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Giorgia Meloni vola a Londra per un bilaterale con Rishi Sunak: rilanciare un dialogo strategico

All'ordine del giorno la firma di un accordo bilaterale Roma-Londra: rafforzare le relazioni commerciali

Giorgia Meloni vola a Londra per un bilaterale con Rishi Sunak: rilanciare un dialogo strategico

Il presidente del Consiglio sarà da oggi a Londra, per una ‘due giorni’ che mira a coronare l’eccellente stato del rapporto bilaterale fra i due Paesi e rilanciare un dialogo strategico, a tutto tondo, con un partner e alleato chiave.

Non a caso si tratta della prima visita di due giorni in un Paese europeo del premier Meloni, segno dell’importanza, viene fatto notare a Palazzo Chigi, che il governo italiano attribuisce alle relazioni con il Regno Unito.

A Downing street si tratta di un ritorno dell’Italia nella City: Mario Draghi, durante il suo mandato, non fece missioni a Londra – complici i viaggi ‘fiaccati’ dall’avanzare della pandemia -, dunque l’ultimo presidente del Consiglio italiano nella Capitale britannica è stato Giuseppe Conte, e questo ben prima che il Covid stravolgesse gli equilibri planetari.

Il bilaterale di oggi tra Meloni e il primo ministro del Regno Unito, entrambi giovani ‘esordienti’ al G20 di Bali, è il secondo incontro dopo il colloquio a margine della COP27 in Egitto (novembre 2022) a poche settimane dall’insediamento dei rispettivi governi. L’incontro aveva rappresentato un’occasione per conoscersi e iniziare a gettare le basi per continuare il lavoro che vede Italia e Regno Unito -entrambi Paesi del G7 e fondatori della Nato- vicini su molte questioni e in particolare in materia di difesa e di sostegno all’Ucraina. È evidente, dunque, che il tema sarà al centro del bilaterale, circostanza confermata da fonti di Downing Street.

Si discuterà del potenziamento del dialogo con i Paesi di origine, dell’ uso dell’intelligence nel contrasto ai trafficanti e dei rimpatri volontari. E non è affatto escluso che i due – giovani, al primo mandato e della stessa famiglia politica – provino a fare da contraltare all’asse franco-tedesco.

Se Sunak ha un fronte aperto con Emmanuel Macron per la rotta migratoria della Manica, proprio ieri la premier francese Elisabeth Borne ha annunciato che la Francia «mobiliterà 150 poliziotti e gendarmi in più nelle Alpi marittime» per «affrontare l’aumento della pressione migratoria al confine italiano». Lasciando intendere che Roma sarebbe pronta ad allentare i controlli, contravvenendo quindi al regolamento di Dublino.
Sul tavolo, ovviamente, anche altri dossier. D’altra parte, il bilaterale di oggi viene considerato a Palazzo Chigi «strategico», tanto che è la prima volta che una visita di Meloni in un Paese europeo si prolunga per due giorni. Non a caso, qualche giorno fa il quotidiano britannico The Times non esitava a parlare di «chemistry» (chimica) tra i due. Oltre al fronte migranti, infatti, c’è unità di vedute anche sull’Ucraina. Dall’inizio dell’invasione russa, infatti, Italia e Gran Bretagna sono stati tra i più forti sostenitori di Kiev e Meloni, che a quei tempi era all’opposizione, non ha mai fatto mancare il suo sostegno all`allora premier Mario Draghi. Anzi, arrivata a Palazzo Chigi, ne ha fatto un punto di forza della sua politica estera.

All’ordine del giorno, anche la firma di un accordo bilaterale Roma-Londra , la cui discussione era iniziata ai tempi del Conte 2 e si era poi bloccata a causa della pandemia prima e della guerra dopo, che rafforzerà le relazioni commerciali e la collaborazione in settori strategici, tra cui transizione ecologica, tecnologie avanzate e difesa.

Domani, invece, la premier è attesa a un incontro con rappresentati delle istituzioni britanniche e della comunità finanziaria nella residenza dell’ambasciatore italiano, dove – accompagnata dal ministro dell`Agricoltura, Francesco Lollobrigida – sarà impegnata nella promozione del Made in Italy e tirerà le conclusioni di un evento sull`agroalimentare che si terrà in mattinata in un hotel vicino all`ambasciata.

Ed entrambi gli entourage avevano raccontato il faccia a faccia in Egitto come «una prima occasione per conoscersi e confrontarsi su una serie di questioni e priorità condivise». A partire, avevano sottolineato in quell’occasione fonti di Downing Street, dalla «lotta all`immigrazione clandestina e alle bande di trafficanti di esseri umani». Tema, questo, che sarà al centro del viaggio a Londra della premier italiana. Una due giorni che si aprirà oggi alle 15 con la visita a quello che gli inglesi chiamano semplicemente «Number 10».

Un contributo importante ai rapporti bilaterali è assicurato anche dalla consistente comunità di cittadini italiani residenti oltremanica:  sono oltre 500.000 i connazionali iscritti all’Aire, il registro britannico ad hoc. Si tratta in buona parte di professionisti, operatori economico-finanziari, esperti e funzionari con elevata specializzazione, nonché esponenti del mondo universitario, culturale e scientifico attratti dalla vivacità del panorama economico, culturale e sociale britannico.
E anche dopo la Brexit, la collaborazione economica dell’Italia con UK è rimasta solida e diversificata, con forti complementarietà industriali e ampie prospettive di crescita: 35,6 miliardi di interscambio nel 2022 (+13% sul 2021 e in linea con dati pre-covid), con saldo positivo per 19 miliardi di euro.

D’altronde il Regno Unito è un importante investitore in Italia: ha all’attivo investimenti diretti esteri (Ide) per 26 miliardi di euro concentrati nel settore finanziario, assicurativo ed energetico. Radicata anche la presenza imprenditoriale italiana, con investimenti diretti per 31,8 miliardi soprattutto in ambito difesa (Leonardo), energia e rinnovabili (Eni, Enel) e infrastrutture e trasporti.

Per l’Italia – che a Londra si appresta a firmare un importante pacchetto di accordi bilaterali, riferiscono fonti impegnate nel dossier – ci sono spazi per un’ulteriore intensificazione degli scambi, specie nei settori più innovativi quali economia ‘verde’, tecnologie avanzate, scienze della vita, start-up e innovazione digitale. Con un occhio attento al settore della difesa, al centro della collaborazione industriale tra Italia e Uk.

Roma è infatti pienamente impegnata nello sviluppo del programma GCAP/Tempest, iniziativa trilaterale che vede coinvolto anche il Giappone, di valenza strategica, per la progettazione del caccia multiruolo di VI generazione.

La ‘mission’ di Meloni punta dunque a rafforzare l’asse tra due Paesi Nato e vicini agli Usa, e a tenere vivi i rapporti con un leader conservatore con cui la sintonia è stata piena sin dal principio: dalla mano ferma sui migranti al sostegno, incondizionato, all’Ucraina contro l’aggressione russa.

E proprio Kiev – protagonista della Conferenza per la ricostruzione voluta da Meloni a Roma, iniziativa che verrà ‘replicata’ a Londra il 21 e 22 giugno- sarà tra i temi caldi al centro della visita del premier  nella City.
D’altra parte, sono i numeri di queste settimane ad imporre tra i primi punti dell`agenda una questione che Meloni e Sunak ritengono prioritaria. Sulla quale hanno condotto una parte importante delle rispettive campagne elettorali e su cui, entrambi leader conservatori, hanno ricette molto simili. Se in Italia il cosiddetto «cruscotto statistico» del ministero dell’Interno dice che nel 2023 gli sbarchi sono il quadruplo rispetto allo stesso periodo del 2022 (38.988 contro 9.673), solo domenica scorsa il Regno Unito ha dovuto fare i conti con un nuovo record di arrivi dalla Manica in un solo giorno (dalla Francia sono approdati sulle coste del Kent 497 migranti con 11 diverse barche).

Non è un caso, dunque, che anche in Inghilterra – esattamente come in Italia con il cosiddetto decreto Cutro – sia in discussione un disegno di legge sull`immigrazione illegale che ha l’obiettivo di rendere più stringente la normativa.

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