». Lo ha sottolineato il chief of staff della presidenza ucraina, Andriy Yermak, in un tweet in al quale allega fotografie della visita di ieri con Zelensky ai soldati impegnati al fronte.

«Insieme al Presidente Zelensky e la squadra oggi in direzione Bakhmut. È un grande onore per me essere qui, accanto ai nostri eroi, guerrieri ucraini», scrive Yermak, «Il presidente ha premiato i militari, abbiamo discusso della situazione attuale. Bakhmut è in piedi. Le forze di difesa tengono la città».
Intanto continua a suscitare clamore l’annuncio di Londra sull’intenzione di inviare proiettili perforanti all’uranio a Kiev. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha definito la loro fornitura «un ulteriore passo verso l’escalation».
Il Regno Unito ha assicurato, che «non c’è nessuna escalation nucleare. L’unico paese al mondo che parla di questioni nucleari è la Russia», afferma il ministro degli Esteri Cleverley. Aggiunge: «I proiettili all’uranio impoverito non sono munizioni nucleari ma sono munizioni puramente convenzionali».

Sulle armi a Kiev ha voluto esprimersi anche l’ambasciatore ucraino in Italia, Melnyk. «Chiedere la pace in Ucraina e lo stop all’invio degli aiuti militari significa fare il gioco solo di una parte, quella più armata, ovvero la Russia. Significa chiedere la resa dell’Ucraina», ha ammonito, rivolgendosi alle voci critiche in parlamento sul tema. Di pace in Ucraina, quella proposta nel piano di Pechino, si era detto avessero parlato anche Xi e Putin durante il loro incontro a Mosca. Ipotesi smorzata, a solo un giorno di distanza, dal Cremlino: i due non avrebbero «discusso» il piano cinese ma avrebbero avuto solo «uno scambio di opinioni».
La visita del leader cinese in Russia -inoltre- è stata anche occasione per una nuova critica del Cremlino verso l’Occidente, colpevole di aver avuto una «reazione profondamente ostile» all’incontro tra i due leader.

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